Riceviamo e con grande piacere e gratitudine pubblichiamo:
Talarico, l'uomo che mette al riparo il Papa
Francesco Antonio Grana
Sarà che le statistiche hanno ragione quando dicono che Napoli non è più la città del sole. Meteorologicamente parlando s'intende, vista l'abbondanza di pioggia che, di anno in anno, cade sul capoluogo campano.
O sarà piuttosto che l'artigianato partenopeo non è secondo a nessuno nel mondo. E allora non poteva che essere made in Naples l'ombrello, rigorosamente bianco, che l'artigiano Mario Talarico insieme al nipote omonimo ha donato a Benedetto XVI, un Papa perseguitato dalla pioggia, soprattutto durante le sue visite pastorali in Italia e nel mondo. Se lo ricordano bene i tanti campani accorsi da tutta la regione nel capoluogo per abbracciare Ratzinger quando, il 21 ottobre 2007, celebrò la Messa in una freddissima piazza del Plebiscito bagnata da una pioggia inclemente.
Quel giorno cadde perfino la neve sulla cima del Vesuvio: un vero e proprio miracolo di san Gennaro lo definì il Papa. L'ombrello che Mario Talarico ha costruito per Benedetto XVI ha un'apertura di un metro e mezzo, ma è leggerissimo grazie al manico di legno di Malacca su cui sono incastonati quarantotto Swarovski rossi. "Santità - le prime parole che l'artigiano ha rivolto a Ratzinger - nessuno aveva mai pensato di farle un ombrello". "Il Pontefice - racconta Talarico - è rimasto piacevolmente sorpreso e mi ha ringraziato". Un secondo dono al Papa lo ha fatto il nipote Mario, che con il suo estro lavora nella bottega dello zio. Un ombrello speciale: manico in avorio antico, pizzo in oro, ma soprattutto il volto e lo stemma di Benedetto XVI dipinti a mano dal giovane artigiano.
"Lo guarderò più tardi, perché qui non me lo fanno vedere", ha confessato Ratzinger. "Qualche istante prima di consegnarlo nelle mani del Papa - racconta Mario Talarico junior - un prelato mi ha intimato di non aprirlo per nessun motivo.
Gli ho replicato subito: ma voi siete vicini a Gesù o al malocchio?". Con grande orgoglio insieme allo zio mostra nella sua bottega in vico Due Porte a Toledo le sue creazioni e racconta i suoi sogni. "Vorrei fare una mostra di ombrelli ricamati e dipinti a mano. Vorrei portare l'artigianato all'artista, in modo da far comprendere ai clienti che i nostri lavori sono pezzi unici e rari. E soprattutto vorrei che fosse sostenuto il lavoro di noi giovani. C'è bisogno - confessa Mario junior - di un sovvenzionamento statale per incentivare il nostro impegno". Nei suoi occhi la stessa passione dello zio che mostra con orgoglio le numerosissime fotografie accanto ai grandi del mondo.
E confida: "Il cardinale Sepe, qualche giorno fa, mi ha detto che l'anno scorso con i miei ombrelli ha raccolto una bella cifra all'asta annuale di beneficenza che lui organizza all'Auditorium della Rai qualche giorno prima di Natale. E mi ha chiesto di donare i miei lavori anche quest'anno". L'età non frena l'entusiasmo di Mario Talarico e la sua voglia di continuare a creare oggetti meravigliosi. Sostenuto, oggi, dal nipote che confessa di dormire solo quattro ore a notte. "Lavoro fino alle tre, zio alle sette di mattina vuole già aprire e quindi mi rimane poco tempo per riposare. Ma non mi pesa, è un lavoro che faccio con tanta passione. La forza me la danno mia moglie e mio figlio. E spesso - confida Talarico junior - ripenso a un verso di una canzone di Gigi D'Alessio: "Quella voglia di arrivare era forte dentro me"".
© Copyright Il Denaro, 3 dicembre 2011
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1 commento:
Grazie al signor talarico che lavora con passione a servizio del Papa
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