martedì 24 gennaio 2012

Neocatecumenali, Canizares: con liturgia hanno rapporto esemplare. Bosnia, card. Puljic: i Cattolici sono vittime designate (Izzo)

NEOCATECUMENALI: CANIZARES, CON LITURGIA HANNO RAPPORTO ESEMPLARE

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 23 gen.

"Penso che il rapporto tra catechesi e liturgia nel cammino neocatecumenale sia esemplare". Lo afferma il cardinale Antonio Canizares, prefetto della Congregazione per il culto e la disciplina dei sacramenti.
"L'approvazione di questo Decreto sulle celebrazioni del Cammino neocatecumenale, contenute nel Direttorio catechetico, e' per tutta la Chiesa - spiega ai microfoni della Radio Vaticana - un riconoscimento di come l'iniziazione cristiana deve avere sempre un'unione tra Parola e celebrazioni".
Nell'intervista, il porporato spagnolo fa riferimento al catecumenato antico dove le diverse tappe erano segnate da celebrazioni specifiche per ciascun momento dell'itinerario e rileva che nel Cammino Neocatecumenale "oggi si fa lo stesso: quindi - osserva - non sono tappe artificiali, non si tratta di una semplice metodologia inventata per gli uomini, ma corrispondono all'itinerario della conversione".
"Alcuni - sottolinea Canizares - vogliono fare l'iniziazione cristiana soltanto sulla base della catechesi, di qualcosa cha fa l'uomo e che sia conosciuto soltanto a livello intellettuale", invece nella fede cristiana "la priorita' e' di Dio: Dio agisce, l'uomo risponde. L'uomo compie un itinerario che deve essere illuminato dalla Parola di Dio, allo stesso tempo deve essere vissuto come azione di Dio e accoglienza dell'azione di Dio". "Questo - conclude il prefetto vaticano competente sui temi liturgici - nel Cammino neocatecumenale e' chiarissimo e oggi, con l'approvazione del Decreto si sottolinea questo".

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BOSNIA: CARDINALE PULJIC, I CATTOLICI SONO VITTIME DESIGNATE

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 23 gen.

Nella regione serba della Bosnia Erzegovina "la pulizia etnica e' di fatto consentita, con il bene placito della comunita' internazionale". Lo denuncia il cardinale Vinko Puljic, arcivescovo di Sarajevo, il quale rileva che la popolazione non serba e' diminuita drasticamente dall'inizio della guerra nel 1991 e "nonostante le promesse internazionali" moltissimi cattolici - di origine croata - non possono ancora far ritorno nelle loro case.
"Sono piu' di 200mila a voler tornare a casa nella Repubblica Srpska", spiega il cardinale Puljic in una dichiarazione diffusa dalla Fondazione Pontificia "Aiuto alla Chiesa che soffre". Secondo Pulijc, "i cattolici che vivono nella Federazione croato-musulmana sono altrettanto discriminati.
Tutto qui e' in mano ai musulmani - afferma il porporato - e provano in ogni modo a farci lasciare il Paese". Le cariche politiche sono monopolio degli islamici, i fedeli sono svantaggiati nella ricerca di un posto lavoro e molte delle proprieta' confiscate alla Chiesa durante il periodo comunista non sono state ancora restituite.
E' peraltro molto difficile ottenere permessi per costruire nuovi edifici religiosi, mentre solo a Sarajevo sono piu' di 70 le moschee "finanziate negli ultimi anni dai petrodollari sauditi". La crescente islamizzazione post bellica e' frutto dell'investimento di alcuni paesi a maggioranza musulmana - Iran e Arabia Saudita su tutti - che oltre a ricostruire le moschee danneggiate e a costruirne di nuove, hanno istituito diverse madrase e una facolta' teologica islamica. A preoccupare il cardinal Puljic e' anche l'aumento della presenza wahabita.
Il movimento radicale sunnita - che qui conta tra i 3mila e i 5mila aderenti - sta compiendo un'aggressiva azione di reclutamento tra i giovani bosniaci, facendo leva sull'incertezza lavorativa e le difficolta' economiche.
"E il governo non interviene in alcun modo". L'arcivescovo di Sarajevo punta il dito contro la comunita' internazionale "che dovrebbe aiutarci tutti e non continuare a favorire la maggioranza musulmana". E contro la Croazia - di dove e' originaria la quasi totalita' dei fedeli bosniaci - "cosi' interessata ad entrare nell'Unione europea da averci dimenticato".

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1 commento:

Anonimo ha detto...

Documenti della Corte del Missouri dimostrerebbero che lo SNAP cospira con alcuni avvocati e media per diffamare il clero prima del processo.
http://www.themediareport.com/jan2012/snap-media-lawyer-collaboration.htm
Alberto