venerdì 2 dicembre 2011

Il Papa: necessaria una teologia veramente cattolica per evitare le derive violente di una religiosità senza ragione e di una ragione senza religione (R.V.)

Il Papa: necessaria una teologia veramente cattolica per evitare le derive violente di una religiosità senza ragione e di una ragione senza religione

I fedeli hanno bisogno di teologi che lavorino in comunione con la Chiesa: è quanto sottolineato, stamani, da Benedetto XVI nell’udienza ai membri della Commissione teologica internazionale, ricevuti in Vaticano in occasione della loro plenaria. Il Papa ha ribadito l’importanza di un’armonia tra fede e ragione contro ogni fanatismo. Infine, il Pontefice si è soffermato sull’impegno sociale della Chiesa che, ha osservato, non è mai solo teoria ma soprattuto testimonianza evangelica. Il servizio di Alessandro Gisotti:

La Chiesa ha “bisogno della competente e fedele riflessione dei teologi”: è quanto affermato da Benedetto XVI, che ha messo l’accento sulla dimensione della fedeltà della ricerca teologica al Magistero:

“Senza una sana e vigorosa riflessione teologica la Chiesa rischierebbe di non esprimere pienamente l’armonia tra fede e ragione. Al contempo, senza il fedele vissuto della comunione con la Chiesa e l’adesione al suo Magistero, quale spazio vitale della propria esistenza, la teologia non riuscirebbe a dare un’adeguata ragione del dono della fede”.

In questo tempo che ci avvicina al Natale, il Papa ha quindi affermato che il teologo è chiamato “ad essere uomo dell’avvento”, vivificando la speranza dell’attesa. Si è così soffermato su uno dei temi della plenaria della Commissione teologica: la questione del monoteismo che, nel Cristianesimo, viene illuminato dalla luce trinitaria. La teologia cristiana, è stato il suo auspicio, deve rimettere al centro la “Rivelazione trinitaria”:

“Benché i conflitti etnici e religiosi nel mondo rendano più difficile accogliere la singolarità del pensare cristiano di Dio e dell’umanesimo che da esso è ispirato, gli uomini possono riconoscere nel Nome di Gesù Cristo la verità di Dio Padre verso la quale lo Spirito Santo sollecita ogni gemito della creatura”.

Quindi, ha tenuto a sottolineare che “il monoteismo trinitario è la vera fonte della pace personale e universale”. E ancora che “il punto di partenza di ogni teologia cristiana è l’accoglienza di questa Rivelazione divina”. Ha così ribadito che la teologia cattolica, come dimostra il ruolo storico nella nascita dell’università, “è sempre stata attenta al legame tra fede e ragione”:

“Una teologia veramente cattolica (…) è oggi più che mai necessaria, per rendere possibile una sinfonia delle scienze e per evitare le derive violente di una religiosità che si oppone alla ragione e di una ragione che si oppone alla religione”.

Il Papa ha infine rivolto il pensiero alla Dottrina sociale della Chiesa, altro tema della plenaria. L’impegno sociale della Chiesa, ha constatato, “non è solo qualcosa di umano, né si risolve in una teoria sociale”. La trasformazione della società operata dai cristiani, nel corso dei secoli, è infatti una “risposta” alla venuta del Signore nel mondo: “lo splendore di tale Verità e Carità illumina ogni cultura e società”. Di qui una riflessione di particolare attualità:

“Nella necessaria collaborazione a favore del bene comune anche con chi non condivide la nostra fede, dobbiamo rendere presenti i veri e profondi motivi religiosi del nostro impegno sociale, così come aspettiamo dagli altri che ci manifestino le loro motivazioni, affinché la collaborazione si faccia nella chiarezza”.

“Chi avrà percepito i fondamenti dell’agire sociale cristiano – ha concluso il Papa – vi potrà così anche trovare uno stimolo per prendere in considerazione la stessa fede in Gesù Cristo”.

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