BENEDETTO XVI: AGLI UNIVERSITARI ROMANI, “ESSERE COSTANTI E PAZIENTI”
“Essere costanti e pazienti significa imparare a costruire la storia insieme con Dio, perché solo edificando su di Lui e con Lui la costruzione è ben fondata, non strumentalizzata per fini ideologici, ma veramente degna dell’uomo”. Lo ha detto il Papa, nell’omelia dei vespri celebrati questo pomeriggio, nella Basilica di San Pietro, con gli universitari romani. “Dio, nell’incarnazione del Verbo, nell’incarnazione del suo Figlio, ha sperimentato il tempo dell’uomo, della sua crescita, del suo farsi nella storia”, ha ricordato Benedetto XVI, secondo il quale “quel Bambino è il segno della pazienza di Dio, che per primo è paziente, costante, fedele al suo amore verso di noi”, perché “sa attendere”.
“Quante volte gli uomini hanno tentato di costruire il mondo da soli, senza o contro Dio!”, ha esclamato il Santo Padre: “Il risultato è segnato dal dramma di ideologie che, alla fine, si sono dimostrate contro l’uomo e la sua dignità profonda”.
“La costanza paziente nella costruzione della storia, sia a livello personale che comunitario – ha puntualizzato il Papa – non si identifica con la tradizionale virtù della prudenza, di cui certamente si ha bisogno, ma è qualcosa di più grande e più complesso”. La pazienza è “la virtù di coloro che si affidano” alla presenza di Dio nella storia, che “non si lasciano vincere dalla tentazione di riporre tutta la speranza nell’immediato”.
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