domenica 18 dicembre 2011

Il Papa a Rebibbia. Ministro Severino: la custodia cautelare sia solo eccezione. Il Cappellano: i colpevoli restano figli di Dio. Benedetto XVI: sovraffollamento e degrado raddoppiano la pena (Izzo)

IL PAPA E' ARRIVATO A REBIBBIA

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 18 dic.

Benedetto XVI e' giunto in auto al carcere romano di Rebibbia, dove - nel piazzale davanti alla cappella - e' stato accolto dal ministro della Giustizia Paola Severino.
A salutare il Pontefice all'esterno dell'edificio anche il cardinale vicario Agostino Vallini, il cappellano del carcere don Piersandro Spriano e il direttore Carmelo Cantone.
Prima che Ratzinger entrasse nella cappella si e' sentito gridare "Viva il Papa". E poi un applauso calorosissimo dei detenuti che gremiscono la chiesa salutato il suo ingresso.

© Copyright (AGI)

PAPA A REBIBBIA: SEVERINO, CUSTODIA CAUTELARE SIA SOLO ECCEZIONE

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 18 dic.

"La custodia cautelare in carcere deve essere disciplinata in modo tale da rappresentare una misura veramente eccezionale". Lo ha affermato il ministro delle Giustizia Paola Severino nel discorso rivolto questa mattina al Papa, che e' in visita al carcere di Rebibbia. "Una sanzione effettiva dopo la condanna - ha detto ancora il ministro - deve coniugare entrambi i valori posti a fondamento di essa dalla Costituzione: la riparazione e la rieducazione". La professoressa Severino, che nel suo saluto si e' detta "profondamente commossa", ha voluto leggere al Pontefice una lettera scritta da un detenuto del carcere di Cagliari.

© Copyright (AGI)

PAPA A REBIBBIA: CAPPELLANO, COLPEVOLI RESTANO FIGLI DI DIO

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 18 dic.

"La supplico Santo Padre perche' convinca i cristiani che formano il popolo di Dio fuori da queste mura a pregare per chi e' in prigione". Con queste parole il cappellano del carcere di rebibbia, don Sandro Spriano, si e' rivolto al Papa.
Per il sacerdote, quelli che si trovano in carcere (a Rebibbia ci sono 1700 detenuti) "hanno compiuto azioni orrende e provocato tragedie spesso insanabili, ma restano Figli di Dio, bisognosi di consolazione e di amore, e sperano di essere considerati e chiamati nostri fratelli e nostre sorelle". "A nome mio e di tutti i detenuti - ha continuato il sacerdote - chiedo perdono per le nostre colpe e per le sofferenze inflitte agli altri, vorremmo poter ricomporre le rotture, le separazioni che abbiamo provocato. Ma non vogliamo pero' essere sempre identificati con le nostre azioni sbagliate, chiediamo di poter tornare nella societa' senza il marchio di 'mostri del male'".

© Copyright (AGI)

PAPA A REBIBBIA: SOVRAFFOLLAMENTO E DEGRADO RADDOPPIANO PENA

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 18 dic.

"I detenuti non scontino mai una doppia pena". Lo ha chiesto Benedetto XVI nel discorso rivolto agli ospiti del carcere romano di Rebibbia. "So - ha detto il Papa - che il sovraffollamento e il degrado delle carceri possono rendere ancora piu' amara la detenzione: mi sono giunte varie lettere di detenuti che lo sottolineano".
Per il Pontefice, "e' importante che le istituzioni promuovano un'attenta analisi della situazione carceraria oggi, verifichino le strutture, i mezzi, il personale". E lo e' anche "promuovere uno sviluppo del sistema carcerario, che, pur nel rispetto della giustizia, sia sempre piu' adeguato alle esigenze della persona umana, con il ricorso anche alle pene non detentive o a modalita' diverse di detenzione".

© Copyright (AGI)

Nessun commento: