giovedì 8 dicembre 2011

Il mariologo padre De Fiores: l'Immacolata, la natura umana nella sua forma perfetta (Radio Vaticana)

Il mariologo padre De Fiores: l'Immacolata, la natura umana nella sua forma perfetta

La Solennità dell'Immacolata celebra uno dei grandi misteri della fede cristiana, nel quale la natura umana di Maria si staglia nella sua perfezione fin dal concepimento. Federico Piana ne ha parlato con il mariologo monfortano, padre Stefano De Fiores:

R. – Il senso profondo è questo: Maria proclama ad alta voce la redenzione di Cristo in un modo molto più perfetto che per tutti gli altri redenti. Maria fa parte della comunità dei salvati, in quanto non è Immacolata per forze proprie, ma per un dono che viene da Gesù Cristo, il quale ha due modi per poter diventare e mostrarsi mediatore: o liberando dal peccato l’umanità che vi era incorsa o preservando dal peccato con una forza ancora superiore, che impedisce addirittura a Maria di cadere nel peccato, per poi essere liberata e risollevata.

D. – Come possiamo mettere in relazione questo dogma con le apparizioni di Lourdes del 1858 e anche con altre apparizioni, come per esempio Rue du Bac a Parigi, nel 1830?

R. – Fermiamoci su quella di Lourdes, che di solito si dice non abbia fatto altro che confermare quello che aveva detto Pio IX. Non è una semplice conferma, perché qui Maria non dice “Io sono stata concepita Immacolata”, ma dice “Io sono Immacolata Concezione”. Quindi – secondo un’interpretazione mariologica – la Vergine si identifica con il primo momento della sua concezione che è stata immacolata, perché tutta la sua vita è stata fedele a questo momento iniziale, per cui si può veramente identificare con l’Immacolata Concezione. E’, quindi, come una nuova rivelazione di Maria. Come a Mosè Dio ha detto: “Io sono Colui che sono”, cioè Colui che è presente, così adesso Maria si rivela Colei che è stata concepita immacolata, ma ha vissuto sempre in coerenza con questo dono iniziale da poter rappresentare veramente l’Immacolata Concezione.

D. – Nell’Antico Testamento, il cosiddetto Protovangelo della salvezza presenta la donna Eva come prefigurazione di Maria. C’è in questo un’avvisaglia anche del dogma, perché il Proto Vangelo dice: “Io porrò inimicizia tra te e la donna, tra la tua stirpe e la sua stirpe; questa ti schiaccerà la testa e tu le insedierai il calcagno”...

R. – Senz’altro. Il Protovangelo è ben messo in rilievo dalla raffigurazione che ne fa il Caravaggio, quando mostra la Vergine Maria che schiaccia la testa al serpente, sopra al suo piede c’è quello di Gesù. Quindi, Gesù e Maria sono già legati da questa profezia – naturalmente in modo adombrato – in questa eterna inimicizia contro l’avversario del bene del genere umano, cioè il demonio. E, quindi, se per un istante Maria sia stata sotto il dominio di Satana, Agostino l’ha voluto chiaramente negare: “Non sottometto Maria al demonio, perché c’è la grazia della rinascita”. Per noi è molto chiaro: attraverso l’Immacolata Concezione noi abbiamo la realizzazione di questo annuncio profetico del Protovangelo e Maria è stata unita al Cristo nella vittoria sul demonio e quindi su ogni peccato, anche quello originale. (ap)

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