GIORNATA PACE 2012
Una "movida" esigente
Un Papa che trasmette ai giovani la gioia di vivere
Cristiana Dobner - carmelitana scalza
Vegliare di notte non è proprio né comodo né allettante, richiede fatica, impegno. Chi abbia avuto l'esperienza dell'attesa notturna, del servizio prestato quando tutto è immobile e fermo e gli altri si sono abbandonati al sonno nel tepore del proprio letto, sa bene che i minuti non passano mai. La lentezza e l'opacità hanno il sopravvento. Subentra la noia e il sonno incombe.
Non ho mai vegliato di sentinella in tempi pericolosi o addirittura di guerra e non so quale sia lo stato d'animo di chi si ritrovi ad essere responsabile della vita di tante persone, soprattutto innocenti e, magari, abbandonate, in un silenzio avvolgente. Ho vegliato però attendendo che il primo bagliore di luce potesse risolvere una grave situazione, potesse dare il la per intonare diversamente la giornata. La prima lama di luce dilata lo spirito e gli infonde quel tanto di forza per poter procedere.
I giovani d'oggi (come quelli di ieri) conosco nottate di veglia ma si confondono troppo spesso con l'agitazione, il chiasso, il rumore.
Papa Benedetto, nel messaggio per la Giornata mondiale della pace 2012, si rivolge a tutti i giovani perché nelle loro mani è il nostro oggi e il nostro domani. Chiede una movida notturna inedita, diversa, che non sprechi il vigore giovanile nel passare da un locale ad un altro, da un'anonima folla che si agita dimenandosi ad un'altra folla che fagocita le ore e porta al mattino sfatti, senza energie.
La movida di Benedetto è esigente, chiara e indiscutibilmente fondata. L'unica che, calata un'altra volta la notte, non deluderà e porterà a sonni lieti e non a incubi pesanti.
La movida, come mossa prima, è affidata ai giovani "stagionati" che devono infondere nei giovani reali e freschi "l'apprezzamento per il valore positivo della vita, suscitando in essi il desiderio di spenderla al servizio del Bene". Non si tratta di concetti ben espressi, di idee sfolgoranti o di proposte filosofiche alate, più terra a terra si tratta di una testimonianza diretta, che contagi e doni quell'impulso per cui un giovane possa guardare all'adulto e perfino a chi sta per spegnersi e trapassare, dicendosi: "Bingo! Questa sì che è stata una vita! Vita che ha donato gioia, sicurezza, a chi non ne aveva, vita che si è andata spendendo nel tessuto quotidiano con lo sguardo posato sugli altri". Infatti "il testimone è colui che vive per primo il cammino che propone".
L'educazione per Benedetto XVI non è questione di libri, di cattedre, di galatei, è questione di un nucleo vitale che passa da una mano all'altra e la rende incandescente, pronta ad allungarsi e aprirsi, consegnando il tesoro ricevuto: la gioia di vivere.
L'educazione è progetto di testimoni vivi, di sentinelle che vibrano e captano, che sanno creare quel contatto fra persona e persona che si muove e diventa anello della movida vera, quella sobria e non futilmente distruttiva, quella che può incontrare lo sguardo dell'altro e sa cogliervi l'interrogativo più profondo: io chi sono? Che cosa faccio in questa società alla deriva? E può proporre non un teorema astratto, un piano quinquennale di guadagno ma offrire se stesso come luogo "di coesione e di ascolto, in cui il giovane si senta valorizzato nelle proprie potenzialità e ricchezze interiori, e impari ad apprezzare i fratelli".
Passo secondo della movida...
Face book, twitter, iTunes, iCloud, magazzini virtuali, sono grandi mezzi di comunicazione: "Nell'odierna società, i mezzi di comunicazione di massa hanno un ruolo particolare", indubbiamente quello informativo ma se qui si arrestano, diventano una valanga inarrestabile che sconcerta, mentre il loro compito deve "formare lo spirito dei destinatari".
E la movida diventa elettronica, non conosce frontiere, supera ogni barriera di lingua e di cultura... ma sa veramente rispondere all'interrogativo "chi è l'uomo?".
Potrebbe farlo se conoscesse la terza mossa della movida 2012: "L'uomo è un essere che porta nel cuore una sete d'infinito, una sete di verità - non parziale, ma capace di spiegare il senso della vita - perché è stato creato a immagine e somiglianza di Dio".
Tutto si trasfigura nel grande gioco della libertà, fra Colui che interpella e il giovane e la giovane che Gli rispondono: "Solo nella relazione con Dio l'uomo comprende anche il significato della propria libertà".
Allora la connessione non conosce intoppi o stacchi, la movida non si muove sul terreno viscido e scivoloso che porta solo all'ottundimento, ma si dischiude in quel bagliore che fende la notte di chi, da sentinella, ha vegliato e scorge che il rigoglio della propria giovinezza può fiorire e disseminare una pace duratura, una stabilità di giustizia: la speranza.
Non vuote parole ma posture di fondo che fanno scattare "la fiducia reciproca, la capacità di tessere un dialogo costruttivo, la possibilità del perdono, che tante volte si vorrebbe ottenere ma che si fa fatica a concedere, la carità reciproca, la compassione nei confronti dei più deboli, come pure la disponibilità al sacrificio": la movida giovanile 2012 della sentinella Benedetto!
© Copyright Sir
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento