martedì 6 dicembre 2011

Messa del Papa per l'America Latina. Intervista con il prof. Carriquiry (R.V.)

Messa del Papa per l'America Latina. Intervista con il prof. Carriquiry

Celebrare la festività della Vergine di Guadalupe e il bicentenario dell’indipendenza dei Paesi latinoamericani: con questi obiettivi, Benedetto XVI presiederà lunedì prossimo 12 dicembre, alle 17.30, in San Pietro, una Messa solenne. La celebrazione, organizzata dalla Pontificia Commissione per l’America Latina, vedrà la presenza di cardinali e vescovi provenienti da diversi Paesi latinoamericani, oltre a personalità politiche e rappresentanze diplomatiche di Spagna, Portogallo, Stati Uniti e Canada. Prima della Messa, alcuni giovani latinoamericani attraverseranno la navata della Basilica vaticana portando le bandiere nazionali, e renderanno omaggio all'immagine della Vergine di Guadalupe posta ai piedi dell'altare. La nostra emittente seguirà in diretta l’evento a partire dalle ore 16.50. Sull’importanza di questa Messa, padre Guillermo Ortiz ha intervistato il prof. Guzmán Carriquiry, segretario della Pontificia Commissione per l’America Latina:

R. – È un grande gesto di affetto del Papa verso l’America Latina, di sollecitudine pastorale verso le Chiese di quel continente. Certo, l’America Latina soffre per le piaghe della violenza, del narcotraffico, della disuguaglianza, degli attacchi alla famiglia, ma non solo: l’America Latina vive anche un momento propizio di una grande crescita economica, del superamento delle fasce di povertà, di un rinnovato protagonismo sulla scena internazionale. Io credo che siano grandissime le sfide che vive la Chiesa dell’America Latina, ma la sfida maggiore è sempre quella interna ad essa, la sfida maggiore è come accoglie, aderisce, celebra, vive e comunica il grande patrimonio di fede che la Provvidenza di Dio ha dato ai popoli dell’America Latina. In questo senso, la Messa del 12 dicembre, nella festività di Nostra Signora di Guadalupe - la “Pedagoga” della fede, dell’inculturazione della fede nel cuore dei nostri popoli, la Stella della nuova evangelizzazione - ci aiuterà certamente a realizzare nella vita della nostra gente ciò che confessiamo attraverso la fede, ma anche attraverso l’esperienza storica e personale dei latinoamericani, ovvero che a Cristo si arriva per mezzo di Maria. Credo che questa Messa del 12 dicembre sarà un richiamo per tutti i latinoamericani a rivivere, a riattualizzare la consapevolezza della verità, della dignità, della ragionevolezza, della bellezza dell’essere cristiano.

D. – Durante la Messa del 12 dicembre verranno suonati anche alcuni brani creoli. Quale significato dare a questo aspetto liturgico?

R. – In accordo con il Maestro delle Celebrazioni Pontificie, il Kyrie, il Gloria, il Sanctus e l’Agnus Dei saranno presi dalle musiche di Ariel Ramirez, compositore argentino, e dalla sua “Messa creola – Misa criolla”. Si tratta di musica sacra, con una forte risonanza latinoamericana, anche perché è aiutata e sostenuta dall’uso di strumenti musicali dell’Argentina del nord e della zona andina. Se la Madonna di Guadalupe è stata la “Pedagoga” della fede in America in Latina, perché non realizzare una liturgia con tutta la dignità, la solennità e la bellezza voluta dal Santo Padre per ogni liturgia, ma allo stesso tempo, senza diminuire in niente questa dignità, solennità e bellezza, avere questa risonanza latinoamericana?

D. – Si prevede una presenza forte non soltanto dei vescovi e dei cardinali che arriveranno dall’America Latina, ma anche dei latinoamericani residenti a Roma...

R. – Sì, certamente: ci sarà il Corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede ed il Quirinale, religiosi e religiose latinoamericani con i loro superiori che sono a Roma, sacerdoti latinoamericani che studiano nelle Università Pontificie. Ma una cosa, diciamo simpatica, l’abbiamo pensata per la comunità di immigrati latinoamericani che risiedono a Roma. Sappiamo che spesso hanno lavori sacrificati, a lungo orario, e perciò io ho scritto una lettera che è stata ampiamente distribuita a Roma: è una lettera indirizzata ai datori di lavoro, chiedendo loro un gesto di benevolenza, di solidarietà, per permettere a tutti questi lavoratori latinoamericani - che conservano viva la tradizione di pietà, di fervore propria del popolo latinoamericano - di assentarsi dai luoghi di lavoro per la durata di questa celebrazione. Ciò favorirà la loro presenza alla Messa.

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