Un'isola di pace nel quartiere
di Gianluca Biccini
«Attorno all'Eucaristia il Signore possa veramente erigere un'“isola di pace” per il bene del nostro quartiere e di tutta la città». È l'auspicio espresso dal parroco, don Domenico Monteforte, all'inizio della messa di Benedetto XVI a Santa Maria delle Grazie a Casal Boccone. E a questo auspicio si è unita tutta la comunità di fedeli che gremivano la nuovissima chiesa e gli spazi esterni della parrocchia, dove il Papa si è recato in visita pastorale.
In questo quartiere alla periferia Nord della capitale, il Pontefice è giunto di buon mattino. Poi a mezzogiorno è rientrato in San Pietro per la preghiera dell'Angelus, alla quale hanno partecipato i piccoli del Centro oratori romani, in occasione del tradizionale appuntamento per la benedizione delle statuine dei bambinelli dei presepi.
Nel clima di festa prenatalizio, sottolineato anche dai paramenti liturgici di colore rosa indossati durante il rito, il Vescovo di Roma è stato accolto a Casal Boccone dai canti gioiosi dei bambini della locale scuola elementare. Poi all'interno della moderna aula liturgica -- tre corpi di forma cubica, due grigi e uno giallo -- ha presieduto l'Eucaristia, concelebrata dal cardinale vicario, Agostino Vallini, dal vescovo ausiliare per il settore pastorale nord della diocesi, Guerino Di Tora, dal parroco, don Domenico Monteforte, dal viceparroco e da alcuni sacerdoti della prefettura. «Grazie di cuore per il suo magistero che ci conforta nella fede», ha detto don Mimmo -- come lo chiamano i suoi parrocchiani -- al Pontefice. «Grazie di essere presente in mezzo a noi -- ha aggiunto -- e benvenuto. Aspettiamo la sua parola, la sua preghiera e la sua benedizione -- ha concluso -- perché in questa parrocchia cresca una comunità di buoni cristiani, che amano Gesù, attraverso la preghiera, la carità e soprattutto l'ascolto attento della parola di Dio e la celebrazione generosa dei sacramenti».
Nella circostanza don Monteforte ha offerto a Benedetto XVI -- che era accompagnato dall'arcivescovo James Michael Harvey, prefetto della Casa Pontificia, dal vescovo Paolo De Nicolò, reggente della Prefettura, da monsignor Georg Gänswein, segretario particolare, e dal medico personale Patrizio Polisca -- una targa argentea: reca incise le parole della preghiera dedicata a Santa Maria delle Grazie che fu composta dal padre Angelo del Cura, uno dei domenicani che con il confratello canadese Gerard Reed hanno dato inizio «alla storia di grazia» -- così l'ha definita il parroco -- di questa realtà. Una realtà di famiglie giovani, in cui è ben radicata un'attiva e dinamica comunità filippina. Come testimoniavano le tante bandierine del Paese asiatico che hanno sventolato durante tutta la visita.
Dopo l'omelia del Papa, sottolineata da alcuni passaggi pronunciati a braccio, alla preghiera dei fedeli sono state elevate intenzioni per la Chiesa, per il successore di Pietro, affinché «come san Giovanni Battista, renda testimonianza a Gesù, luce di verità», per «gli afflitti e gli uomini con il cuore spezzato», per i bambini e i ragazzi del quartiere -- che attendono la realizzazione di un oratorio -- e per l'intera comunità, che deve affrontare i problemi tipici delle periferie romane, cui si aggiunge la sfida portata da sètte particolarmente attive nella zona.
Al termine del rito -- diretto da monsignor Guido Marini, maestro delle celebrazioni liturgiche pontificie, coadiuvato da alcuni cerimonieri -- Benedetto XVI ha incontrato in sagrestia i familiari del parroco, il clero della parrocchia, rappresentanti del consiglio pastorale e alcune religiose. Poi, dirigendosi verso l'uscita, si è fermato a parlare con il coro che aveva animato i canti e con alcuni ammalati che lo attendevano lungo la navata centrale. Infine, una breve sosta davanti al presepe e, preceduto dal suono delle campane a festa, l'ultimo saluto ai tanti fedeli radunati sul sagrato.
(©L'Osservatore Romano 12-13 dicembre 2011)
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento