(ASCA) - Citta' del Vaticano, 2 dic -
''A motivo della carenza di formazione qualificata e di strutture adeguate nella propria terra, come pure delle tensioni sociali e politiche'', oggi molti giovani lasciano i loro Paesi di origine per andare a studiare in nuove terre, spesso in Occidente, ma questo fenomeno, secondo papa Benedetto XVI, non deve trasformarsi in una indiscriminata ''fuga dei cervelli''.
Per il pontefice, che ha ricevuto questa mattina in udienza i partecipanti al Congresso Mondiale di Pastorale per gli studenti internazionali, promosso dal Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti, sul tema ''Studenti internazionali e incontro delle culture'', gli studenti internazionali devono invece formare ''una categoria socialmente e culturalmente rilevante in prospettiva del loro rientro come futuri responsabili nei Paesi di origine, e contribuiscano a costituire dei 'ponti' culturali, sociali e spirituali con i Paesi di accoglienza''.
Per papa Ratzinger, ''gli studenti internazionali, infatti, hanno la potenzialita' di diventare, con la loro formazione intellettuale, culturale e spirituale, artefici e protagonisti di un mondo dal volto piu' umano. Auspico vivamente che vi siano validi programmi a livello continentale e mondiale per offrire a molti giovani questa opportunita'''. ''Le universita' e le istituzioni cattoliche di educazione superiore - ha aggiunto - sono chiamate ad essere ''laboratori di umanita''', offrendo programmi e corsi che stimolino i giovani studenti nella ricerca non solo di una qualificazione professionale, ma anche della risposta alla domanda di felicita', di senso e di pienezza, che abita il cuore dell'uomo''.
Benedetto XVI ha anche messo in guardia dalla ''diffusione di ideologie 'deboli' nei diversi campi della societa''' che ''sollecita i cristiani a un nuovo slancio nel campo intellettuale, al fine di incoraggiare le giovani generazioni nella ricerca e nella scoperta della verita' sull'uomo e su Dio''.
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