Belgio: perquisizioni oggi anche nella diocesi di Bruges
Dopo le perquisizioni ieri da parte delle autorità giudiziarie negli uffici delle diocesi di Malines-Bruxelles, di Anversa e Hasselt, sono in corso da questa mattina perquisizioni anche negli uffici della diocesi di Bruges, la diocesi di cui era vescovo Roger Vangheluwe e da cui è scoppiato in Belgio lo scandalo pedofilia dopo che nell’aprile del 2010 il vescovo si dimise ammettendo di aver commesso abusi sessuali nei confronti di un minorenne. A confermalo all'agenzia Sir è il portavoce della Conferenza episcopale belga, padre Tommy Scholtes, che aggiunge: “riguardo alla posizione della Chiesa, bisogna ribadire che siamo a disposizione della giustizia a patto che le condizioni legali delle perquisizioni siano ben rispettate. Nelle diocesi che sono state perquisite ieri, gli inquirenti hanno chiesto dossier di sacerdoti che sono citati per abusi sessuali e si vuole evidentemente verificare quale sia stato il seguito che le autorità religiose hanno dato a questi dossier”. Nell’estate del 2010 le autorità giudiziarie avevano fatto irruzione nella sede dell’arcidiocesi di Malines-Bruxelles e nella casa del cardinale Danneels. In seguito a quelle perquisizioni, la Commissione Adriaenssens si era dimessa e fu istituita una Commissione parlamentare di inchiesta “Abusi sessuali”. Un anno dopo, quelle perquisizioni furono dichiarate illegali. Le perquisizioni di ieri hanno però avuto uno stile diverso. “Sono venuti – racconta padre Scholtes - con nuove domande e con dossier precisi riguardanti persone ben precise. Nel 2010 invece erano venuti per cercare in tutte le direzioni, pescando, per così dire, a caso. Ieri invece, in ogni diocesi, gli inquirenti hanno spiegato perché si cercava il nome di ogni sacerdote al centro dei dossier perché c’era a suo carico una denuncia”. Proprio la settimana scorsa, i vescovi e i superiori delle Congregazioni religiose del Belgio hanno presentato alla stampa un documento dedicato al trattamento degli abusi sessuali, alle procedure di risarcimento e alla prevenzione. Nel documento vescovi e superiori religiosi ribadiscono le responsabilità degli abusatori e invitano le vittime a presentare denuncia presso le autorità giudiziarie. “Due sono le logiche – spiega padre Scholtes – e corrono parallele: una logica di trasparenza nei confronti della giustizia e una logica di presa in conto delle vittime. Dobbiamo prendere in considerazione le vittime e fare ciò che occorre fare per loro, ma ciò non impedisce che dobbiamo essere trasparenti nei confronti della giustizia”. (R.P.)
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