Salvatore Martinez sulle parole del Papa alla Curia: la fede viva cambia la storia
Ridare vitalità ad una fede spesso stanca a partire dalla gioia di sapersi amati da Dio: questa è una delle esortazioni di Benedetto XVI nel suo discorso alla Curia. Ogni riforma della Chiesa - ha affermato - resterà inefficace se non si attua una vera conversione del cuore nell’incontro vero con Cristo. Si sofferma su questa annotazione il presidente nazionale del Rinnovamento nello Spirito Santo, Salvatore Martinez, al microfono di Sergio Centofanti:
R. – Il Santo Padre, a conclusione di questo anno che è stato certamente di estrema difficoltà per gli Stati, per i mercati, per i popoli, ci indica una via sicura per uscire dalla crisi. Afferma in modo estremamente chiaro che la radice, la madre di tutte le crisi è spirituale: ecco perché si risponde con la cifra netta, forte, decisa della fede; ma una fede viva, perché è possibile che ci sia anche una fede morta. Muore la fede quando muore il primato di Dio. Non è possibile per i cristiani cedere nel tempo della crisi! Il Santo Padre, quindi, per così dire, chiude un anno e ne apre uno nuovo che dedica, consacra proprio al tema della fede, riproponendo l’attualità dell’esperienza cristiana, con la gioia di essere cristiani. E questo incontro con la Persona viva di Gesù Cristo non solo cambia la vita, ma cambia la storia!
D. – Una medicina contro la stanchezza del credere - ha detto il Papa - è stata la magnifica esperienza della Giornata mondiale della gioventù a Madrid. Benedetto XVI ha parlato di un modo nuovo, ringiovanito di essere cristiani ...
R. - ... e si temeva un flop, perché l’Europa sembra essere non solo allergica alle proprie radici cristiane, ma sembrerebbe consacrare l’egoismo della rinuncia. I giovani ci hanno testimoniato l’altruismo del dono, in Spagna; hanno affermato che è possibile percepire questo amore di Dio. E allora, tante nostre preoccupazioni sono vane, questo pessimismo della speranza deve invece lasciare il posto ad un nuovo ottimismo. L’ottimismo è in chi crede, in chi sa che nella fede c’è una vera forza di cambiamento. I giovani, con il loro entusiasmo, con la loro gioia, ci dicono non che c’è un nuovo modo di credere: il modo è sempre lo stesso. E l’esperienza dell'incontro con la Persona di Gesù Cristo, è il passare da un incontro ad un incontro. Questo regala gioia, questo è lo stile di vita dei cristiani di ogni generazione, di ogni tempo.
D. – Il Papa ha fatto un confronto con l’Africa, con la gioia di essere cristiani in Africa, e con il tedio di essere cristiani, invece, che a volte si riscontra in Europa ...
R. – L’incontro con queste Chiese di confine ci dice quanto l’esperienza cristiana ci riconduca ad una fede vitale. Bernanos diceva che sono i poveri che ci insegnano a non disperare, perché possono solo sperare. E’ una speranza che costruisce, una speranza creativa, una speranza che si fa dignità di popolo, una speranza che non rinuncia alle proprie tradizioni, alle proprie memorie ... Questo ci testimoniano questi popoli, ma mostra soprattutto quella vitalità, quella voglia di crescere che poi fa bene non soltanto alla speranza, ma fa bene anche alla statura, alla dignità di un popolo. (gf)
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2 commenti:
Questo discorso di B16 e' molto sorprendente: non per i contenuti, che a noi "aficionados" non suonano certamente nuovi, ma per i destinatari*.
Il breve: il Papa sta' ri-spiegando alla Curia Romana e compagnia cantante cosa vuol dire essere "persone di fede". Vuol dire che li dentro ce n'e' molto bisogno.
*piccola cosa che il prete della mia parrocchia sottolinea sempre nelle sue prediche: se volete capire bene i passi del Vangelo, prima di tuto guardate bene *con chi* Gesu' sta' parlando in quel momento.
Bellissima riflessione :-))
R.
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