Separati i procedimenti nei confronti dell'ex maggiordomo del Papa e di Claudio Sciarpelletti
CITTA' DEL VATICANO - E' arrivato nell'aula del tribunale vaticano da solo, scortato dai gendarmi ma senza l'accompagnamento di alcun familiare, e con qualche minuto di anticipo sull'orario fissato per l'udienza, le 9.30, Paolo Gabriele, ex maggiordomo del Papa, a giudizio per furto aggravato in seguito all'inchiesta sul trafugamento dei documenti riservati del Papa. Gabriele ha assistito impassibile allo svolgersi della prima udienza durata circa due ore e un quarto.
Completo grigio chiaro, cravatta grigio scuro, camicia bianca, Gabriele nel corso dell'udienza si è mostrato con un'espressione un po' tesa, ma senza esternare sentimenti particolare. Ha ascoltato il dibattimento per la maggior parte del tempo seduto e a braccia conserte. Di tanto in tanto, in particolare durante la sospensione dell'udienza per la camera di consiglio, ha scambiato qualche commento con il suo avvocato, Cristiana Arru, che gli sedeva davanti nella piccola aula del tribunale, che tra testimoni, spettatori, membri della corte, cancellieri e legali ha contenuto circa una trentina di persone.
La prima udienza è durata due ore e quindici minuti. Alla sbarra anche Claudio Sciarpelletti, tecnico informatico della segreria di stato, imputato per favoreggiamento. Durante l'udienza, che ha preso inizio al suono di una campanella, la corte composta di tre giudici laici, si è riunita in camera di consiglio per circa un'ora e venti per decidere sulle eccezioni della difesa. Gabriele e Sciarpelletti sono imputati a seguito dell'inchiesta sul trafugamento delle carte riservate di Benedetto XVI.
Il Tribunale vaticano, su richiesta dell'avvocato Gianluca Benedetti, difensore di Sciarpelletti, ha deciso che i processi a carico di Paolo Gabriele e Claudio Sciarpelletti, imputati rispettivamente di furto aggravato e di favoreggiamento per la vicenda della fuga di documenti del Papa, procederanno separatamente. Martedì 2 ottobre, alle ore 9.00, ci sarà la seconda udienza che, ha detto il presidente Dalla Torre, sarà dedicata all'interrogatorio dello stesso Gabriele e ad altre deposizioni.
Fra i testimoni che verranno sentiti nel processo a carico di Paolo Gabriele c'é anche il segretario personale di Benedetto XVI, mons. Georg Gaenswein. La lista dei testimoni finora citati comprende, oltre a Gaenswein, la 'memores' Cristina Cernetti, e i gendarmi Pesce, Alessandrini, Cintia, De Santis, Carli e Bassetti. All'inizio dell'udienza è stato fatto l'appello dei testimoni, che in tutto dovevano essere 13 comprendendo anche i cinque per Claudio Sciarpelletti, la cui posizione però è stata al termine separata da quella di Paolo Gabriele. Otto, quindi i testimoni per Gabriele: due oggi assenti perché a Castel Gandolfo col Papa, Cristiana Cernetti e mons. Georg Gaenswein, e gli altri sei presenti, gli agenti della Gendarmeria Giuseppe Pesce, Costanzo Alessandrini, Luca Cintia, Stefano de Santis, Silvano Carli, Luca Bassetti. Se ci saranno richieste delle parti, altri testimoni potrebbero essere accolti dal Tribunale durante il processo.
Cinque i testimoni previsti invece finora per Sciarpelletti, il cui processo andrà avanti in data da destinarsi: lo stesso Paolo Gabriele, mons. Carlo Maria Polvani della Segreteria di Stato, il vice comandante della Guardia Svizzera William Kloter (questi due oggi assenti, e per la Gendarmeria il capo Domenico Giani e Gianluca Gauzzi Broccoletti.
Oltre che dal presidente del tribunale Dalla Torre, il collegio giudicante è composto dal giudice Paolo Papanti-Pelletier, e dal giudice Venerando Marano. Il promotore di giustizia, corrispondente a un pm italiano, è Nicola Picardi. L' imputato Gabriele, assistito dall'avvocato Cristiana Arru, é presente in aula, mentre Sciarpelletti è rappresentato dal suo avvocato Gianluca Benedetti. Paolo Gabriele rischia una pena fino a quattro anni di carcere, un massimo di tre per il furto dei documenti e uno in più per l'aggravante. Sciarpelletti, tecnico informatico dipendente della segreteria di Stato, rischia invece fino a un anno di detenzione.
A fianco di Paolo Gabriele si schiera Gianluigi Nuzzi, autore del volume 'Sua Santita'' sui documenti riservati del Papa. "In bocca al lupo, coraggioso Paoletto, non lasciamolo solo" si legge sul profilo Twitter del giornalista. Gabriele ha ammesso nel corso degli interrogatori dell'inchiesta formale che ha portato al rinvio al giudizio, di essere colui che ha fornito i documenti a Nuzzi per il suo libro.
Il tweet di Nuzzi, pubblicato anche sul suo profilo Facebook, fa riferimento all'hashtag #Iostoconilmaggiordomo.
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