Costruttori di speranza
Benedetto XVI al Congresso dei laici in corso a Yaoundé in Camerun
“Rendere l’Africa ‘continente della speranza’ è un impegno che deve orientare la missione dei fedeli laici africani oggi”: è l’auspicio che Benedetto XVI rivolge oggi ai partecipanti al Congresso dei laici cattolici dell’Africa, in corso a Yaoundé (Camerun), fino al 9 settembre. Un congresso per “rafforzare l’identità del laicato cattolico” in Africa, organizzato dal Pontificio Consiglio per i laici, in collaborazione con la Conferenza episcopale del Camerun. Vi partecipano oltre 300 delegati da tutta l’Africa (vescovi, associazioni laicali, movimenti ecclesiali e comunità). Tema del convegno “Essere testimoni di Gesù Cristo in Africa oggi: sale della terra, luce del mondo”. Lo scopo, spiegano gli organizzatori, “è aiutare il laicato cattolico africano a vivere la sua corresponsabilità nella missione di costruire la Chiesa nei diversi campi di apostolato, tra i quali l’educazione e la formazione cristiana, la pastorale familiare, il ruolo delle donne e dei giovani nella costruzione della comunità cristiana e della società, e la partecipazione dei fedeli laici nel mondo del lavoro e della politica, per testimoniare la fede cristiana”. Interverranno, tra gli altri, il card. Stanislaw Rylko, presidente del Pontificio Consiglio per i laici, il card. Peter K.A. Turkson, presidente del Pontificio Consiglio della giustizia e della pace, il card. Robert Sarah, presidente del Pontificio Consiglio Cor Unum, mons. Barthélémy Adoukonou, mons. Joseph Clemens, Marie Thérèse Mengue.
“No al nichilismo”. Nel messaggio indirizzato al card. Rylko, il Papa ricorda i suoi viaggi in Africa, che ha definito appunto “il continente della speranza”. “Non lasciate mai che la cupa mentalità relativista e nichilista che colpisce varie parti del nostro mondo, apra una breccia nella vostra realtà!”, questo l’appello di Benedetto XVI ai laici africani: “Accogliete e diffondete con forza rinnovata il messaggio di gioia e di speranza che porta Cristo, messaggio capace di purificare e rafforzare i grandi valori delle vostre culture”. “Certo – osserva -, a prima vista i problemi dell’Africa appaiono gravi e di non facile soluzione, e non solo per le difficoltà materiali, ma anche per ostacoli spirituali e morali che pure la Chiesa incontra”. Secondo il Papa “persino i valori tradizionali più validi della cultura africana oggi sono minacciati dalla secolarizzazione, che provoca disorientamento, lacerazioni nel tessuto personale e sociale, esasperazione del tribalismo, violenza, corruzione nella vita pubblica, umiliazione e sfruttamento delle donne e dei bambini, crescita della miseria e della fame”. Benedetto XVI cita anche “l’ombra del terrorismo fondamentalista, che di recente ha preso di mira le comunità cristiane di alcuni Paesi africani”.
Le risorse spirituali. Se però, precisa, “con uno sguardo più profondo, guardiamo al cuore dei popoli africani, scopriamo una grande ricchezza di risorse spirituali, preziose per il nostro tempo. L’amore alla vita e alla famiglia, il senso della gioia e della condivisione, l’entusiasmo di vivere la fede nel Signore, che ho potuto constatare nei miei viaggi africani, sono ancora impressi nel mio cuore”. Il Papa porta l’esempio della santa sudanese Giuseppina Bakhita “come testimone di speranza, per mostrare come l’incontro con il Dio di Gesù Cristo sia capace di trasformare profondamente ogni essere umano”. “L’incontro con Cristo – sottolinea - dona lo slancio per superare anche le difficoltà apparentemente più insormontabili. È l’esperienza di santa Bakhita, ma è anche l’esperienza che tanti giovani africani - grazie a Dio, la grande maggioranza della popolazione - sono chiamati a vivere oggi nella fedele sequela del Signore”.
“Ambasciatori di Cristo”. In questa prospettiva il convegno è, per il Papa, “un momento significativo nella preparazione di due eventi ecclesiali di rilievo universale ormai alle porte: il Sinodo dei vescovi sulla nuova evangelizzazione e l’Anno della fede”. Nell’opera di trasformazione di tutta la società, “così urgente per l’Africa di oggi, i fedeli laici hanno un ruolo insostituibile”: sono "ambasciatori di Cristo" nello spazio pubblico. “Donne e uomini, giovani, anziani e bambini, famiglie e intere società, tutta l’Africa oggi attende gli ‘ambasciatori’ della Buona Novella – conclude il Papa -, fedeli laici provenienti dalle parrocchie, dalle Communautés ecclésiales vivantes, dai movimenti ecclesiali e dalle nuove comunità, innamorati di Cristo e della Chiesa, pieni di gioia e riconoscenza per il battesimo che hanno ricevuto, coraggiosi operatori di pace e annunciatori di autentica speranza”.
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