Riceviamo e con grande piacere e gratitudine pubblichiamo:
Il miracolo di san Gennaro chiude l'anno
Francesco Antonio Grana
Nella storia di Napoli il 16 dicembre 2011 verrà ricordato per due miracoli. Il primo è quello del suo patrono san Gennaro che raramente rinnova il prodigio della liquefazione del suo sangue nella memoria dell'eruzione del Vesuvio del 1631. Il secondo è il Giubileo per Napoli voluto dal cardinale Crescenzio Sepe.
"In questo anno la speranza si è incarnata nella nostra città e ha preso il nome dei mille luoghi e delle persone in cui è diventata realtà". Così il porporato guarda indietro all'anno giubilare con la soddisfazione di aver risposto alla domanda che lo tormentava prima di indire il Giubileo: "Come rendere la speranza non soltanto un desiderio?". Non a caso è un segno tangibile di quanto operato in questi dodici mesi a precedere di poche ore la cerimonia conclusiva in piazza del Plebiscito. Nella Casa di Tonia il cardinale inaugura il minimarket della solidarietà e ringrazia i tanti imprenditori che hanno realizzato quest'opera giubilare: Piero Gaeta con una sottoscrizione tra i soci dell'ufficio legale, Maurizio Bianconcini con i lavori edili, Alfredo Giacometti con le scaffalature, Emilio Alfano con l'energia, Biagio Mataluni con l'olio, Antimo Caputo con la farina, Cosimo Rummo con la pasta, Giuseppe Mandara con la mozzarella, Nicola Arnone con l'acqua, Pasquale D'Acunzi con i sughi freschi. La formula è innovativa per questo genere di attività. Piuttosto che raccogliere cibo da regalare in pacchi, secondo un'usanza diffusa, le famiglie bisognose riceveranno una tessera magnetica con la quale ritirare i beni in un ammontare predefinito. Il tutto per dare il senso del valore di quanto si riceve e impegnare chi beneficia del servizio a eventualmente restituire il prezzo mettendo a disposizione degli altri una propria abilità in un circolo virtuoso solidale. "È un modo - sottolinea mons. Gennaro Matino, moderatore della Curia partenopea - per salvaguardare la dignità della persona. I nuovi poveri non sono abituati ad andare a prendere il cosiddetto "pacco" nelle parrocchie, che sono una frontiera ai bisogni della città". Spazio anche a computer e libri per i giovani che studiano al doposcuola della Casa di Tonia: i primi li fornisce la Sms Engineering presieduta da Antonio Ascione, i secondi li mette a disposizione Serena Altieri con la sua casa editrice L'isola dei ragazzi.
Alla Casa di Tonia il direttore del Denaro, Alfonso Ruffo, consegna al porporato il primo numero del nuovo mensile "New Napoli", che racconta mese per mese questo straordinario anno giubilare. "Ha fatto bene Alfonso Ruffo - sottolinea Sepe - a pubblicarlo perché il bene va annunciato".
Ma la festa finale deve ancora cominciare. Prima tappa in Cattedrale con la veglia di chiusura dell’anno giubilare, presieduta dal cardinale Sepe che, nel corso della celebrazione, consegna ai rappresentanti delle comunità civile e religiosa la Lettera pastorale alla chiesa e alla città di Napoli intitolata "Per amore del mio popolo". "In realtà, il Giubileo - afferma nell'omelia il porporato - è stato il nostro rinnovato canto di speranza, rivolto a una città della quale continua a essere, oggi più che mai, il respiro. Abbiamo costatato che, purtroppo, la speranza di Napoli era non solo assopita ma devastata. E sotto i nostri occhi è apparsa una città allo sbando e non più riconoscibile". E sottolinea: "Il Giubileo ci ha insegnato il coraggio della novità e ci ha spinti a uscire da una pastorale di “routine”, per essere più vicini e attenti ai bisogni dei nostri fratelli e sorelle. Ciò significa, come ho più volte ripetuto, che il “Nuovo” non deve intendersi nella logica del “fare di più”, ma in quella del “fare meglio” e, soprattutto, del “fare insieme”". Poi, il cardinale apre la porta del Duomo a indicare la volontà della Chiesa partenopea di andare incontro ai bisogni e alle necessità della gente.
E arriva il momento del videomessaggio del Papa: "Questo speciale anno giubilare - afferma Benedetto XVI - è stato per la Chiesa che è in Napoli un tempo di immersione nel mistero di Dio, e perciò un anno di grazia".
Segue il messaggio inviato dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che sottolinea il contributo del Giubileo alla crescita della comunità partenopea che non si esaurisce con la sua chiusura ma che continuerà a dare nel tempo frutti fecondi. Subito dopo, Sepe accende il braciere posto sul sagrato del Duomo e consegna ad alcuni maratoneti la fiaccola che attraversa la città fino a piazza del Plebiscito. Numerosi fedeli la raggiungono insieme all’Arcivescovo in una fiaccolata che parte da piazza Carità. Lungo il percorso autorevoli testimoni della carità accendono sette bracieri a ricordo delle altrettante opere di misericordia che hanno scandito le tappe dell'anno giubilare. In piazza del Plebiscito, sotto la direzione artistica di Nunzio Areni e l’allestimento di Alfredo Giacometti, si avvicendano la “Grande Orchestra per il Giubileo di Napoli” diretta dal maestro Gennaro Cappabianca, il “Coro delle voci bianche” del Teatro di San Carlo diretto da Stefania Rinaldi, “Campania arte danza”, diretta da Annamaria Di Maio, l’attore Enzo De Caro, l’attrice-cantante Lina Sastri e i campioni azzurri del Napoli “europeo” Edinson Cavani e Morgan De Sanctis. L'ultima parola è del cardinale Crescenzio Sepe. "Abbiamo capito - afferma il porporato - che insieme ce la possiamo fare, ce la dobbiamo fare, e Napoli ce la farà, risorgerà al suo orgoglio e al suo formidabile destino". E sottolinea: "Se il Giubileo ha avuto un merito, se la Chiesa di Napoli può rivendicare uno spazio, tra i tanti da intercettare nelle storie comuni e diverse della sua gente, è il coraggio del futuro". E conclude: "Tanta strada ancora abbiamo da percorrere insieme: minacce di fame, di lavoro che manca, di idee e progetti alti capaci di indicare quel salto di qualità che consente di andare oltre un’economia malata, ma abbiamo iniziato il percorso, abbiamo "ingarrato" la via. Non spegniamo la luce del futuro".
© Copyright Il Denaro, 17 dicembre 2011
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