Samuele e Giovanni
Ricordata all’Angelus la Giornata mondiale del migrante e del rifugiato
Il tema della vocazione e il ruolo decisivo della guida spirituale nel cammino di fede sono stati al centro dell’Angelus odierno di Benedetto XVI, da piazza San Pietro.
Il ruolo del mediatore. Nelle Letture bibliche della seconda domenica del Tempo Ordinario, ha sottolineato il Papa, “emerge il tema della vocazione: nel Vangelo è la chiamata dei primi discepoli da parte di Gesù; nella prima Lettura è la chiamata del profeta Samuele”. In entrambi i racconti “risalta l’importanza della figura che svolge il ruolo di mediatore, aiutando le persone chiamate a riconoscere la voce di Dio e a seguirla”. Nel caso di Samuele, “si tratta di Eli, sacerdote del tempio di Silo, dove era custodita anticamente l’arca dell’alleanza, prima di essere trasportata a Gerusalemme”. Una notte Samuele, che era ancora un ragazzo e fin da piccolo viveva al servizio del tempio, “per tre volte di seguito si sentì chiamare nel sonno e corse da Eli. Ma non era lui a chiamarlo. Alla terza volta Eli capì, e disse a Samuele: Se ti chiamerà ancora, rispondi: ‘Parla, Signore, perché il tuo servo ti ascolta’. Così avvenne, e da allora in poi Samuele imparò a riconoscere le parole di Dio e divenne suo fedele profeta”. Nel caso dei discepoli di Gesù, “la figura mediatrice è quella di Giovanni Battista”. In effetti, “Giovanni aveva una vasta cerchia di discepoli, e tra questi vi erano anche le due coppie di fratelli Simone e Andrea, Giacomo e Giovanni, pescatori della Galilea. Proprio a due di questi il Battista indicò Gesù, il giorno dopo il suo battesimo nel fiume Giordano. Lo indicò loro dicendo: ‘Ecco l’agnello di Dio!’, che equivaleva a dire: Ecco il Messia. E quei due seguirono Gesù, rimasero a lungo con Lui e si convinsero che era veramente il Cristo. Subito lo dissero agli altri, e così si formò il primo nucleo di quello che sarebbe diventato il collegio degli apostoli”.
Annuncio e testimonianza. Alla luce di questi due testi, il Pontefice ha sottolineato “il ruolo decisivo della guida spirituale nel cammino di fede e, in particolare, nella risposta alla vocazione di speciale consacrazione per il servizio di Dio e del suo popolo. Già la stessa fede cristiana, di per sé, presuppone l’annuncio e la testimonianza: infatti essa consiste nell’adesione alla buona notizia che Gesù di Nazaret è morto e risorto, che è Dio”. E così “anche la chiamata a seguire Gesù più da vicino, rinunciando a formare una propria famiglia per dedicarsi alla grande famiglia della Chiesa, passa normalmente attraverso la testimonianza e la proposta di un ‘fratello maggiore’, di solito un sacerdote”. Questo “senza dimenticare il ruolo fondamentale dei genitori, che con la loro fede genuina e gioiosa e il loro amore coniugale mostrano ai figli che è bello ed è possibile costruire tutta la vita sull’amore di Dio”. Perciò il Santo Padre ha esortato a pregare “la Vergine Maria per tutti gli educatori, specialmente i sacerdoti e i genitori, perché abbiano piena consapevolezza dell’importanza del loro ruolo spirituale, per favorire nei giovani, oltre alla crescita umana, la risposta alla chiamata di Dio, a dire: ‘Parla, Signore, il tuo servo ti ascolta’”.
Giornata del migrante e del rifugiato. Dopo l’Angelus, Benedetto XVI ha evidenziato che “celebriamo oggi la Giornata mondiale del migrante e del rifugiato. Milioni di persone sono coinvolte nel fenomeno delle migrazioni, ma esse non sono numeri! Sono uomini e donne, bambini, giovani e anziani che cercano un luogo dove vivere in pace”. Nel suo Messaggio per questa Giornata il Papa ha richiamato l’attenzione sul tema "Migrazioni e nuova evangelizzazione”, sottolineando che “i migranti sono non soltanto destinatari, ma anche protagonisti dell’annuncio del Vangelo nel mondo contemporaneo”. In questo contesto il Pontefice ha rivolto “un cordiale saluto ai rappresentanti delle comunità migranti di Roma”, oggi presenti in piazza San Pietro, dando loro il “benvenuto”. Il Santo Padre ha anche ricordato che “dal 18 al 25 di questo mese di gennaio si svolgerà la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani”. “Invito tutti, a livello personale e comunitario, ad unirsi spiritualmente e, dove possibile, anche praticamente, per invocare da Dio il dono della piena unità tra i discepoli di Cristo”, ha affermato.
Saluti plurilingue. Anche nei saluti in varie lingue Benedetto XVI ha rammentato la Giornata mondiale del migrante e del rifugiato. In francese ha invitato i pellegrini a “essere portatori instancabili della Buona Novella presso i nostri fratelli e sorelle rifugiati e migranti. Cerchiamo di essere testimoni autentici del Vangelo vivendo concretamente la solidarietà e la carità cristiana, non solo con la preghiera, ma anche con i fatti”. In polacco ha invitato a ricordare “nella preghiera tutti coloro che vivono in terra straniera”. La riflessione su “Migrazioni e nuova evangelizzazione”, è stato l’auspicio del Papa, “ci aiuti a comprendere meglio i bisogni dei migranti e dei rifugiati e specialmente il loro desiderio di incontrare Dio. Benedico di cuore voi tutti e in modo particolare i polacchi che vivono fuori della patria”.
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