venerdì 9 dicembre 2011

Card. Bagnasco: non ci sono pregiudiziali a precisazioni legislative sull'Ici

CARD. BAGNASCO: “NON CI SONO PREGIUDIZIALI” A PRECISAZIONI LEGISLATIVE SU ICI

In merito alla polemica sul pagamento dell'Ici da parte della Chiesa, è intervenuto questa sera l'arcivescovo di Genova e presidente della Cei, card. Angelo Bagnasco, che ha parlato al suo arrivo ad un convegno su economia ed etica organizzato a Genova dall'Ucid. “Come è noto - ha detto il porporato - la legge prevede un particolare riconoscimento e considerazione del valore sociale delle attività degli enti non profit, tra cui la Chiesa cattolica, e quindi anche di quegli ambienti che vengono utilizzati per queste specifiche finalità di carattere sociale, culturale, educativo”. “Bisogna aggiungere - ha proseguito il cardinale - che, laddove si verificasse qualche inadempienza, si auspica che ci sia l'accertamento e la conseguente sanzione come è giusto per tutti”.
Inoltre, “per quanto riguarda eventuali punti della legge che avessero bisogno di qualche puntualizzazione, di qualche precisazione, non ci sono pregiudiziali da parte nostra per poter fare queste precisazioni, nelle sedi e nei modi opportuni”.
A chi gli ha domandato se fosse interesse della Chiesa fare chiarezza su questo argomento, in particolare di fronte alla manovra finanziaria molto dura, il cardinale ha risposto: “La giustizia non ha tempo e non ha luoghi”. “Se si sono riscontrate o si riscontrano inadempienze - ha ripetuto - si deve fare quello che si deve fare come per tutti. D'altra parte, se c'è qualche punto che deve essere precisato si precisa”. Rispondendo con una battuta ai cronisti che gli chiedevano se giudicasse strumentale o meno questa polemica, il card. Bagnasco ha detto: "Voi come la giudicate?". Quindi, a chi gli ha chiesto se verranno emanate direttive sul tema del pagamento dell'Ici da parte della Chiesa il cardinale ha risposto: "Il quotidiano cattolico ‘Avvenire’, già da mesi, ha fatto pagine molto dettagliate e documentate che sta riproponendo; questo è molto importante perché a volte c'è un po' di disinformazione e quindi il primo atto da compiere nei momenti in cui c'è un po' di confusione e di agitazione degli animi mi pare che sia quello di fare chiarezza e documentare le cose".

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4 commenti:

Anonimo ha detto...

Purtroppo è lo stesso quotidiano Avvenire che sta facendo disinformazione. Quando dice che gli immobili commerciali ecclesiastici già pagano l'ICI dice ovviamente una verità. Ma ovviamente non dice che basta una piccola cappella al suo interno perchè l'albergo, la casa vacanze, la clinica privata da edificio commerciale venga declassato ad edificio "parzialmente" commerciale e esonerato dal pagamento ICI.

mariateresa ha detto...

non voglio iniziare una discussione su argomenti in merito ai quali sono ignoranei, ma già il Corriere, ieri diceva che quello che è affermato nel post che mi precede, in quei termini, è una balla. E non l'ha chiesto a un prete.
Anch'io sospettavo qualcosa del genere anni fa e il mio parroco mi disse che era una zecca .
Naturalmente che poi qualcuno ci marci è sempre possibile.Ma la storia che basta la cappellina non è vera, a termini di legge.
Inoltre mi sembra che Avvenire lavori benissimo.

Anonimo ha detto...

la storia della cappellina nell'albergo è una cappellata pazzesca. e avvenire l'ha detto. d'altronde basta leggere la legge che parla di immobili destinati esclusivamente all'esercizio di 8 ben specifiche attività (vedi art. 7 lettera i) del d.lgs. 504/1992) che debbono essere svolte in modo "non prevalentemente commerciale". nel caso dell'albergo è evidente che la cappellina è mero accessorio e non può in alcun modo essere prevalente rispetto all'attività alberghiera esercitata.

Antonio

guglielmo ha detto...

In merito a cosa voglia dire "non esclusivamente commerciale" vorrei rimandare a ciò che dice il Ministero delle Finanze:

"E' necessario innanzitutto sottolineare che un'attività o è commerciale, o non lo è, non essendo possibile individuare una terza categoria di attività.
Pertanto, se non è possibile individuare attività qualificabili come "non esclusivamente di natura commerciale", si può sostenere che quest'ultimo inciso debba essere riferito solamente alle specifiche modalità di esercizio delle attività in argomento, che consentano di escludere la commercialità allorquando siano assenti gli elementi tipici dell'economia di mercato (quali il lucro soggettivo e la libera concorrenza), ma siano presenti le finalità di solidarietà sociale sottese alla norma di esenzione. "