domenica 11 dicembre 2011

La vera luce. Incontro del Papa con una parrocchia di Roma, Angelus, la benedizione dei Bambinelli e un pensiero sulla vita (Sir)

La vera luce

Incontro con una parrocchia di Roma, Angelus, la benedizione dei Bambinelli e un pensiero sulla vita

L’Avvento è “tempo di attesa, di speranza e di preparazione alla visita del Signore” e come Giovanni Battista “anche noi dobbiamo riconoscere senza esitazioni che la nostra vita prende significato dalla relazione con Cristo e che il nostro compito è quello di portare Lui agli altri e di portare gli altri a Lui”. Lo ha detto, stamattina, Benedetto XVI, nella messa nella parrocchia romana di Santa Maria delle Grazie a Casal Boccone, dove si è recato in visita pastorale per la terza Domenica di Avvento. La chiesa, consacrata l’anno scorso, sorge nella zona nord di Roma.

Comunità giovane. “La vostra – ha affermato il Papa - è una comunità giovane. Giovane perché costituita, soprattutto per quanto riguarda i nuovi insediamenti, da famiglie giovani, e anche perché tanti sono i bambini e i ragazzi che la popolano”.Di qui l’auspicio che l’“impegno educativo si sviluppi sempre meglio” e che la “parrocchia, anche con l’aiuto del vicariato, possa dotarsi quanto prima di un oratorio ben strutturato, con adeguati spazi per il gioco e l’incontro, così da soddisfare il bisogno di crescita nella fede e in una sana socialità per le giovani generazioni”. Bene anche l’impegno “nella preparazione dei ragazzi e dei giovani ai sacramenti. La sfida che abbiamo davanti consiste nel disegnare e proporre un vero e proprio percorso di formazione alla fede, che coinvolga quanti si accostano all’iniziazione cristiana, aiutandoli non solo a ricevere i sacramenti, ma a viverli, per essere veri cristiani”.

Il dono e la risposta. Il Pontefice ha invitato a essere attenti “al rapporto con Dio” e soprattutto ha richiamato “l’importanza e la centralità dell’Eucaristia. La santa messa sia al centro” della domenica: “Non perdete il senso della domenica e siate fedeli all’incontro eucaristico. I primi cristiani sono stati pronti a donare la vita per questo”. Il Santo Padre ha affrontato anche un’altra questione: “Non posso ignorare che nel vostro territorio una grande sfida è costituita da gruppi religiosi che si presentano come depositari della verità del Vangelo. A questo riguardo è mio dovere raccomandarvi di essere vigilanti e di approfondire le ragioni della fede e del messaggio cristiano, così come ce lo trasmette con garanzia di autenticità la tradizione millenaria della Chiesa. Continuate nell’opera di evangelizzazione con la catechesi e la corretta informazione circa ciò che crede e annuncia la Chiesa cattolica; proponete con chiarezza le verità della fede cristiana”, “senza dimenticare l’impegno di purificare e rafforzare la propria fede di fronte ai pericoli e alle insidie che possono minacciarla in questi tempi”. “Superate – ha aggiunto - i limiti dell’individualismo, della chiusura in se stessi, il fascino del relativismo, per cui si considera lecito ogni comportamento, l’attrazione che esercitano forme di sentimento religioso che sfruttano i bisogni e le aspirazioni più profonde dell’animo umano, proponendo prospettive di appagamento facili, ma illusorie. La fede è un dono di Dio, ma che vuole la nostra risposta”.

Ai giovani. Benedetto XVI ha anche insistito sulla “testimonianza della carità, che deve caratterizzare la vostra vita di comunità. In questi anni voi l’avete vista crescere rapidamente anche nel numero dei suoi membri, ma avete visto anche giungere molte persone in difficoltà e in situazioni di disagio, che hanno bisogno di voi, del vostro aiuto materiale, ma anche e soprattutto della vostra fede e della vostra testimonianza di credenti”. Una “speciale parola di affetto e di amicizia” il Papa l’ha rivolta a ragazzi e giovani: “L’oggi e il domani della storia e il futuro della fede sono affidati in modo particolare a voi che siete le nuove generazioni. La Chiesa si aspetta molto dal vostro entusiasmo, dalla vostra capacità di guardare avanti, di essere animati da ideali, e dal vostro desiderio di radicalità nelle scelte di vita”.

Il giusto valore delle cose. All’Angelus da piazza San Pietro il Pontefice ha ricordato: “La vigilanza del cuore, che il cristiano è chiamato ad esercitare sempre, nella vita di tutti i giorni, caratterizza in particolare questo tempo in cui ci prepariamo con gioia al mistero del Natale”. “L’ambiente esterno – ha sottolineato - propone i consueti messaggi di tipo commerciale, anche se in tono minore a causa della crisi economica. Il cristiano è invitato a vivere l’Avvento senza lasciarsi distrarre dalle luci, ma sapendo dare il giusto valore alle cose, per fissare lo sguardo interiore su Cristo. Se infatti perseveriamo ‘vigilanti nella preghiera ed esultanti nella lode’, i nostri occhi saranno in grado di riconoscere in Lui la vera luce del mondo, che viene a rischiarare le nostre tenebre”. In particolare, la liturgia della domenica detta “Gaudéte” “ci invita alla gioia, ad una vigilanza non triste, ma lieta”. “La vera gioia – ha chiarito - non è frutto del divertirsi, inteso nel senso etimologico della parola di-vertere, cioè esulare dagli impegni della vita e dalle sue responsabilità. La vera gioia è legata a qualcosa di più profondo. Certo, nei ritmi quotidiani, spesso frenetici, è importante avere spazi di tempo per il riposo, per la distensione, ma la gioia vera è legata al rapporto con Dio. Chi ha incontrato Cristo nella propria vita, sperimenta nel cuore una serenità e una gioia che nessuno e nessuna situazione possono togliere”. La vera gioia “non è un semplice stato d’animo passeggero, né qualcosa che si raggiunge con i propri sforzi, ma è un dono, nasce dall’incontro con la persona viva di Gesù, dal fargli spazio in noi, dall’accogliere lo Spirito Santo che guida la nostra vita”.

Diritto alla vita. Dopo l’Angelus, il primo saluto del Santo Padre è stato “riservato ai bambini di Roma, venuti per la tradizionale benedizione dei ‘Bambinelli’, organizzata dal Centro oratori romani”. “Cari bambini, quando pregherete davanti al vostro presepe, ricordatevi anche di me – ha chiesto Benedetto XVI -, come io mi ricordo di voi. Vi ringrazio! Buon Natale!”. Poi ha salutato “i rappresentanti del Movimento per la vita di molti Paesi europei, convenuti in occasione del premio per la vita ‘Madre Teresa di Calcutta’ assegnato alla memoria di Chiara Lubich”. “Nell’anniversario della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, ricordiamo che il primo fra tutti i diritti è quello alla vita. Vi auguro ogni bene per la vostra attività”, ha dichiarato. Infine, un invito agli universitari degli Atenei di Roma “alla celebrazione dei Vespri in preparazione al Natale”: l’appuntamento è per giovedì prossimo, 15 dicembre, nella basilica di San Pietro.

© Copyright Sir

Nessun commento: