Parte di un’unica realtà
Oggi l’udienza con gli amministratori del Comune di Roma, della Provincia e della Regione Lazio
“È importante che maturi un rinnovato umanesimo nel quale l’identità dell’essere umano sia compresa con la categoria di persona”, perché “la crisi attuale ha nelle sue radici anche l’individualismo, che oscura la dimensione relazionale dell’uomo e lo conduce a chiudersi nel proprio piccolo mondo, ad essere attento a soddisfare innanzitutto i propri bisogni e desideri, preoccupandosi poco degli altri”. È l’appello rivolto oggi da Benedetto XVI agli amministratori del Comune di Roma, della Provincia e della Regione Lazio. “La speculazione nelle locazioni, l’inserimento sempre più faticoso nel mondo del lavoro per i giovani, la solitudine di tanti anziani, l’anonimato che caratterizza spesso la vita nei quartieri delle città e lo sguardo a volte superficiale sulle situazioni di emarginazione e di povertà, non sono forse conseguenza di questa mentalità?”, si è domandato il Santo Padre. “Riscoprire questa relazionalità come elemento costitutivo della propria esistenza è il primo passo per dare vita a una società più umana” è l’ammonimento del Papa, che ha citato il famoso apologo di Menenio Agrippa, riportato da Tito Livio nella sua Storia di Roma, per ricordare che “è compito anche delle Istituzioni favorire la crescita della coscienza di essere parte di un’unica realtà, in cui ognuno, a somiglianza del corpo umano, è importante per il tutto”.
Prima i giovani. La crisi attuale, ha esordito Benedetto XVI, “può essere anche un’occasione per l’intera comunità civile di verificare se i valori posti a fondamento del vivere sociale abbiano generato una società più giusta, equa e solidale, o se non sia, invece, necessario un profondo ripensamento per recuperare valori che sono alla base di un vero rinnovamento della società e che favoriscano una ripresa non solo economica, ma anche attenta a promuovere il bene integrale della persona umana”. In questo contesto, “la comunità cristiana è impegnata in una costante opera educativa, in particolare verso le nuove generazioni”, diffondendo quei “valori che per secoli hanno fatto di Roma una luce per il mondo”. Accoglienza, solidarietà e legalità: sono questi, per il Papa, i “valori fondamentali per guardare all’inizio dell’anno con maggiore serenità”, a partire dalla consapevolezza che “il destino di ognuno è legato a quello di tutti”. Ai politici romani e laziali, il Papa ha raccomandato l’attenzione ai giovani, “per evitare che cadano vittime di organizzazioni illegali, che offrono facili guadagni e non rispettino il valore della vita umana”: “Una società solidale – ha spiegato – deve sempre avere a cuore il futuro delle nuove generazioni, predisponendo adeguate politiche che garantiscano un alloggio a costi equi e che facciano tutto il possibile per assicurare un’attività lavorativa”.
Accoglienza e “piena integrazione”. “Alimentare percorsi di piena integrazione, che consentano l’inserimento nel tessuto sociale, affinché essi possano offrire a tutti la ricchezza di cui sono portatori”. È l’invito rivolto dal Pontefice per “consolidare il valore dell’accoglienza, già profondamente radicato nel cuore degli abitanti di Roma e del Lazio”, come hanno dimostrato ad esempio i giorni della Beatificazione di Giovanni Paolo II, quando “migliaia di pellegrini giunti nell’Urbe hanno potuto vivere giorni sereni e di fraternità, grazie anche alla vostra preziosa collaborazione”. “La Caritas diocesana e le comunità cristiane – ha sottolineato Benedetto XVI - non si risparmiano in quest’opera di accoglienza, in particolare verso coloro che, provenendo da Paesi in cui la povertà è spesso causa di morte, o fuggendo da essi per tutelare la propria incolumità, giungono nelle nostre città e bussano alle porte delle parrocchie”.
Solidarietà e “sostegno alle famiglie”. “Insieme con l’accoglienza deve rafforzarsi il valore della solidarietà”, l’ammonimento del Santo Padre, secondo il quale “è un’esigenza di carità e giustizia che nei momenti difficili coloro che hanno maggiori disponibilità si prendano cura di chi vive in condizioni disagiate”. Alle istituzioni, poi, spetta il compito di “mostrare sempre attenzione e appoggio a quelle realtà da cui dipende il bene della società”, in primo luogo assicurando “uno speciale sostegno alle famiglie, in particolare a quelle numerose, che spesso si trovano a dover affrontare difficoltà, rese talvolta più acute dalla mancanza o dalla insufficienza del lavoro”. “Vi incoraggio a difendere la famiglia fondata sul matrimonio come essenziale cellula della società e a fare ogni sforzo perché a tutti i nuclei familiari siano garantite le condizioni necessarie per un vivere dignitoso”, l’appello del Papa, per il quale “la solidarietà deve poi indirizzarsi verso i giovani, che sono i più penalizzati dalla mancanza di lavoro”.
Legalità e “esemplarità”. Allo stesso tempo, ha concluso Benedetto XVI, “è necessario promuovere una cultura della legalità, aiutando i cittadini a comprendere che le leggi servono per incanalare le tante energie positive presenti nella società e così permettere la promozione del bene comune”. “Anche i recenti episodi di violenza nel territorio spingono a continuare nell’impegno per educare al rispetto della legalità e per tutelare la sicurezza”, ha aggiunto il Papa. Alle istituzioni, infine, “è affidato il compito, oltre che di essere esemplari nel rispetto delle leggi, di emanare provvedimenti giusti ed equi, che tengano conto anche di quella legge che Dio ha iscritto nel cuore dell’uomo e che può essere conosciuta”.
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