giovedì 15 dicembre 2011

Il Papa: Dio può rovesciare le situazioni umanamente impossibili. I miracoli di Gesù testimoniano intimità con Dio e con gli uomini (Izzo)

PAPA: DIO PUO' "ROVESCIARE LE SITUAZIONI UMANAMENTE IMPOSSIBILI"

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 14 dic.

Davanti a ogni difficolta' si deve pregare con fiducia perche' "Dio e' capace di rovesciare le situazioni umanamente impossibili".
Lo ha detto il Papa, nella catechesi dell'udienza generale di oggi, dedicata alla preghiera di Gesu' e alla sua prodigiosa azione guaritrice.
"La preghiera fiduciosa di un credente - ha spiegato Papa Ratzinger ai settemila fedeli presenti nell'Aula Nervi per l'Udienza Generale - e' una testimonianza viva di questa presenza di Dio nel mondo, del suo interessarsi all'uomo, del suo agire per realizzare il suo piano di salvezza".
In questa prospettiva, per il Pontefice, "ciascuno di noi e' chiamato a comprendere che nella preghiera di domanda al Signore non dobbiamo attenderci un compimento immediato di cio' che chiediamo, della nostra volonta', ma affidarci piuttosto alla volonta' del Padre, leggendo ogni evento nella prospettiva della sua gloria, del suo disegno di amore, spesso misterioso ai nostri occhi".
Per questo, ha suggerito Benedetto XVI, "nella nostra preghiera, domanda, lode e ringraziamento dovrebbero fondersi assieme, anche quando ci sembra che Dio non risponda alle nostre concrete attese", poiche' "l'abbandonarsi all'amore di Dio, che ci precede e ci accompagna sempre, e' uno degli atteggiamenti di fondo del nostro dialogo con Lui".

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PAPA: MIRACOLI GESU' TESTIMONIANO INTIMITA' CON DIO E CON UOMINI

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 14 dic.

Nel Vangelo "l'azione sanante di Gesu' e' connessa con un suo intenso rapporto sia con il prossimo, il malato, sia con il Padre".
Lo ha spiegato Benedetto XVI nella catechesi all'Udienza Generale di oggi. Cosi', l'episodio della guarigione del sordomuto, secondo il Papa, "mostra che il desiderio di Gesu' che la guarigione avvenga in disparte, lontano dalla folla non sembra dovuto soltanto al fatto che il miracolo deve essere tenuto nascosto alla gente per evitare che si formino interpretazioni limitative o distorte della persona di Gesu'.
La scelta di portare il malato in disparte fa si' che, al momento della guarigione, Gesu' e il sordomuto si trovino da soli, avvicinati in una singolare relazione. Con un gesto, il Signore tocca le orecchie e la lingua del malato, ossia le sedi specifiche della sua infermita'".
Il Pontefice ha sottolineato che "questo legame di amicizia, la partecipazione e la commozione di Gesu' davanti al dolore dei parenti e conoscenti di Lazzaro, si collega, in tutto il racconto, con un continuo e intenso rapporto con il Padre".
Le due preghiere di Gesu' che accompagnano la guarigione del sordomuto e la risurrezione di Lazzaro - ha continuato Benedetto XVI "rivelano che il profondo legame tra l'amore a Dio e l'amore al prossimo deve entrare anche nella nostra preghiera.
In Gesu', vero Dio e vero uomo, l'attenzione verso l'altro, specialmente se bisognoso e sofferente, il commuoversi davanti al dolore di una famiglia amica, Lo portano a rivolgersi al Padre, in quella relazione fondamentale che guida tutta la sua vita. Ma anche viceversa: la comunione con il Padre, il dialogo costante con Lui, spinge Gesu' ad essere attento in modo unico alle situazioni concrete dell'uomo per portarvi la consolazione e l'amore di Dio".
"La relazione con l'uomo - ha osservato ancora il Papa - ci guida verso la relazione con Dio. Quella con Dio ci guida di nuovo al prossimo". "La nostra preghiera - e' stata la conclusione del Pontefice - apre la porta a Dio, che ci insegna ad uscire costantemente da noi stessi per essere capaci di farci vicini agli altri, specialmente nei momenti di prova, per portare loro consolazione, speranza e luce. Il Signore ci conceda di essere capaci di una preghiera sempre piu' intensa, per rafforzare il nostro rapporto personale con Dio Padre, allargare il nostro cuore alle necessita' di chi ci sta accanto e sentire la bellezza di essere 'figli nel Figlio' insieme con tanti fratelli".

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