domenica 18 dicembre 2011

Il Papa a Rebibbia: Ratzinger sulle orme di Wojtyla e Roncalli (Izzo)

PAPA A REBIBBIA: RATZINGER SULLE ORME DI WOJTYLA E RONCALLI

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 18 dic.

Rebibbia e' stato il secondo istituto penitenziario romano visitato da Benedetto XVI, che il 18 marzo 2007 si era recato al carcere minorile di Casal Del Marmo.
"Non e' possibile vivere senza Dio perche' manca la luce, perche' manca il senso di cosa significa essere uomo", disse in quell'occasione ai 53 ragazzi ospiti nell'istituto, diversi familiari e rappresentanti delle organizzazioni di volontariato impegnate nel recupero dei giovani detenuti.
Nella sua omelia con grande sensibilita' affermo' in quell'occasione che "i comandamenti non sono un ostacolo alla liberta' e alla bella vita, ma indicatori per trovare una vita piena. La disciplina allarga la vita e la fatica da' profondita' alla vita e contribuisce a creare un mondo migliore".
Giovanni Paolo II era andato invece per due volte a Rebibbia, incontrandovi la seconda volta, il 27 dicembre 1983, anche il terrorista turco Ali' Agca, che lo aveva ferito in piazza San Pietro il 13 maggio di due anni prima. Visitandolo nella cella, Papa Wojtyla si senti' dire "prima di tutto voglio chiederle perdono". Il vaticanista Domenico del Rio pote' descrivere la scena con tutti i particolari: "all'entrata del Papa, Agca gli va incontro e gli bacia la mano. I due si siedono su una sedia vicino al letto, uno di fronte all' altro. Wojtyla, per un momento, posa una mano su un ginocchio di Ali'. Poi tutte e due chinano la testa e cominciano a parlare a voce bassa. Parlano in italiano. Chi parla di piu' e' Agca. Il Papa si china con una mano sulla fronte fino a sfiorare il capo di Ali'. Si sentono queste parole di Wojtyla: 'Gesu'... Forse un giorno... Possono aspettarti... Noi ricordiamo...'. Wojtyla prende un braccio di Ali' e lo stringe piu' volte. Sul volto del terrorista si apre un timido sorriso, come un segno di liberazione interiore. Il Papa dice ancora: 'Allora... la mamma... Il Signore ti dia la grazia... Buon anno". E alla fine: 'Un piccolo dono...', e il Pontefice gli consegna una coroncina del rosario.
Il colloquio dura venti minuti. Quando il Papa si alza, al termine dell' incontro, Ali' Agca rimane in piedi con la mano tesa che stringe la scatoletta bianca, con lo stemma pontificio, in cui e' racchiuso il rosario. Sul suo volto e' un' espressione quasi stordita. Il volto del Papa e' segnato da una grande tensione interiore. Tutti e due si portano dentro il segreto del loro colloquio'.
E' noto che quando, alla fine del colloquio, era stato chiesto al Papa se Ali' Agca avesse dichiarato di essere pentito per il gesto che ha compiuto, Giovanni Paolo II aveva risposto semplicemente 'si'".
Lo stesso Giovanni Paolo II si e' recato anche a Regina Coeli, l'altro carcere romano, il 9 luglio 2000, in occasione del Giubileo delle Carceri. E proprio nel corso della visita ha chiesto pubblicamente al Parlamento italiano "un gesto di clemenza in nome di Gesu', anche lui carcerato", senza precisare se dovesse essere un'amnistia o un indulto, invoco' infatti "la riduzione della pena per permettere al prigioniero di ritrovare una nuova vita sociale una volta fuori dal carcere.
Nell'omelia, incentrata sulla figura di "Gesu' Cristo, il detenuto: imprigionato, schernito, giudicato e condannato", ricordo' che la pena non puo' essere vendetta sociale ma ha senso solo offre "a chi ha sbagliato" la possibilita' di rifarsi una vita e reinserirsi nella societa'. "Cio' che conta - aggiunse Wojtyla - e' la liberazione dal peccato, quel peccato che "ha turbato il disegno di Dio".
Al carcere romano di Regina Coeli e' legato anche il ricordo di Giovanni XXIII che da poco eletto Papa vi si reco' il 26 dicembre 1958. Per vincere l'imbarazzo dei detenuti che si sentivano indegni di salutarlo, racconto' in quell'occasione di avere avuto anche lui un parente detenuto: una circostanza in realta' negata dai biografi, per i quali si tratto' di una piccola bugia per favorire il clima dell'incontro. In ogni caso la risposta dei tetenuti presenti nella rotonda del carcere fu un grido spontaneo: "viva il Papa!". Giovanni XXIII era il primo Pontefice a mettere piede in un carcere. "Dunque eccoci qua", disse. "Sono venuto, m'avete veduto. Io ho messo i miei occhi nei vostri occhi, ho messo il cuore mio vicino al vostro cuore...".
I detenuti lo circondavano commossi, con i loro goffi pigiami a strisce, e uno di loro - gli si inginocchio' davanti piangendo: "Santita' - chiese - le parole di misericordia che avete pronunciato valgono anche per me che sono un assassino?". Papa Giovanni, il Papa buono, non gli rispose. Gli tese una mano, lo fece alzare in piedi e lo abbraccio', cogliendo di sorpresa anche il ministro della Giustizia, il dc Guido Gonella, storica firma dell'Osservatore Romano .

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5 commenti:

Anonimo ha detto...

Sono stufa di questo ..."sulle orme di ...". Il Papa procede sulle orme di Cristo, come tutti (spero!) i suoi 263 predecessori.
Alessia

Anonimo ha detto...

Anche Paolo VI, mi risulta, incontrò i detenuti. Perché dimenticarlo? Molto mediatico l'incontro Wojtyla-Agca, come sarebbe stato un incontro, mai avvenuto, fra Wojtyla e gli abusati. Questa è la vera grande differenza fra Papa Benedetto e il suo immediato predecessore.
Alessia

Gianpaolo1951 ha detto...

Cara Alessia, non posso che darLe ragione!!!

medievale ha detto...

Sempre poco evidenziata la grande novità introdotta da Benedetto con il suo pontificato, ossia la disponibilità a rispondere a braccio a domande dirette. Che si tratti di sacerdoti di una diocesi, ragazzini che si preparano a prendere i sacramenti o, come oggi, i detenuti, lui dà una disponibilità al dialogo che non ha precedenti. Non lo si ringrazia mai abbastanza per questo, forse perché così facendo non è collocabile sulle orme di qualcun altro?

Anonimo ha detto...

ma Ratzinger non lo vogliono proprio stare a sentire,quando non ne possono fare a meno,glissano e non gli danno importanza;non ho molto gradito il servizio di rai1 su giovanni xxiii,passato 2 volte;ratzinger ha una classe ed un'eleganza di porsi che gli altri neanche si sognano,basterebbe essere un pò più onesti nel riconoscerlo!