mercoledì 19 settembre 2012

I 50 anni del Vaticano II in un libro che ne introduce e spiega i documenti. Intervista con Luca Rolandi



I 50 anni del Vaticano II in un libro che ne introduce e spiega i documenti. Intervista con Luca Rolandi 

"Il futuro del Concilio, i documenti del Vaticano II: un tesoro da riscoprire" è il titolo della raccolta di scritti presentato ieri a Roma, presso la sede della Radio Vaticana, nella quale figurano firme autorevoli che hanno studiato e approfondito il percorso conciliare e che evidenziano come, a cinquanta anni di distanza, il risultato di quella riunione di tutti i vescovi del mondo sia sempre attuale. Davide Dionisi ha intervistato il curatore del volume, pubblicato da Effatà Editrice, Luca Rolandi:

D. - Come nasce l’idea di una raccolta dei documenti del Vaticano II?

R. - Nasce sostanzialmente dalla prospettiva di cercare, soprattutto per un pubblico di giovani e di persone che del Concilio non hanno nessuna conoscenza, la possibilità propedeutica di avere un’introduzione alla lettura dei documenti stessi, partendo dall’analisi realizzata da esperti, vaticanisti, biblisti e liturgisti.

D. - Quali tesori ha riscoperto nei documenti presi in esame?

R. – Moltissimi, perché i documenti, nonostante i loro 50 anni, hanno ancora una carica e una forza profetica, una profonda visione spirituale e culturale che ritengo essere importante riproporre, soprattutto alle nuove generazioni.

D. - Nella Chiesa del terzo millennio, quale posto occupa o può occupare il Concilio?

R. – Può occupare sicuramente un posto fondamentale, nel senso che è vero che in 50 anni la società si è evoluta rapidamente, ma è anche vero che i tempi della Chiesa sono sempre più lenti e c’è la cosiddetta ricezione da metabolizzare con più difficoltà e in tempi più lunghi rispetto a quelli della società. Per cui, io penso che sia ancora fondamentale il richiamo anche del magistero dei Papi, dei vescovi e dei sacerdoti, nelle comunità, che è sempre continuo al Vaticano II, al di là delle celebrazioni e degli anniversari.

D. - Se dovesse spiegare il Concilio ad un giovane credente, come lo farebbe?

R. – Lo farei in due modi. Da un lato, utilizzando magari qualche strumento multimediale, quindi facendogli vedere qualche immagine di quello che è stato il Concilio: vedere i 2.500 vescovi provenienti da tutto il mondo che si ritrovano per la prima volta tutti insieme in San Pietro, in una grande assemblea. Dall’altro gli farei vedere, per esempio, il discorso che ha pronunciato Giovanni XXIII la sera dopo l’apertura del Concilio - il famoso "discorso alla Luna" - perché riporta il Concilio in una dimensione più domestica, in una dimensione che può parlare al cuore di tutti.
''Se veramente si crede in Cristo - aggiunge -, senza strumentalizzare il Magistero della Chiesa sottolineando solo alcuni punti a vantaggio della propria ideologia, ma ci si affida incondizionatamente a Cristo, anche l'unita' della Chiesa non viene dilaniata dalla gelosia e dall'ambizione.

Questo e' uno dei miei obiettivi: ridurre le tensioni all'interno della Chiesa''.

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