PAPA: AFRICA NON CEDA AL RELATIVISMO MA SEGUA ESEMPIO DI BAKHITA
Salvatore Izzo
(AGI) - CdV, 5 set.
"Non lasciate mai che apra una breccia in Africa la cupa mentalita' relativista e nichilista che colpisce varie parti del nostro mondo".
Lo chiede il Papa ai laici cattolici africani riniti a Yaounde' in Camerun, ai quali indica l'esempio della santa sudanese Giuseppina Bakhita che, ricorda, "era una schiava" ma e' anche l'emblema della liberta', una "libera figlia di Dio", presentata da lui stesso nell'enciclica "Spe Salvi" come "testimone di speranza", capace di "mostrare come l'incontro con il Dio di Gesu' Cristo sia capace di trasformare profondamente ogni essere umano, anche nelle condizioni piu' povere per conferirgli la dignita' suprema di figlio di Dio".
"La scoperta della speranza cristiana - sottolinea Benedetto XVI nel testo diffuso oggi dalla Sala Stampa della Santa Sede - suscito' in lei un nuovo, incontenibile desiderio: "la liberazione che aveva ricevuto mediante l'incontro con il Dio di Gesu' Cristo, sentiva di doverla estendere, doveva essere donata anche ad altri, al maggior numero possibile di persone. La speranza, che era nata per lei e l'aveva 'redenta', non poteva tenerla per se'; questa speranza doveva raggiungere molti, raggiungere tutti".
Secondo il Pontefice, "l'incontro con Cristo dona lo slancio per superare anche le difficolta' apparentemente piu' insormontabili".
"E' questa - spiega - l'esperienza di santa Bakhita, ma e' anche l'esperienza che tanti giovani africani". "Accogliete e diffondete con forza rinnovata - scrive ancora il Pontefice - il messaggio di gioia e di speranza che porta Cristo, messaggio capace di purificare e rafforzare i grandi valori delle vostre culture".
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PAPA: MISERIA, CORRUZIONE, SFRUTTAMENTO DEBOLI E TERRORISMO I MALI DELL'AFRICA
Salvatore Izzo
(AGI) - CdV, 5 set.
Nell'Africa di oggi "i valori tradizionali piu' validi della cultura africana sono minacciati dalla secolarizzazione, che provoca disorientamento, lacerazioni nel tessuto personale e sociale, esasperazione del tribalismo, violenza, corruzione nella vita pubblica, umiliazione e sfruttamento delle donne e dei bambini, crescita della miseria e della fame".
Lo denuncia Benedetto XVI in un messaggio ai laici cattolici dell'Africa, riuniti a Younde' in Camerun. "A tutto questo - rileva - si aggiunge anche l'ombra del terrorismo fondamentalista, che di recente ha preso di mira le comunita' cristiane di alcuni Paesi africani".
In questo contesto non facile, afferma il Papa, "i giovani africani, che grazie a Dio sono la grande maggioranza della popolazione", sono chiamati a "rendere l'Africa 'Continente della speranza', un impegno che deve orientare la missione di tutti i fedeli laici". Nell'annuncio del Vangelo - infatti - anche in Africa "i fedeli laici hanno un ruolo insostituibile", perche' sono "ambasciatori di Cristo nello spazio pubblico, nel cuore del mondo".
Per il Pontefice, dunque, "nonostante i suoi problemi "gravi e di non facile soluzione, e non solo per le difficolta' materiali, ma anche per ostacoli spirituali e morali che pure la Chiesa incontra", resta vero quanto ha affermato piu' volte in passato e ripetuto oggi: "l'Africa e' il continente della speranza".
Se infatti guardiamo al cuore dei popoli africani con uno sguardo piu' profondo - sottolinea Benedetto XVI - scopriamo una grande ricchezza di risorse spirituali, preziose per il nostro tempo. L'amore alla vita e alla famiglia, il senso della gioia e della condivisione, l'entusiasmo di vivere la fede nel Signore, che ho potuto constatare nei miei viaggi africani, sono ancora impressi nel mio cuore".
"Evangelizzare per la Chiesa - osserva in proposito il Papa teologo citando Paolo VI - e' portare la Buona Novella in tutti gli strati dell'umanita' e, con il suo influsso, trasformare dal di dentro, rendere nuova l'umanita' stessa".
Per questo - conclude - "tutta l'Africa oggi attende gli "ambasciatori" della Buona Novella, fedeli laici provenienti dalle parrocchie, dalle Communautes Eccle'siales Vivantes, dai movimenti ecclesiali e dalle nuove comunita', innamorati di Cristo e della Chiesa, pieni di gioia e riconoscenza per il Battesimo che hanno ricevuto, coraggiosi operatori di pace e annunciatori di autentica speranza".
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