VATICANEIDE/Vescovi ed esorcisti non vogliono spettacolarizzare l'argomento
Il diavolo fa paura in Vaticano: bocche cucite sul film The devil inside
di Andrea Bevilacqua
Sono anni che gli esorcisti cercano di convincere vescovi reticenti dell'indispensabilità della loro azione.
Non tutti i vescovi, infatti, ritengono doveroso nominare esorcisti nelle proprie diocesi forti anche del fatto che il Vaticano, quando si parla di questo tema, è molto prudente. È temuta, infatti, la spettacolarizzazione di un fenomeno molto delicato e da trattare con le molle: la maggior parte della ente che chiede di ricevere esorcismi ha spesso semplicemente bisogno di un adeguato supporto psichiatrico.
Per questo motivo in Vaticano si guarda con un certo distacco a «The devil inside», un mockumentary (finto documentario)/horror soprannaturale di William Brent Bell dedicato proprio agli esorcismi e alle possessioni demoniache (vere o immaginarie).
Ambientato e girato in parte a Roma, debutterà il 6 gennaio negli Usa e a marzo in Italia, intitolato «L'altra faccia del diavolo».
Costato intorno a un milione di dollari, il film viene distribuito oltreoceano dalla Insurge, la divisione della Paramount creata per sostenere progetti realizzati con microbudget, sul modello dei tre Paranormal Activity. Produttore esecutivo è Lorenzo Di Bonaventura, famoso soprattutto per blockbuster come i tre Transformers e G.I Joe.
Il richiamo a «Paranormal Activity» emerge in The Devil inside già dalle prime scene, che mescolano in un montaggio ansiogeno sequenze girate in stile reportage e in ambienti immersi nel buio, scene fintamente «rubate» da videocamere di sicurezza, e un senso costante di pericolo. Tuttavia si marca di più sull'elemento del finto documentario, con scene di immaginari servizi giornalistici, e l'inclusione fra le testimonianze sugli esorcismi, di alcune di veri psicologi e dottori.
Come era successo con The rite, la storia ha come ambientazione principale Roma (usata come location insieme agli Usa e la Romania), con varie scene girate nella zona del Vaticano. Anche i protagonisti, almeno nella trama, sono in buona parte italiani. «Nel 2006 abbiamo letto un articolo a proposito di una scuola di esorcismi aperta dal Vaticano, non riservata solo ai preti, ma anche a gente normale», spiega il produttore del film. «Ci è sembrato straordinario che rivendicassero così apertamente di quella parte del loro lessico», «la storia è nata così». La protagonista Fernanda Andrade si cala nel ruolo di Isabella Rossi, giovane di origine italiana che decide di indagare, seguita passo passo dalla troupe di un documentario, su cosa è successo veramente alla madre Maria (Suzan Crowley), rinchiusa da vent'anni in ospedale psichiatrico romano, per aver ucciso tre persone durante un esorcismo a cui la stavano sottoponendo.
Il viaggio di Isabella, si popolerà di presenze sataniche multiple, riti, voci misteriose, corpi contorti e scoperte sempre più inquietanti. «Volevamo fare qualcosa di differente», ha detto Bell. «Così ci è venuta l'idea di reinventare parte del film, come fosse un buon documentario che si potrebbe vedere su History Channel. È stato un grande stimolo per la storia, perchè ci ha permesso di mettere più a fuoco la protagonista, raccontare la sua storia e quello che capita a sua madre».
Una cosa interessante, aggiunge Peterman «è che non siamo riusciti a far parlare davanti alla cinepresa un vero esorcista. Abbiamo incontrato alcuni di loro ed è curioso come anche se se è stata creata questa classe di esorcismo e si cerca di far capire alle persone che il Diavolo è reale e presente nella società, allo stesso tempo gli esorcisti, anche all'interno della Chiesa Cattolica stiano ancora combattendo una sorta di battaglia per la rispettabilità».
Dal Vaticano nessun commento. Il riserbo quanto si tratta di questi temi è d'obbligo.
© Copyright Italia Oggi, 10 dicembre 2011 consultabile online anche qui.
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