sabato 22 settembre 2012

In difesa della libertà di tutti. Appello di Cattolici e Musulmani di Francia dopo il caso delle vignette su Maometto (O.R.)

Appello di cattolici e musulmani di Francia dopo il caso delle vignette su Maometto

In difesa della libertà di tutti


Parigi, 21. La libertà, anche quella di espressione, si difende con il rispetto dell'altrui dignità. È quanto affermano con determinazione cattolici e musulmani in Francia, dove è crescente il clima di tensione in seguito alla pubblicazione di alcune vignette su Maometto sul settimanale satirico «Charlie Hebdo». Un'iniziativa editoriale che ha immediatamente sollevato proteste e aggiunto elementi di ulteriore preoccupazione a una situazione già incandescente per via del film Innocence of Muslims che, come noto, nei giorni precedenti aveva scatenato l'assalto a sedi diplomatiche statunitensi in vari Paesi -- a Bengasi hanno trovato la morte l'ambasciatore statunitense Chris Stevens insieme a tre funzionari -- oltre alle minacce terroristiche della rete di Al Qaeda.

In una dichiarazione congiunta il vescovo di Evry-Corbeil-Essonnes, Michel Dubost, presidente del Consiglio per le relazioni interreligiose dell'episcopato transalpino, e Mohammed Moussaoui, presidente del Consiglio francese del Culto musulmano, hanno dunque lanciato un appello perché la Nazione non dimentichi che «la libertà si mette in pericolo se dimentica il principio della fraternità e il rispetto dell'uguale dignità».
In particolare, nell'appello viene ricordato che «la Repubblica francese ha come sua divisa: la libertà, l'uguaglianza, la fraternità». E, «noi difendiamo la libertà e, in particolare sosteniamo la libertà di espressione nel rispetto della legge». Proprio per questo, «davanti alle offese, alle divisioni, alle caricature, ai film e ai reportage unilaterali, sprezzanti e violenti, non possiamo non richiamare tutti alla coscienza e alla responsabilità e lanciare un appello: Francia, che fai tu per rispettare l'altro? Che fai tu per la fraternità? Noi vogliamo vivere insieme, facciamo in modo che questo sia possibile!».
In precedenza, intervistato dalla radio Europe i, sull'argomento era intervenuto anche il cardinale arcivescovo di Parigi, Andrè Vingt-Trois, presidente dell'episcopato francese, il quale aveva definito la pubblicazione delle caricature di Maometto una «provocazione» che avrebbero suscitato «la repulsione di molti credenti musulmani che si sentiranno feriti nella loro fede e che cercheranno dei modi per esprimere il loro malcontento. Per il presule, inoltre, è evidente che «non si può dire qualsiasi cosa protetti dalla libertà di espressione. Penso che quello che caratterizza una democrazia, è che si possa ricorrere a degli strumenti di diritto per ottenere una riparazione». Nel frattempo, in varie parti del mondo proseguono le reazioni al film ritenuto offensivo dell'islam. In particolare in Pakistan, dove il clima di tensione tra cristiani e musulmani è già alto per via della discussa legge sulla blasfemia, c'è da registrare un significativo appello alla calma e alla collaborazione formulato dai leader del Consiglio nazionale per il dialogo interreligioso, formato da rappresentanti cristiani, musulmani, indù, sikh e di altre confessioni, e coordinato dal padre cappuccino Francis Nadeem.
Nel messaggio si esprime solidarietà ai musulmani offesi nei loro sentimenti religiosi e si prega per gli stessi autori del filmato perché «possano utilizzare il loro talento non per offendere ma per promuovere la pace nel mondo e l'armonia sociale». Il Consiglio, infine, chiede alle Nazioni Unite di adottare misure contro l'abuso della libertà di espressione.

(©L'Osservatore Romano 22 settembre 2012) 

3 commenti:

Anonimo ha detto...


"Francia, che fai tu per rispettare l'altro? Che fai tu per la fraternità?" L'appello del prelato francese contro le quattro vignette satiriche di una rivista che si è liberi di comprare o no è molto nobile ma fuori luogo. Proverei piuttosto a dire, a proposito dei cristiani nei paesi musulmani "Arabia Saudita (o Pakistan, o Algeria etc), che fai tu per rispettare l'altro? Che fai tu per la fraternità?". In quel caso il problema non sono quattro vignette che si possono benissimo ignorare, ma la possibilità di esistere senza essere messo in prigione, perseguitato, scacciato, brutalizzato. Il problema non sono le "offese" all'islam, dato che i musulmani si offendono per pochissimo (ricordo i cristiani perseguitati e uccisi in Pakistan per una legge sulla "blasfemia"), ma le loro reazioni violente e spropositate.

alberto ha detto...

Perché non intervengono per difendere i cristiani perseguitati crudelmente in Pakistan in Nigeria,in Sudan,in Egitto,in Iraq, in Arabia e in tutti i paesi islamici...
episcopi indegni di Cristo avete il prosciutto agli occhi!
Preocupatevi dei cristiani e non dei maomettani arroganti,assassini e violenti!

alberto ha detto...

La libertà non può essere coartata da nessuno ognuno è libero di scrivere e pubblicare quel che vuole ...ma questi vogliono islamizzare l'occidente e dettare le loro porche luride leggi!
No all'islam ora e sempre!
Viva Cristo!Viva San PIO V!