martedì 3 gennaio 2012

Verzè e la chiesa buonista e lassista. Un commento

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9 commenti:

Anonimo ha detto...

Raffaella, ma questo commento è da sottoscrivere al 1000%, anzi, al 10.000%. Sinceramente non credevo che qualcuno avesse il coraggio di affrontare l'argomento delle deviaznze dottrinali di don Verzè. Son contento che questo giornalista lo abbia fatto. I vescovi devono imparare (si, propio così: imparare) ad essere "vescovi" che etimologicamente vuol dire "colui che vigila". Nel caso di don Verzè dove è stata la vigilanza? Don Verzè ha le sue colpe, gravisssime, presso Dio, per gli scandali suscitati dalle sue esternazioni eterodosse; ma minor responsabilità non hanno coloro che dovevano richiamarlo alla fedeltà degli impegni sacerdotali liberamente assunti. Purtroppo non mi pare che la lezione sia stata capita dai vescovi; un esempio per tanti che se ne potrebbero fare: don Mazzi, che va in televisione a dire di aver "fregato la Chiesa"!! E tante altre affermazioni scandalose! O don Gallo, o don Giorgio etc. e tanti altri.Perchè i loro vescovi non li fermano? Son forse stati ordinati preti per seminar la zizzania nel campo del Signore, o non son forse stati ordinatip reti per seminare il buon grano e curane la crescita? Ah! Quanto avrei voluto che i vescovi avessero il polso di un Giuseppe Siri (ma di nomi di vescovi che han governato con rigore il loro popolo se ne potrebber fare tanti. Il problema sono i vescovi che non fanno il loro dovere di vigilanza e, quando necessario, di condannare le posizioni eterodosse. Ma d'altronde se i vescovi sono indaffaratissimi a costruire altari in stile marziano, se sono indaffaratissimi ad appender "croci" deformi nelle loro cattedrali, a proibire i presepi o a vigilare sulla messa antica e a punire chi la celebra, è chiaro che non possono aver tempo di occuparsi di ortodossia e disciplina canonica....

Andrea ha detto...

È scorretta la domanda "perchè i Vescovi non fanno questo?", così come ogni domanda "perchè il tale non fa una certa cosa?".
Se sento parlare don Mazzi, giudico lui, non il suo Vescovo.

Infatti tale domanda conduce subito a distinguere i Vescovi in "buoni" e "cattivi".

Invece è verissimo ciò che afferma il giornalista, cioè che la Chiesa postconciliare assolse sovente il peccato insieme al peccatore. Più propriamente, la mentalità "di moda" sostenne che non esistesse alcun peccato, ma tutto fosse "libera presa di posizione di persone (preti) adulte e vaccinate".
Questo è relativismo massonico allo stato puro.

Anonimo ha detto...

in riferimento ad un prete, alle sue esternazioni, ed al suo vescovo, la domanda "perchè il vescovo non interviene" non solo non è scorretta, ma correttissima, pertinente e coglie nel segno. Un prete non è una mina vagante che può dire ciò che vuole dove vuole e quando vuole. Un prete è vincolato dall'obbedienza. E' prete per servire la Chiesa, non per sbeffeggiarla. Così come un vescovo è tale per servire pure lui la Chiesa, e difenderla. Un prete che anzichè predicare la dottrina della Chiesa predica le sue idee è un traditore, come sarebbe un traditore un rappresentante che anzichè proporre i prodotti per i quali l'azienda lo paga, promuovesse i prodotti della concorrenza; Un prete è liberissimo di predicare se stesso e le sue idee, ma allora si "dimetta" dallo stato clericale e lo faccia. Non può usare del suo status per dire "ho fregato la Chiesa". E un vescovo che non interviene a bloccare, e purea a sanzionare un suo prete è inadempiente verso i suoi doveri. In ambito civile se un funzionario statale aiuta uno stato nemico, giustamente viene definito traditore e sanzionato. Perchè non si dovrebbe dire lo stesso di un prete che anzichè predicare Cristo e la Sua Chiesa, predica il nemico? No, il chiedersi il perchè un vescovo lascia fare a certi preti tutto ciò che vogliono è pienamente lecito, corretto e legittimo. E' ora di dire basta al silenzio di fronte a preti scandalosi e vescovi conniventi.

Anonimo ha detto...

Assolutamente d'accordo con anonimo delle 10.03.
Alessia

Anonimo ha detto...

Molto giusto. Chi ascolterà?

Raffaella ha detto...

Nessuno!
Dobbiamo aspettare la conversione dei cuori :-)
R.

Andrea ha detto...

Per l'anonimo delle 10:03 : il silenzio di fronte a preti scandalosi non mi sembra davvero una mia caratteristica.
Il giudizio sulla "connivenza" dei Vescovi è totalmente scorretto quando viene posto nei termini "Se ci fosse Siri.." - "Se ci fossi io..". I Vescovi esistenti legittimamente sono quelli, e non siamo noi (né Siri).

Se invece ci si pone il pproblema del "perché", cioè di quale sia la mentalità prevalente, ho risposto. E non mi pare che sia una risposta accondiscendente.

Saluti a tutti, per 24 ore non potrò collegarmi.

Anonimo ha detto...

Forse la figura del prete dissidente fa comodo a molti vescovi che magari, nel profondo, non disapprovano affatto le loro picconate. Non dimentichiamo che esiste una forte insofferenza nei confronti della figura del Papa che si vorrebbe puramente simbolica. Per molti Roma è lontana in tutti i sensi. Urge la conversione dei cuori e un cambiamento generazionale. Una "generazione Ratzinger" di vescovi, preti, suore e teologi.
Alessia

Andrea ha detto...

"Generazione Ratzinger", cara Alessia, va benissimo (sentivo con gioia il prete riprendere, nel pomeriggio di Capodanno, temi dell'omelia papale) se significa, tramite il toccante carisma dell'attuale Santo Padre, "generazione Roma".

Come tu dici, "Roma" è lontanissima per molti (spesso è più lontana per un Vescovo euro-occidentale che si trova a un'ora di aereo da Roma che per un Vescovo di un continente lontano).

Mi permetto di ripetere che Roma torna "vicina" solo se ci si riaggancia a una visione "cattolica" della Chiesa, cioè se si respinge ogni contrapposizione fra potere politico e potere spirituale.
In altre parole, o si pratica la logica evangelica del "già e non ancora" (il Regno di Dio è "già" qui, ma "non ancora" nella forma definitiva: è questo il principio della "sana laicità") oppure è inevitabile contrapporre le "autonomie" provvisorie (Stato assoluto, Diocesi, Territori..) all'armonia cattolica centrata su Roma, cioè sul Papa, cioè su Cristo Re.