All'Angelus il Papa prega per le Filippine colpite da una violenta tempesta tropicale. Maria umile e sapientissima, Dio rispetta la sua dignità e la sua libertà
Dopo aver lasciato il carcere di Rebibbia, il Papa è tornato in Vaticano per la preghiera dell’Angelus. Parole di vicinanza sono state rivolte alle popolazioni delle Filippine colpite da un violento tifone. Benedetta Capelli:
In una Piazza San Pietro dominata da un cielo grigio ma anche dalla maestosità dell’abete e del Presepe: simboli di un Natale che il Papa ha invitato a vivere “con intima gioia”; Benedetto XVI ha rivolto il suo pensiero alle Filippine dove sono centinaia i morti a causa del tifone Washi:
"Desidero assicurare la mia vicinanza alle popolazioni del sud delle Filippine colpite da una violenta tempesta tropicale. Prego per le vittime, in gran parte bambini, per i senzatetto e per i numerosi dispersi".
All’Angelus il Papa si è soffermato sulla liturgia di questa quarta domenica d’Avvento: l’annuncio dell’Angelo a Maria, spiegando l’importanza della verginità della Madonna. Sullo sfondo di quel meraviglioso momento a Nazareth c’è la profezia di Isaia: “Ecco: la vergine concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emmanuele”:
“Questa antica promessa ha trovato compimento sovrabbondante nell’Incarnazione del Figlio di Dio. Non solo la Vergine Maria ha concepito, ma lo ha fatto per opera dello Spirito Santo, cioè di Dio stesso. L’essere umano che comincia a vivere nel suo grembo prende la carne da Maria, ma la sua esistenza deriva totalmente da Dio. E’ pienamente uomo, fatto di terra – per usare il simbolo biblico – ma viene dall’alto, dal Cielo”.
Ed è essenziale – dice il Papa – per la conoscenza di Gesù la verginità di Maria “perché testimonia che l’iniziativa è stata di Dio e soprattutto rivela chi è il concepito”. “In questo senso la verginità di Maria e la divinità di Gesù si garantiscono reciprocamente”. Ma c’è un altro aspetto che Benedetto XVI sottolinea ovvero la semplicità e al tempo stesso la sapienza della Vergine che, “molto turbata”, vuole capire meglio la sua volontà, senza mai dubitare del potere di Dio:
“Il suo cuore e la sua mente sono pienamente umili, e, proprio per la sua singolare umiltà, Dio aspetta il “sì” di questa fanciulla per realizzare il suo disegno. Rispetta la sua dignità e la sua libertà. Il “sì” di Maria implica l’insieme di maternità e verginità, e desidera che tutto in Lei vada a gloria di Dio, e il Figlio che nascerà da Lei possa essere tutto dono di grazia”.
Una verginità “unica e irripetibile” quella di Maria ma il cui significato riguarda ogni cristiano: “chi confida profondamente nell’amore di Dio – evidenzia il Papa – accoglie in sé Gesù, la sua vita divina, per l’azione dello Spirito Santo. E’ questo il mistero del Natale”.
Dopo la preghiera mariana, Benedetto XVI ha ricordato la beatificazione ieri a Madrid dei ventidue missionari Oblati di Maria Immacolata e un laico, uccisi durante la guerra civile spagnola solo perché “zelanti testimoni del Vangelo”. Da qui l’auspicio che il loro sacrificio porti “tanti frutti di conversione e di riconciliazione”. Sia in inglese, in tedesco che in polacco, il Papa ha poi esortato a guardare a Maria per abbandonarsi completamente a Dio, infine ha salutato la comunità romana di Comunione e Liberazione incoraggiandola ad essere “lievito evangelico nella società”.
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