Il Papa alle Accademie Pontificie: lo studio dei martiri antichi rende vivo oggi il valore del loro esempio
“Testimonianze e Testimoni. I martyria e i campioni della fede”. È stata intitolata così la 16.ma seduta Pubblica delle Pontificie Accademie, che ieri pomeriggio ha visto lo Studium Biblicum Franciscanum di Gerusalemme e la dott.ssa Daria Mastrorilli venire insigniti ex aequo del Premio delle Pontificie Accademie assegnato loro dal Papa. E proprio Benedetto XVI ha inviato al cardinale Ravasi un lungo Messaggio per l’occasione, nel quale riflette sull’importanza della ricerca archeologica come via per rendere vivo nei secoli il valore della testimonianza dei martiri. Il servizio di Alessandro De Carolis:
Toccare una pietra sommariamente conservata o ammirare le tessere di un mosaico che arriva da un altro tempo può rendere tangibile la fede. Perché quei resti – siano essi una tomba, un affresco, un manufatto – sono in grado di restituire in modo sensibile il luogo di un evento, o la testimonianza di un Santo e soprattutto di un martire. Su questi spunti si sviluppa il lungo Messaggio inviato da Benedetto XVI al cardinale Gianfranco Ravasi, che nella sua veste di presidente del dicastero vaticano della Cultura ha presieduto la 16.ma Seduta Pubblica delle Pontificie Accademie. Un appuntamento celebrativo e dedicato alla consegna di onorificenze, ma utilizzato dal Papa per riflettere sulla “storicità del cristianesimo”. La Terra Santa e la città di Roma, osserva il Papa, sono i “siti” per eccellenza per toccare con mano “i segni della presenza cristiana”. Immagini satellitari o la tecnica del laser, scrive, permettono oggi di ottenere “risultati impensabili fino a qualche decennio fa”, come accaduto di recente – ha ricordato Benedetto XVI – nella riscoperta di affreschi nella catacomba romana di Santa Tecla. Tuttavia, afferma il Papa, “la tecnologia, pur utilissima, da sola non basta”. Perché, dice, “questi messaggi che ci giungono dal passato” possano interpellare l’intelligenza e la coscienza servono ricercatori dotati di “reale competenza” e “passione autentica”, sia riguardo all’esperienza umana sia a quella religiosa che emergono da questo tipo di indagini sul passato.
Dopo aver ricordato l’esempio di ricercatori del calibro di Padre Bagatti, padre Corbo e padre Piccirillo – da poco scomparso – che hanno legato il loro nome all’archeologia in Terra Santa, Benedetto XVI stringe la sua riflessione sulle figure dei cosiddetti “campioni della fede”, cioè sui martiri che, specie a Roma, hanno lasciato tracce immortali. Queste tracce artistiche e monumentali, sostiene, dimostrano che, “ieri come di oggi, il Vangelo parla al cuore dell’uomo e si comunica soprattutto attraverso la testimonianza viva dei credenti”. E i martiri, dei quali resta ancora oggi traccia concreta – un luogo, un oggetto – del loro coraggio di persone “libere da compromessi” testimoniano – scrive il Pontefice – che tramite “Cristo Crocifisso”, il primo “testimone fedele”, Dio “è entrato nella nostra storia e nella nostra umanità, non per avversarla o sottometterla ma per trasformarla profondamente e renderla così nuovamente capace di corrispondere pienamente al suo disegno di amore”. E se oggi, prosegue, la Chiesa “vuole efficacemente parlare al mondo” e “far sentire la sua presenza amichevole agli uomini e alle donne” deve farsi, “anche nei contesti apparentemente più difficili o indifferenti all’annuncio evangelico, testimone della credibilità della fede”, offrendo quindi come i martiri un tipo di testimonianza concreta e profetica “attraverso segni efficaci e trasparenti di coerenza, di fedeltà e di amore appassionato e incondizionato a Cristo, non disgiunto da un’autentica carità, dall’amore per il prossimo”.
Benedetto XVI termina il Messaggio comunicando, secondo le indicazioni del Consiglio di Coordinamento, la volontà di assegnare ex aequo il Premio delle Pontificie Accademie Ecclesiastiche allo Studium Biblicum Franciscanum di Gerusalemme e alla dott.ssa Daria Mastrorilli, oltre a conferire una Medaglia del Pontificato, in segno di apprezzamento, alla dott.ssa Cecilia Proverbio. Riconoscimento, conclude, volti a “incoraggiare quanti vogliono offrire il loro contributo alla promozione e alla realizzazione di un nuovo umanesimo cristiano, attraverso la ricerca archeologica e storica”.
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