domenica 23 settembre 2012

La Coldiretti dona una vigna al Papa e rinnova l'appello a difesa del Creato


La Coldiretti dona una vigna al Papa e rinnova l'appello a difesa del Creato 

In occasione della Giornata della Salvaguardia del Creato, gli agricoltori della Coldiretti hanno donato al Papa una vigna di "Trebbiano" e "Cesanese di Affile" per la Fattoria pontificia. Stamani a Castel Gandolfo, migliaia di agricoltori italiani hanno organizzato un evento sul tema della difesa del Creato con una mostra di prodotti agricoli promossa dalla Fondazione "Campagna Amica" della Coldiretti. I partecipanti hanno poi preso parte all’Angelus al Palazzo Apostolico dove hanno ricevuto il saluto e la gratitudine di Benedetto XVI. Sul particolare omaggio al Papa e l’importanza della difesa del Creato, Luca Collodi ha intervistato padre Renato Gaglianone, consigliere ecclesiastico Nazionale della Coldiretti: 

R. – L’anno scorso, abbiamo donato un alveare che produce del miele e che è stato collocato nelle Ville Pontificie; quest’anno abbiamo pensato ad un vigneto. Questa vigna sarà impiantata attraverso dei grappoli d’uva che si spera l’anno prossimo già producano il vino che potrà servire per la mensa, sia eucaristica sia conviviale.

D. – Non tutti sanno che esiste questa Fattoria pontificia che produce alimenti – in quantità limitata, naturalmente – di grande valore …

R. – La Fattoria pontificia voluta da Pio XI è una fattoria abbastanza articolata: produce prodotti di qualità, è impegnata anche nella produzione di articoli biologici per la salvaguardia del territorio, cercando di essere testimoni di cosa significhi coltivare la terra per produrre beni in risposta anche all’impegno di Dio che ha affidato all’uomo questa terra perché la coltivasse e la custodisse, non semplicemente per violentarla o utilizzarla secondo gusti o desideri egoistici. E la Fattoria pontificia, in fondo, è su questa linea, perché vuole essere un modello, un modo di essere presenti sul territorio, produrre alimenti ed essere anche tra coloro che guardano e salvaguardano questo territorio. Quando, infatti, l’uomo lascia il suo territorio, lo abbandona a se stesso e i risultati li abbiamo sotto gli occhi. Sono quelle ferite di cui poi parla il messaggio dei vescovi per questa settima Giornata della salvaguardia del Creato.

D. – Ferite che non mancano neppure in Europa per alcune politiche che favoriscono la cementificazione del territorio e la produzione di biocarburanti …

R. – C’è il rischio che, per dare spazio alla green economy, poi si facciano scelte che penalizzano il terreno fertile, per esempio: quel terreno che produce beni. Così come è impensabile, in una situazione in cui c’è bisogno di gente che ha bisogno di cibo, che – ad esempio – si produca mais per ottenere biocarburante, dimenticando che invece questo potrebbe servire per dare da mangiare a chi ha fame …

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