Il Papa presiede in San Pietro la Messa per l'America Latina nella ricorrenza della Vergine di Guadalupe
Nel giorno della memoria liturgica della Vergine Maria di Guadalupe, Benedetto XVI presiederà oggi in San Pietro, alle 17.30, una Messa per l’America Latina, in occasione del Bicentenario dell’indipendenza degli Stati del continente. Un appuntamento particolarmente atteso anche per la possibilità che il Papa annunci per l’occasione il viaggio apostolico a Cuba e in Messico per il prossimo anno. La celebrazione eucaristica di oggi pomeriggio condensa in sé l’anima e la storia dell’America Latina. Alessandro De Carolis ne parla in questo servizio:
Da cento anni avvolta in un mantello di povera fattura e di straordinaria potenza. L’America Latina, terra di quasi metà dei cattolici contemporanei, si inginocchia davanti alla Patrona che Pio X volle darle nel 1910. “Patrona dell’intera America Latina”, fu proclamata la Madonna di Guadalupe da Papa Sarto: un titolo che i suoi successori “dilatarono” per così dire fino a stendere l’ombra del patrocinio della Virgen morenita a “tutte le Americhe”, come “Imperatrice” e come “Madre”. Cento anni di venerazione sotto un manto trasformato non poche volte in bandiera, in quei passaggi della storia in cui ansia di libertà e devozione, fede e autodeterminazione civile, si sono fusi in un unico sentimento che ha spinto le nazioni sudamericane ad affrancarsi dalla colonizzazione. Accade così che all’alba dell’Ottocento – precisamente tra il 1808 e il 1814 – si registri la conquista dell’indipendenza da parte di quasi tutti gli Stati latinoamericani, ad eccezione del Perù e del Brasile che la otterranno più avanti, nel 1820 e nel 1822. Generali e capipolo in ginocchio davanti alla Vergine e poi in battaglia e poi di nuovo in ginocchio a dedicare la vittoria alla “Madre Liberatrice”. C’è anche questo nel processo che ha determinato lo sviluppo della mariologia popolare latinoamericana ed è questo il sostrato della Messa che celebrerà da Benedetto XVI nel Bicentenario dell’indipendenza. Ma nelle intenzioni del Papa – tante volte espresse in questi anni quando le circostanze lo hanno portato a pregare la Vergine di Guadalupe – vi è senza dubbio la volontà di rimarcare, al di là delle passioni e delle memorie di un popolo, il nucleo più genuino della spiritualità cristiana e mariana che da 500 anni e più batte nel petto dell’America Latina.
Proprio pochi decenni dopo la scoperta del continente e l’inizio dell’epoca dei conquistadores, è la Vergine in persona ad accendere tra le popolazioni precolombiane una fiamma destinata a non estinguersi. È il 9 dicembre 1531 quando l’indio Juan Diego, un azteco convertito, ha la prima apparizione della Donna “spendente come il sole” poco fuori Città del Messico. La storia del povero contadino e della sua semplice tilma – il mantello sul quale si imprimerà l’immagine della Vergine in condizioni che da decenni suscitano la meraviglia degli scienziati – finisce per coincidere con la storia stessa di un continente che ha trovato in Cristo, attraverso sua Madre, quel “Dio sconosciuto” che i suoi antenati avevano cercato, “senza saperlo”, nelle “loro ricche tradizioni religiose”, secondo l’osservazione del Papa, pronunciata ad Aparecida nel 2007. Da lì è nata la parabola del “continente della speranza”, come i Papi hanno definito l’America Latina. Una speranza che in questa giornata ritorna attraverso le parole che l’indio Juan Diego udì dalle labbra della Signora. Parole che consolano e rassicurano come solo una Madre sa fare con i propri figli. Ad accompagnarle, le note di un brano della celebre “Missa Criolla” del compositore argentino Ariel Ramírez, che saranno eseguite durante la Messa pontificia:
"Non sono io qui che sono tua madre? Non sei sotto la mia ombra e il mio sguardo? Non sono io la fonte della tua gioia? Non stai forse al riparo del mio manto, nell'incrocio delle mie braccia?".
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