domenica 25 dicembre 2011

Benedetto XVI augura all'Italia un futuro di speranza, piu' fraterno e solidale (Ansa)


Messaggio Urbi et Orbi Papa: 'Pace e stabilità per Terra Santa'

Benedetto XVI augura all'Italia un futuro di speranza, piu' fraterno e solidale

di Fausto Gasparroni

CITTA' DEL VATICANO

La ripresa del dialogo tra israeliani e palestinesi. La cessazione delle violenze in Siria. La riconciliazione e la stabilita' in Paesi come l'Iraq, l'Afghanistan, o come quelli interessati dalle rivolte della ''primavera araba''.
Ha riguardato le varie situazione di conflitto nel mondo l'accorata invocazione di pace di Benedetto XVI nel suo messaggio natalizio 'Urbi et Orbi', pronunciato oggi dalla loggia centrale di San Pietro, non senza la richiesta di soccorsi per le popolazioni del Corno d'Africa e del Sud-est asiatico, vittime rispettivamente di carestie e inondazioni.

Il Papa ha incentrato il suo messaggio ''alla citta' e al mondo'' sul significato della venuta di Gesu' sulla terra ''per salvarci soprattutto dal male profondo, radicato nell'uomo e nella storia'' (cioe' ''la separazione da Dio, l'orgoglio presuntuoso di fare da se'''), indicandoci ''la via della riconciliazione, del dialogo, della collaborazione''. Ha quindi invocato il ''divino soccorso'' per le popolazioni del Corno d'Africa ''che soffrono a causa della fame e delle carestie, talvolta aggravate da un persistente stato di insicurezza'', chiedendo anche l'aiuto della comunita' internazionale per i profughi provenienti da quella regione, ''duramente provati nella loro dignita'''.

Il Pontefice ha pregato quindi per i popoli del Sud-Est asiatico, in particolare di Thailandia e Filippine, ''che sono ancora in gravi situazioni di disagio a causa delle recenti inondazioni''. Per quanto riguarda poi ''l'umanita' ferita dai tanti conflitti, che ancora insanguinano il Pianeta'', ha invocato da Dio il ''dono'' della ''pace e stabilita''' alla Terra Santa, ''incoraggiando la ripresa del dialogo tra israeliani e palestinesi''. ''Faccia cessare le violenze in Siria - ha proseguito -, dove tanto sangue e' stato versato''. ''Favorisca la piena riconciliazione e la stabilita' in Iraq ed in Afghanistan - ha aggiunto il Pontefice -. Doni un rinnovato vigore nell'edificazione del bene comune a tutte le componenti della societa' nel Paesi nord africani e mediorientali''.

Non c'era tempo per inserire nel discorso parole sui sanguinosi attentati di stamani alle chiese in Nigeria, condannati comunque dal portavoce vaticano padre Federico Lombardi, ma Ratzinger, prima degli auguri in 65 lingue e della benedizione 'Urbi et Orbi', non ha dimenticato l'auspicio di aperture politiche in Myanmar, di stabilita' nei Paesi africani dei Grandi Laghi, di tutela dei diritti in Sud Sudan. Ieri sera, nella messa della notte di Natale, alte e solenni erano state ancora le parole del Papa nella sua invocazione di pace. ''Dimostra la tua potenza, o Dio - aveva proclamato -. In questo nostro tempo, in questo nostro mondo, fa' che i bastoni dell'aguzzino, i mantelli intrisi di sangue e gli stivali rimbombanti dei soldati vengano bruciati, cosi' che la tua pace vinca in questo nostro mondo''.

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