BENEDETTO XVI: A REBIBBIA, IN DIO “ GIUSTIZIA E CARITÀ COINCIDONO”
“La giustizia umana e quella divina sono molto diverse. Certo, gli uomini non sono in grado di applicare la giustizia divina, ma devono almeno guardare ad essa, cercare di cogliere lo spirito profondo che la anima, perché illumini anche la giustizia umana, per evitare – come purtroppo non di rado accade – che il detenuto divenga un escluso”. Lo ha detto, ieri mattina, Benedetto XVI nella sua visita pastorale alla casa circondariale nuovo complesso di Rebibbia a Roma.
“Giustizia e misericordia, giustizia e carità, cardini della dottrina sociale della Chiesa, sono due realtà differenti soltanto per noi uomini, che distinguiamo attentamente un atto giusto da un atto d’amore – ha evidenziato il Papa -.
Giusto per noi è ‘ciò che è all’altro dovuto’, mentre misericordioso è ciò che è donato per bontà.
E una cosa sembra escludere l’altra”. Ma “per Dio non è così: in Lui giustizia e carità coincidono; non c’è un’azione giusta che non sia anche atto di misericordia e di perdono e, nello stesso tempo, non c’è un’azione misericordiosa che non sia perfettamente giusta”. “Il sistema di detenzione – ha ricordato il Pontefice - ruota intorno a due capisaldi, entrambi importanti: da un lato tutelare la società da eventuali minacce, dall’altro reintegrare chi ha sbagliato senza calpestarne la dignità ed escluderlo dalla vita sociale”.
Entrambi questi aspetti, ha chiarito, “hanno la loro rilevanza e sono protesi a non creare quell’‘abisso’ tra la realtà carceraria reale e quella pensata dalla legge, che prevede come elemento fondamentale la funzione rieducatrice della pena e il rispetto dei diritti e della dignità delle persone”.
“So – ha dichiarato il Santo Padre - che il sovraffollamento e il degrado delle carceri possono rendere ancora più amara la detenzione: mi sono giunte varie lettere di detenuti che lo sottolineano.
È importante che le istituzioni promuovano un’attenta analisi della situazione carceraria oggi, verifichino le strutture, i mezzi, il personale, in modo che i detenuti non scontino mai una ‘doppia pena’; ed è importante promuovere uno sviluppo del sistema carcerario, che, pur nel rispetto della giustizia, sia sempre più adeguato alle esigenze della persona umana, con il ricorso anche alle pene non detentive o a modalità diverse di detenzione”.
“La nascita del Signore Gesù, di cui faremo memoria tra pochi giorni – ha aggiunto Benedetto XVI -, ci ricorda la sua missione di portare la salvezza a tutti gli uomini, nessuno escluso”. Il Papa ha chiesto al Bambino Gesù “di essere tutti liberati dalla prigionia del peccato, della superbia e dell’orgoglio: ciascuno infatti ha bisogno di uscire da questo carcere interiore per essere veramente libero dal male, dalle angosce e dalla morte”.
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3 commenti:
Buona settimana, Raffa!
OT
I radicali sono all'opera su tre fronti: ICI, pedofilia, caso Orlandi. C'era da aspettarselo.
http://www.labussolaquotidiana.it/ita/articoli-ici-e-chiesa-montiapre-ai-radicali-3947.htm
Alessia
Ciao Alessia, c'era da aspettarselo.
Non appoggero' alcuna iniziativa che veda coinvolti i radicali.
R.
Senza dubbio, Raffa. Neppure io voglio avere a che fare con i radicali. Mi permetto anche di consigliare il card. Bagnasco di prendere qualche iniziativa sul fronte abusi nel nostro paese. L'avvertimento è arrivato, sappiamo da chi partirà l'attacco e da quale testata verrà supportato. E sappiamo anche che tenteranno di trascinare il Papa nel fango. Quale Papa non è il caso di specificarlo.
Riguardo al caso Orlandi posso capire la disperazione di Pietro, ma i radicali non sono compagni di viaggio disinteressati e equi. Alessia
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