Raggiunta l'intesa tra vescovi e Stato
Accordo in Bolivia per l'educazione cattolica
La Paz, 3. Creare opportunità di collaborazione reciproca sviluppando strategie, azioni concertate per il diritto allo studio nell'ambito giuridico e costituzionale della Nazione. Con questa intenzione la Chiesa cattolica della Bolivia e il Ministero della pubblica istruzione hanno firmato una convenzione specifica di cooperazione nel campo dell'educazione. L'accordo permette alla Chiesa di nominare il personale delle istituzioni educative da essa dipendenti, al fine di garantire l'identità di questi centri. Allo stesso modo, lo Stato riconosce che la Chiesa può nominare gli insegnanti di religione presso i centri della pubblica istruzione lì dove le famiglie richiedono un'educazione religiosa cattolica.
L'intesa -- siglata da monsignor Oscar Omar Aparicio Céspedes, ausiliare di La Paz e segretario generale della Conferenza episcopale boliviana e dal ministro dell'istruzione Roberto Aguilar -- rientra nel quadro dell'accordo siglato il 20 agosto 2009 tra la Chiesa e lo Stato Plurinazionale di Bolivia, così come è stato ribattezzato il Paese dopo l'entrata in vigore della nuova Carta costituzionale.
Con l'intesa, insomma, la Chiesa può offrire istruzione, formazione alle famiglie che scelgono per i propri figli un'educazione di ispirazione cattolica anche attraverso nuovi centri e delegazioni giurisdizionali. Nel testo dell'accordo, in particolare, viene evidenziata la mutua collaborazione al fine di realizzare e implementare un nuovo modello educativo al contempo tecnico e umanistico.
Si tratta di un evento giudicato altamente positivo per il Paese poiché in un nuovo contesto sociale e politico, in uno Stato laico, viene riconosciuta la mutua collaborazione che deve esistere tra lo Stato e la Chiesa. È importante riconoscere il contributo della Chiesa cattolica nel campo sociale, della cultura, dell'educazione, così come in quelli della salute e della promozione umana. Una tale reciproca collaborazione -- è stato unanimemente rilevato dai firmatari dell'accordo -- avrà solo dei benefici per l'intera popolazione boliviana, in particolare per quanti sono in difficoltà.
La Chiesa, in particolare, considera di grande importanza la firma di questo strumento giuridico, poiché «l'impegno ecclesiale in favore della promozione umana è inseparabile dalla missione evangelizzatrice, in quanto espressione dell'amore privilegiato di Gesù per i più bisognosi». Al riguardo, come è stato più volte sottolineato dalla stampa locale, quest'opera della Chiesa è riservata, silenziosa e raggiunge i luoghi più lontani, meno visibili, ma dove le popolazioni hanno più bisogno.
«L'accordo -- come ha evidenziato il segretario generale della Conferenza episcopale -- permetterà di stabilire i principi e le basi comuni per un'azione coordinata nel campo sociale».
All'apertura dell'ultima assemblea della Conferenza episcopale della Bolivia (Ceb), tenutasi a Cochabamba la scorsa settimana, il cardinale Julio Terrazas Sandoval, arcivescovo di Santa Cruz de la Sierra, tenendo conto dei risultati del Congresso nazionale del lavoro educativo della Chiesa, che ha ribadito la sua missione educativa, aveva chiesto alle autorità governative responsabili della pubblica istruzione di rispettare l'impegno concordato e di firmare l'accordo sull'educazione con la Ceb.
Il porporato aveva altresì ricordato che sono in attesa di sottoscrizione altri accordi settoriali in materia di assistenza sociale, assistenza sanitaria e carceraria, «di cui beneficiano i gruppi più bisognosi ed emarginati della società».
Secondo le informazioni raccolte dall'agenzia Fides la Chiesa cattolica in Bolivia gestisce 1.500 centri educativi, 600 centri sanitari, 300 centri di protezione sociale e altri in diversi campi.
(©L'Osservatore Romano 4 dicembre 2011)
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