Milletrecento panettoni per i detenuti di Rebibbia
Un incoraggiamento a promuovere iniziative politiche e legislative per eliminare la pena di morte è venuto da Benedetto XVI. E per testimoniare la loro sintonia con le indicazioni pontificie, espresse anche di recente nell'esortazione apostolica Africae munus, hanno partecipato all'udienza generale le delegazioni di trenta Paesi -- tutte ad alto livello -- che hanno preso insieme posizione «per un mondo senza pena di morte», dando voce ai popoli dell'Africa, dell'Asia, dell'America centrale e meridionale e dell'Europa. L'iniziativa è stata promossa, per il sesto anno consecutivo, dalla comunità di Sant'Egidio: un convegno internazionale con ministri e vice ministri della giustizia. «Questa convocazione -- spiega don Marco Gnavi -- ha segnato in maniera decisiva l'iter legislativo, politico, culturale di numerosi fra i Paesi aderenti, conducendo in numerosi casi alla formulazione de iure dell'abolizione della pene capitale».
La diocesi di Belley-Ars ha presentato un quadro di san Giovanni Maria Vianney al Pontefice che, dopo averlo benedetto al termine dell'udienza, lo ha voluto a sua volta donare alla sacrestia della basilica Vaticana a ricordo dell'anno sacerdotale. «Ora sarà collocato in modo da essere visibile ai sacerdoti che celebreranno la messa» dice il cardinale arciprete Angelo Comastri.
È ai detenuti di Rebibbia, tra i quali si recherà il 18 dicembre, che il Papa ha destinato i milletrecento panettoni che gli hanno consegnato i rappresentanti della Federazione italiana panificatori e pasticceri.
Nel difficile contesto di Sarajevo non si è spenta l'eco della beatificazione -- svoltasi il 24 settembre scorso -- di suor Jula Ivanišević e di quattro consorelle della congregazione delle Figlie della divina carità, uccise durante la seconda guerra mondiale. A dire grazie al Pontefice «per questo grande dono» è venuto all'udienza il cardinale arcivescovo Vinko Puljić con una delegazione.
Cervia ha rinnovato l'antico dono del sale al Papa: una tradizione rimasta viva ininterrottamente dal 1445 al 1870 e solo di recente ripresa. «Il sale è stato raccolto proprio nell'antica salina -- spiega il sindaco Roberto Zoffoli -- ed è un atto simbolico con cui la nostra città esprime stima e devozione al Pontefice».
In occasione del centocinquantesimo anniversario dell'unità d'Italia, l'Utet ha celebrato, con un volume a tiratura limitata, il santo patrono Francesco d'Assisi e Giotto: l'esemplare numero 1 è stato consegnato stamani a Benedetto XVI.
Infine il Papa ha benedetto una lapide che ricorda i 500 anni della parrocchia dei santi Eustachio e Antonio Abate a Montoro Superiore, nell'avellinese, presentatagli dal parroco don Massimo Del Regno.
(©L'Osservatore Romano 1° dicembre 2011)
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