martedì 20 dicembre 2011

Osservatore Romano, Vian: non siamo la Pravda vaticana (Izzo)

OSSERVATORE ROMANO: VIAN, NON SIAMO LA PRAVDA VATICANA

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 19 dic.

Nato per difendere le posizioni cattoliche dopo la fine del potere temporale, la Santa Sede acquisi' poi direttamente la proprieta' dell'Osservatore Romano nel 1885 "anche per porre fine alla deriva oltranzista del giornale, critico persino di alcune posizioni di Leone XIII, ritenute troppo liberali".
Lo ha ricordato oggi il direttore del quotidiano vaticano, professor Giovanni Maria Vian, intervenendo, all'Ambasciata d'Italia presso la Santa Sede, alla presentazione del libro "Uno sguardo cattolico. 100 editoriali dell'Osservatore Romano", edito da "Vita e Pensiero", che ha visto tra i relatori anche l'arcivescovo Dominique Mamberti, segretario per i Rapporti con gli Stati, la giornalista Ritanna Armeni, Paolo Mieli, presidente di Rcs Libri, padre Ugo Sartorio, direttore del Messaggero di sant'Antonio, e l'ambasciatore Giulio Terzi di Sant'Agata, ministro degli Esteri italiano. L'Osservatore, ha detto il suo direttore, "e' certamente una testata tra le piu' note e influenti al mondo, ma nello stesso tempo anche tra le meno diffuse e conosciute nella sua effettiva realta'".
Il fatto di avere per editore il Papa in persona ne fa "un unicum". Ma l'Osservatore, ammette il suo direttore, e' anche vittima "di luoghi comuni molto radicati". "Nell'immaginario collettivo, anche cattolico, e' infatti molto spesso considerato una specie di bollettino ufficiale, o comunque un plumbeo foglio del tutto prevedibile. Insomma, quasi una 'Pravda' vaticana, magari scritta in latino perche' organo della Curia romana e che per questo si puo' tranquillamente fare a meno di leggere". Vian ha ricordato che nel 1929, dopo la costituzione del minuscolo Stato vaticano, anche l'Osservatore Romano entro' nelle sue mura, "garantendosi cosi' un'indipendenza anche formale. Da allora l'autorevolezza del quotidiano, gia' accreditatosi per la linea di sobria imparzialita' tenuta soprattutto durante la prima guerra mondiale, s'accrebbe, e questo perche' senza alcun dubbio seppe mantenersi libero e critico di fronte ai totalitarismi, davanti alle leggi eugeniste e alle persecuzioni razziali, nelle tenebre del conflitto mondiale. In un momento storico in cui tutto e tutti sembravano piegarsi al fascino e alla prepotenza delle culture che avevano dato origine ai regimi totalitari". Da allora, "la Chiesa di Roma utilizzo' il suo giornale come strumento per chiarire le distanze e le condanne, per segnalare pubblicamente la propria diversita'".

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