PAPA A REBIBBIA: DETENUTO LO ABBRACCIA,"DA PARTE TUTTI I RECLUSI"
Salvatore Izzo
(AGI) - Roma, 18 dic.
Un breve abbraccio al Papa, pochi secondi per dire, con un filo di voce, "questo e' da parte di tutti i detenuti d'Italia".
A portare il messaggio al Santo Padre e' stato Gianni, il detenuto che ha sorpreso Papa Benedetto XVI con il suo intervento sul significato della confessione e dell'assoluzione. Fisico e mani da boxeur, capelli brizzolati tagliati cortissimi e un paio di occhiali che denunciano la sua passione per la lettura, Gianni e' chiamato "Il teologo", dagli operatori dell'istituto. "La sua risposta mi ha convinto molto. Il peccato, mi ha spiegato sua Santita', non ha solo effetti 'verticali', non riguarda solo il peccatore e Dio, ma ha effetti orizzontali su tutta la comunità", riassume Gianni dimostrando di meritare il titolo attribuitogli dai suoi insegnanti. Ma l'evento di oggi ha dato modo ai detenuti di Rebibbia di parlare dei loro problemi e di chiedere al ministro della Giustizia, Paola Severino "amnistia". Lo hanno gridato nel momento in cui Papa Benedetto XVI risaliva in auto. Al suo fianco la Guardasigilli. "Ci ha incoraggiato il fatto che, tra i suoi primi provvedimenti, il ministro ne abbia messo uno che cerca di dare soluzione al problema del sovraffollamento delle carceri", dice Gianni che, poi, si sofferma sulle emozioni di una giornata tanto particolare: "Io sono un uomo di fede. Sono stato cresciuto dai preti e la chiesa del mio quartiere e' stata per me una seconda casa. Io prego molto da solo - continua - e chiedo spesso a Gesù di prendersi cura di noi. Ho pregato molto anche per oggi, perché il Signore mi desse la forza di parlare al Papa. Io sembro così forte, coraggioso, ma le notti scorse non ho dormito per l'emozione".
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PAPA A REBIBBIA: DETENUTI LO SALUTANO, "AMNISTIA, AMNISTIA"
Salvatore Izzo
(AGI) - Roma, 18 dic. - "Amnistia, amnistia". Con questo slogan scandito in coro i detenuti di Rebibbia hanno salutato Papa Benedetto XVI quando il Pontefice ha lasciato il carcere romano.
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