Messaggio di Benedetto XVI per il raduno dei giovani di Taizé a Berlino
Nel mondo per aprire cammini di fiducia
BERLINO, 28. Un incoraggiamento "ad aprire ovunque nel mondo cammini di fiducia": è quanto contenuto nel messaggio, a firma del cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato, che Benedetto XVI rivolge in occasione della trentaquattresima edizione del raduno europeo dei giovani della comunità ecumenica di Taizé, che si svolge da oggi 28 dicembre fino al 1° gennaio, per la prima volta a Berlino, in Germania. "Mentre siete riuniti a Berlino - si legge nel testo - con migliaia di giovani provenienti da tutt'Europa e anche dagli altri continenti, per cercare con i fratelli della comunità di Taizé di approfondire le sorgenti della fiducia, Papa Benedetto XVI si unisce a voi con la preghiera e vi incoraggia ad aprire ovunque nel mondo cammini di fiducia. L'accoglienza che ricevete, gli scambi con i giovani di numerosi Paesi, i tempi di preghiera che vi uniscono e che vi fanno superare tante barriere umane, sono per ognuno di voi una bella esperienza di fiducia!". La fiducia "non è ingenuità cieca". Questa fiducia, si puntualizza, "attinta dalla vostra fede in Cristo e dalla vita del suo Spirito Santo nei vostri cuori, vi rende più perspicaci e più disponibili per rispondere alle numerose sfide e difficoltà che gli uomini e le donne di oggi devono affrontare". Nel testo si fa poi, in conclusione, riferimento alla prossima edizione del raduno europeo dei giovani di Taizé, la trentacinquesima, annunciata per il 2012 a Roma. "Il Santo Padre vi dice la gioia che proverà nell'accogliervi il prossimo anno per il 35° incontro europeo del vostro "pellegrinaggio di fiducia sulla terra". Roma vi accoglierà calorosamente!". All'annuncio segue "la benedizione apostolica ai fratelli di Taizé, ai giovani partecipanti all'incontro di Berlino, come pure ai pastori e ai fedeli che li ospitano".
Migliaia sono i partecipanti all'iniziativa. Un appello a rinnovare il senso di solidarietà è rivolto ai giovani da fratel Alois, priore di Taizé, nella lettera Verso una nuova solidarietà, scritta in occasione del raduno. "Se la solidarietà umana è sempre stata necessaria, ha bisogno di essere costantemente rinnovata, rinvigorita attraverso nuove espressioni. Oggi, forse come mai nella storia, è vitale che le giovani generazioni si preparino a una condivisione più equa delle risorse della terra, a una più giusta distribuzione delle ricchezze, fra i continenti, all'interno di ogni Paese". Il testo della lettera - tradotto in più di cinquanta lingue e consegnato oggi ai 30.000 partecipanti - sarà al centro delle riflessioni che accompagneranno l'incontro, ospitato alla Messegelände, centro espositivo della città. Più di 1.500 volontari hanno accolto i giovani nella struttura, dove hanno avuto luogo, oggi, le prime due preghiere comuni.
Per la prima volta, scrive fratel Alois, il raduno si svolge a Berlino, "città segnata dalle più grandi diversità, rivolta verso il futuro ma anche alla ricerca di una integrazione della dolorosa memoria del passato, città la cui popolazione ha mostrato di non lasciarsi scoraggiare da situazioni difficili". La prima visita di un fratello di Taizé a Berlino risale al 1955. Poi, da quando, nel 1961, venne costruito il muro che divideva in due la città, i membri della comunità ecumenica hanno moltiplicato i loro viaggi a Berlino Est. Lo stesso fratel Roger, fondatore di Taizé, vi si è recato nel 1986 per una tappa del "pellegrinaggio di fiducia": fu necessario - rivela il priore - chiedere alle autorità comuniste il permesso di celebrare una preghiera che si svolse poi simultaneamente in due grandi chiese, cattolica e protestante, riunendo seimila giovani della Germania dell'Est. Il permesso era stato accordato a condizione che non vi fossero partecipanti dell'Ovest. "Questo periodo è adesso superato e Berlino è un simbolo per tutti coloro che, in tutto il mondo, cercano di oltrepassare muri di separazione per diffondere la fiducia", osserva fratel Alois. Tuttavia, "affinché una nuova solidarietà fra gli esseri umani fiorisca a ogni livello, nelle famiglie, nelle comunità, nelle città e nei villaggi, fra i Paesi e i continenti, sono necessarie decisioni coraggiose. Consapevoli dei pericoli e delle sofferenze che pesano sull'umanità e sul pianeta, non vorremmo lasciarci andare alla paura e alla rassegnazione".
Nella lettera di fratel Alois si sottolinea che lo slancio verso una nuova solidarietà è possibile e "si nutre della convinzione che la storia del mondo non è determinata in anticipo". Il priore di Taizé fa l'esempio del periodo successivo alla seconda guerra mondiale, quando "un pugno di responsabili politici hanno creduto, contro ogni speranza, alla riconciliazione e hanno iniziato a costruire un'Europa solidale". E ricorda come una rivoluzione pacifica sia riuscita a modificare profondamente la situazione delle Filippine nel 1986, come il movimento popolare polacco Solidarno?? abbia preparato senza violenza una strada di libertà per molte nazioni europee, come la caduta del muro di Berlino nel 1989 fosse inimmaginabile fino a pochi anni prima. E poi il cammino democratico e lo sviluppo economico avviato in America latina, la fine dell'apartheid in Sud Africa e, più recentemente, delle violenze politiche in Irlanda del Nord e nei Paesi Baschi.
Le scosse dell'economia mondiale ci interrogano; gli equilibri geopolitici cambiano; crescono le disuguaglianze; le sicurezze del passato si rivelano oggi deboli. "Potrebbe essere questa una ragione per riflettere maggiormente sulle scelte da prendere per la nostra vita?", si domanda Alois. L'invito è a promuovere e a sostenere la fiducia fra gli esseri umani, a contare sulla fiducia in Dio, a cercare di essere "sale della terra", perché "il Cristo di comunione non è venuto per costituire i cristiani in una società isolata e separata" ma "per servire l'umanità come fermento di fiducia e di pace". Ma il sale potrebbe perdere il suo sapore, il messaggio di Cristo venire offuscato dalla divisione fra gli uomini. Occorre allora "rivificare questo messaggio di amore e di pace", liberandolo dai malintesi, facendolo risplendere nella sua originaria semplicità. E alle prove personali da affrontare nella ricerca di nuove solidarietà e vie di fiducia risponderemo - conclude fratel Alois - amando sempre di più".
(©L'Osservatore Romano 29 dicembre 2011)
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento