VATICANO-SPAGNA: CARDINALE AMATO PROCLAMA 23 MARTIRI GUERRA CIVILE
Salvatore Izzo
(AGI) - Madrid, 17 dic.
Il 24 luglio del 1936 un gruppo numeroso di miliziani, armati di fucili e pistole, penetro' in una casa degli Oblati: sette religiosi e un laico, padre di famiglia e presidente della Confederazione nazionale degli operai cattolici, furono prelevati e fucilati in un parco di Madrid. A novembre furono uccisi altri 15 missionari oblati.
Nei momenti delle esecuzioni si udirono parole di perdono e l'esclamazione: "Viva Cristo Re!". E' questa in etrema sintesi la storia dei ventitre' martiri della guerra civile spagnola che sono stati proclamati beati oggi dal prefetto della Congregazione delle cause dei santi, cardinale Angelo Amato.
Per decisione di Benedetto XVI la cerimonia si e' svolta a Madrid.
A salire all'onore degli altari sono stati Francisco Esteban Lacal e 21 compagni, missionari oblati di Maria Immacolata, ed un laico, Candido Castan San Jose' uccisi nel 1936 dai rossi nel corso delle persecuzioni antireligiose consentite dal regime repubblicano. La data odierna e' stata scelta perche' ricorre il 150esimo della morte di Sant’Eugenio di Mazenod, fondatore della Congregazione dei Missionari Oblati di Maria Immacolata.
"In Spagna dopo la caduta della monarchia, nel 1931, l'anticlericalismo - ricorda una nota della Radio Vaticana - punto' allo sterminio sistematico della Chiesa, sostenuto dall’avvento, nel 1936, del Fronte Popolare. Nelle citta' e nei villaggi venivano creati comitati, avversi ad ogni fede religiosa, responsabili di arresti ed esecuzioni. Anche in quel tempo cosi' difficile, i Missionari Oblati continuavano a svolgere la loro preziosa opera pastorale".
In proposito, il cardinale Angelo Amato ha rilevato che i religiosi e il laico uccisi "non avevano fatto nulla di male. Anzi, l'unico loro desiderio era fare il bene e annunciare a tutti il Vangelo". Ma "sono stati brutalmente uccisi": contro di loro sono state compiute "azioni mostruose".
Essi, pero' "alla brutalita' dei persecutori e dei carnefici hanno risposto con la mitezza e il coraggio degli uomini forti". "Senza armi e con l'energia irresistibile della fede in Dio - ha spiegato l'inviato del Papa - hanno vinto il male, lasciando a tutti noi una preziosa eredita' di bene". Ed ora che "i carnefici sono dimenticati, le loro vittime innocenti sono ricordate e celebrate" perche' "diedero prova delle virtu' cristiane, sopportando con fortezza la sofferenza, esprimendo costantemente sentimenti di amore verso Dio e i fratelli".
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