Domenica la visita alla parrocchia romana di Santa Maria delle Grazie a Casal Boccone
Tante famiglie giovani attendono il Papa
di Gianluca Biccini
È una comunità di famiglie giovani, con una chiesa moderna, inaugurata appena un anno e mezzo fa, che accoglie Benedetto xvi l'11 dicembre. Nella domenica Gaudete, la terza di Avvento, il Papa visita la parrocchia romana di Santa Maria delle Grazie a Casal Boccone, alla periferia nord-occidentale della città. In un clima di festa prenatalizio, il Vescovo di Roma torna in una comunità della sua diocesi per la seconda volta in questo 2011, la dodicesima dall'inizio del Pontificato.
Situato tra le vie Salaria e Nomentana, a ridosso del Grande Raccordo Anulare, il quartiere è una delle tipiche borgate dell'agro romano, dove nel dopoguerra uomini e donne -- provenienti soprattutto da Marche e alto Lazio -- giunsero come operai o per impiantare attività commerciali. Acquistavano piccoli appezzamenti di terreno e vi costruivano casette unifamiliari, alle quali successivamente si sono aggiunti i nuovi complessi abitativi, la cui edificazione prosegue ancora oggi. Agli inizi la cura pastorale dei residenti fu assicurata da religiosi domenicani, che allestirono una cappellina presso l'abitazione di una delle famiglie pioniere. Fin dall'inizio, si radicò la devozione alla Madonna, venerata con il titolo di Santa Maria delle Grazie, come testimonia l'immagine mariana tutt'ora visibile.
Nel 1969 il luogo di culto fu trasferito in un locale più grande, come vicaria della vicina parrocchia di San Ponziano. «Esso -- spiega il parroco, don Domenico Monteforte -- ha svolto le funzioni di chiesa parrocchiale fino al 2010, anno in cui, il 1° maggio, è stata consacrata la nuova aula liturgica, con annessi i locali, le aule per il catechismo e la casa canonica». La fondazione risale invece al 1974, quando fu eretta la parrocchia di San Domenico di Guzmán e creata la sede vicaria nel quartiere limitrofo di Cinquina. Così quando la comunità crebbe e il territorio fu diviso in due, il titolo del fondatore dei domenicani restò a Cinquina e la chiesa di Casal Boccone fu dedicata alla Madonna. Era il 1° ottobre 1985, data che segna la nascita ufficiale della parrocchia di Santa Maria delle Grazie. «Ora attendiamo di poter iniziare i lavori dell'oratorio -- auspica don Monteforte -- come luogo di accoglienza per i giovani e le famiglie». Del resto la popolazione attuale di circa nove-diecimila persone è destinata a crescere nei prossimi anni e la parrocchia vi rappresenta l'unico elemento di aggregazione.
La maggior parte degli abitanti è costituita da giovani famiglie: «Ciò comporta una discreta presenza di bambini e ragazzi», aggiunge il parroco. Di contro, nella parte vecchia del quartiere abitano molti immigrati, che lavorano nelle piccole aziende locali: per lo più rumeni e albanesi, ma anche nord-africani e asiatici. «Sono cristiani ortodossi -- dice ancora -- e ci sono anche molti musulmani». Nel territorio vi è inoltre una grossa presenza dei testimoni di Geova e sta anche sorgendo un tempio mormone.
L'area è ben servita dalle istituzioni didattiche: dalla scuola per l'infanzia al liceo, dove il parroco insegna religione. In tale contesto socioeconomico, svolgono il loro servizio pastorale con don Monteforte, il vicario don Paolo Fiorelli e due sacerdoti africani studenti a Roma. Li coadiuvano i membri di due comunità religiose femminili -- le Sorelle Apostole della Consolata e le Maestre Pie Venerini -- e un prete guanelliano. I laici impegnati si riuniscono soprattutto in un gruppo di preghiera ispirato al Rinnovamento nello Spirito ed è attiva anche la Gioventù ardente mariana (Gam), proveniente da un'altra parrocchia del settore, che si occupa di educazione, catechesi e animazione della preghiera con bambini e ragazzi. Infine a Santa Maria delle Grazie è presente una vivace comunità filippina, che si incontra per la liturgia in lingua tagalog. I suoi membri sono ben inseriti nel tessuto sociale, partecipano ai vari appuntamenti proposti dalla parrocchia e sono solleciti verso le necessità della stessa.
Ma don Domenico ha un cruccio: «Alla messa domenicale non c'è una grande affluenza di fedeli: molte famiglie sono giunte da poco e forse sono ancora legate alle realtà di provenienza. Inoltre il territorio è vasto e la chiesa è raggiungibile solo con mezzi di trasporto». Di questa situazione risentono anche le iniziative di preghiera, di adorazione, di lectio divina e di catechesi, alle quali la partecipazione è esigua e poco costante.
Tra gli aspetti positivi, l'alto numero di battesimi: circa ottanta lo scorso anno. Ci sono inoltre sessanta bambini iscritti al primo anno di preparazione alla Comunione e una ventina alla Cresima. «È evidente -- commenta il sacerdote -- il calo di continuità nel passaggio difficile dell'adolescenza». Per questo dopo i sacramenti dell'iniziazione cristiana la catechesi continua con attività formative. «Si tenta di accompagnare i ragazzi nel periodo della crescita -- prosegue -- sebbene, nonostante i lodevoli sforzi dei catechisti, partecipino in pochi. C'è inoltre un gruppo giovanile costituito da studenti degli ultimi anni delle superiori e da universitari».
In una parrocchia formata da popolazione per lo più giovane, del resto, l'attenzione al problema educativo viene al primo posto. Purtroppo -- si rammarica il parroco -- «manca ancora un oratorio ben strutturato, come luogo capace di accogliere il bisogno di crescita nella fede e in una sana socialità dei più piccoli. Come mancano le strutture sportive. Vista la pressante richiesta di un'area di gioco e di incontro -- conclude il parroco -- stiamo utilizzando il cortile interno alle spalle della chiesa, ma nonostante le attenzioni, si crea un certo disagio». È già funzionante, invece, lo spazio per le attività artistiche: un salone nel quale, oltre agli incontri comunitari, si svolgono attività teatrali, musicali ed espressive. La parrocchia offre il postscuola ai bambini esclusi dal servizio pubblico a causa dei tagli alla spesa sociale, il sostegno didattico nei compiti a casa per bambini e ragazzi in difficoltà, e l'aiuto alle famiglie nei periodi di chiusura della scuola. Ed è proprio quest'attenzione verso i più bisognosi a caratterizzare l'azione della Caritas parrocchiale, animata da un gruppo ristretto ma molto generoso, che tutti i giorni tiene aperto il centro di ascolto, per fornire assistenza con alimenti e vestiario e, in alcuni casi, anche con interventi più strutturati. Vi si rivolgono molti stranieri e alcune famiglie italiane colpite dalla perdita del lavoro. «Possiamo fare poco -- evidenzia una delle responsabili -- ma tentiamo di dare risposte, in stretta collaborazione con l'assistenza sociale pubblica».
(©L'Osservatore Romano 11 dicembre 2011)
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento