Il Papa scrive di Gesù. Ed è subito best seller
Luca Molinari
«Un’opera d’arte che ci permette di vedere il volto di Dio». Monsignor Gianni Ambrosio, vescovo di Piacenza, ha usato queste parole per descrivere il «Gesù di Nazareth», l’ultimo libro di Papa Benedetto XVI.
L’opera, composta da due volumi separati sulla vita di Gesù Cristo (un terzo e ultimo è in preparazione), ha venduto finora oltre cinque milioni di copie nel mondo. E ieri pomeriggio è stata presentata nell’aula magna dell’Università alla presenza del vescovo di Parma, monsignor Enrico Solmi, del rettore del nostro Ateneo, Gino Ferretti, di don Giuseppe Costa, direttore della Libreria Editrice Vaticana, di Mario Micheletti, ordinario di Filosofia morale dell’Università di Siena, e di Andrea Poma, ordinario di Filosofia morale dell’Università di Torino.
L’incontro, moderato da Giorgio Campanini, docente del nostro Ateneo, si è aperto con i saluti del rettore e del vescovo Solmi, che ha sottolineato come il libro «si rivolga a un pubblico ampio» e rappresenti un testo «semplice ma dotto, che favorisce la lettura anche a chi non possiede una particolare cultura teologica».
I due volumi firmati da Joseph Ratzinger rappresentano dei best-seller, un vero e proprio «fenomeno editoriale» ha sottolineato don Costa. «Sono state vendute più di tre milioni di copie del primo volume, dedicato alla prima parte della vita pubblica di Gesù, dal battesimo nel fiume Giordano fino alla confessione di Pietro e alla trasfigurazione - ha rimarcato – mentre del secondo, dall’ingresso in Gerusalemme fino alla Risurrezione, uscito il 10 marzo di quest’anno, sono già oltre due milioni le copie stampate e diffuse in trentatre Paesi e tradotte in ventinove lingue».
Il messaggio che emerge dai volumi di Benedetto XVI, un tutt’uno da leggere insieme, è che «Gesù di Nazareth» è il Cristo della nostra fede; il Gesù raccontato dai vangeli è anche quello storico.
Monsignor Ambrosio, presidente della commissione Cei per l’educazione cattolica, la scuola e l’università, ha quindi sottolineato come non ci si debba limitare ad una lettura superficiale del libro, ma approfondita, per coglierne il senso più profondo, al pari di un’opera d’arte. «Leggendo questo volume – ha affermato – ci troviamo davanti ad un’opera d’arte, come la vostra stupenda Cattedrale. Per coglierne il senso, non ci si deve limitare ad uno sguardo, ma ci si deve mettere in ascolto, perché un’opera d’arte ci parla. E nell’opera del Papa ascoltiamo la voce sommessa di Dio».
Benedetto XVI racconta l’ultima settimana di vita di Gesù mettendosi idealmente in cammino al suo fianco, fino al momento della risurrezione. «Dal linguaggio utilizzato – ha osservato – traspare lo stupore di Benedetto XVI e degli apostoli, sopraffatti dalla realtà stessa della risurrezione». Dal volume emerge anche «il modo sommesso dell’agire di Dio nella storia – ha aggiunto – che bussa di continuo alle porte dei nostri cuori».
Significativo infine l’utilizzo del cosiddetto metodo storico-critico nella scrittura di questi volumi. «Benedetto XVI – ha rimarcato monsignor Ambrosio – è il primo Papa che fa ricorso a questo metodo, ma allo stesso tempo invita ad avere uno sguardo più grande, per cogliere pienamente la vita di Gesù».
© Copyright Gazzetta di Parma, 3 dicembre 2011 consultabile online anche qui.
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