martedì 3 gennaio 2012

Tutto il Vaticano II in un bloc-notes. Il diario del gesuita Sebastian Tromp (Agostino Marchetto)

Il diario del gesuita Sebastian Tromp

Tutto il Vaticano II in un bloc-notes

di AGOSTINO MARCHETTO

L'Editrice Bautz ha pubblicato l'ultima parte del diario conciliare del gesuita Sebastian Tromp, segretario della Commissione De fide et moribus del concilio Vaticano II; curato dalla solerte e capace Alexandra von Teuffenbach in due tomi, e con l'aggiunta di interessanti documenti ad esso connessi (Konzilstagebuch mit Erlaeuterungen und Akten aus der Arbeit der theologischen Kommission. II Vatikanischen Konzil Nordhausen, Bautz Verlag, 2011, Band 2/1 e 2/2, 1962-1963, pagine 1279).
La curatrice aggiunge note, commenti e indici molto utili per comprendere che sia successo durante la prima sessione conciliare, con nuovi testi, ma anche in continuità con quelli in precedenza preparati, grazie soprattutto alla Commissione di coordinamento conciliare. Non mancano pure riferimenti ad altri diari di personaggi impegnati in concilio (da monsignor Gérard Philips a Henri de Lubac). Oltre ai testi in latino, il libro, per il primo volume di questo secondo tomo, offre la loro versione in tedesco a opera di Bruno Wegener; vi è inoltre riferimento da parte della von Teuffenbach alle Congregazioni generali del sinodo. L'immagine che si ha dalla attenta lettura dell'opera è impressionante e la mole di lavoro a cui si sottomise il padre Tromp si può ben dire titanica e compiuta con grande precisione, anche tenendo in conto i due volumi precedenti sullo stesso argomento (che chi scrive ha presentato in forma più estesa in "Apollinaris" LXXXI, 2008, n. 3-4, pp. 1043-45).
L'ultimo documento qui riportato è una lettera di monsignor Pericle Felici al cardinale Alfredo Ottaviani (non si danno i riferimenti delle pagine in cui appare il suo nome poiché è presente in quasi tutte), del 16 settembre 1963, nella quale gli si chiede di designare il relatore per la Congregazione del 30 settembre affinché illustri lo schema de Ecclesia e le proposte di modifica al testo già avanzate per iscritto dai padri conciliari. Lo ricordo al lettore poiché ciò indica lo sbocco del lavoro di Tromp, i cui sentimenti e giudizi nel travaglio sinodale ben risultano dal diario prima che altri (monsignor Philips, sostanzialmente) prendano le redini della stesura di testi da sottoporre all'assemblea dei Padri.
Per poter apprezzare l'opera come contributo alla storia del Vaticano II rileviamo alcuni elementi tratti dal primo volume, scritti, giudizi e avvenimenti, a un tempo, iniziando col segnalare il fiorire, insperato per Tromp, di nuovi schemi de Ecclesia e soprattutto il dialogo con Philips.
In contemporanea affiora anche la direttiva di migliorare quanto preparato, che vigerà nonostante tutto. Del resto lo stesso cardinale Leo Joseph Suenens affermò, per informazione di Philips, che il 60 per cento del "nuovo" de Ecclesia, da lui in gran parte approntato, proveniva dal testo iniziale. Spicca comunque a questo riguardo un'espressione di monsignor Gabriel-Marie Garrone, riportata, che attesta il suo non essere "servo dello schema" e il suo agire "affinché esso serva al Concilio".
Il procedere del documento è ben descritto da Tromp, con menzione anche di quelli tedesco e cileno. Sia in relazione al de Ecclesia che per il documento de laicis, Tromp fornisce nel suo diario utili elementi circa la Commissione mista concernente il laicato; vi risulta una buona intesa. Pure per il de Religiosis, sia per l'inserimento di un apposito capitolo nel de Ecclesia che per un documento a sé stante, il diario fornisce notizie e spunti per la comprensione delle difficoltà che sorsero specialmente per una conclusione ex abrupto descritta da Tromp rispetto a quella regolare; in ogni caso è riportato un giudizio di insoddisfazione di Papa Paolo VI sul capitolo de Laicis.
Sempre con legame al de Ecclesia, in prospettiva futura certamente, rilevo l'edizione segnalata dello schema dal titolo in questo caso, de B.M.V. matre Ecclesiae, il 6 maggio 1963.
Il diario è ricco di notizie anche sul formarsi di quella che sarà, alla fine, la costituzione pastorale Gaudium et spes, per la quale opera un'altra commissione mista composta da membri di quelle Dottrinale e dei Laici chiamata de ordine sociali et internationali. Dalla trattazione risulta evidente il crescere del ruolo di monsignor Garrone nel procedere dello schema. In effetti su di lui, in seguito, punterà Paolo VI per la realizzazione del, particolarmente "suo", progetto contro venti e maree. Tromp nel suo diario riassume anche qualche intervento dei padri; cita ad esempio monsignor Guerry: il "modo di parlare pastorale in nessun modo va contro la dottrina. Non vi può essere [infatti] opposizione tra essa e la pastorale. Non si tratta di dottrina, ma del modo di presentarla"; nella stessa linea va anche il desiderio di Papa Giovanni affinché lo schema de Deposito sia accorciato. Largo spazio è dato da Tromp allo schema De fontibus Revelationis, alla relativa votazione e decisione pontificia di istituire una Commissione mista speciale per la sua revisione e all'emergere della questione relativa al rapporto Scrittura-Tradizione.
In ogni caso il Papa indicò alcuni principi per l'opera di emendamento prevista e scelse lui i cardinali membri di tale commissione. Intanto a monsignor Garrone fu affidata la stesura di un proemio; l'opera di "emendamento, abbreviazione e perfezionamento" proseguì tra alterne vicende.
Un altro tema di grande interesse è certamente il procedere del de Oecumenismo. Nel diario di Tromp appare subito evidente la difficoltà della reductio ad unum dei tre schemi iniziali sullo stesso tema, pur con le caratteristiche proprie a ciascuno, su cui "impera" il segretario di Stato, Cicognani, che riesce a mantenere uno schema a parte per le Chiese Orientali e ciò in fatto di ecumenismo (cosa di cui Tromp si meraviglia). In tale contesto possiamo ricordare i riflessi, nel diario, della questione sulla libertà religiosa, con attenzione alla relativa Commissione mista e l'affiorare della tensione a proposito del de Judeis, inserito dal cardinale Augustin Bea nello schema del de Oecumenismo, in consulta Comm. Doctrinali.
Da tutto il diario comunque si può avere conferma del fondamentale ruolo per il destino del Concilio avuto dalla commissione di coordinamento, presieduta dal segretario di Stato, fin dalla sua istituzione. Ruolo di rilievo e positivo hanno avuto anche le Commissioni miste, che certamente rendevano più difficile e lungo il procedere sinodale ma bloccarono l'egemonia iniziale della commissione de Doctrina fidei. Comunque esse hanno obbligato le due anime, diciamo così, del cattolicesimo (di fedeltà alla Tradizione e di rinnovamento) a dialogare, anticipandosi in tali commissioni quanto risulterà infine dai testi conciliari. Per la linea generale di andamento sinodale, Tromp ricorda i nuovi indirizzi di Paolo VI, dopo un cenno di giudizio su Giovanni XXIII. Egli peraltro, a poco a poco, rivela nel suo diario segni di stanchezza, di infermità e di declino. Ma rimane uomo di valore e instancabile; questi suoi scritti lo confermano. A conclusione dell'analisi del primo volume qui recensito, bisogna ricordare un significativo cambio fra i periti impegnati nel de Ecclesia e cioè la sostituzione di Daniélou con il Congar, per volontà del primo, che voleva dedicarsi anima e corpo a quello che finalmente sarà la Gaudium et spes.Il secondo volume ci conferma nel vivo apprezzamento del lavoro di Tromp e anche della curatrice dell'opera, Alexandra von Teuffenbach.
Non vi è qui peraltro traduzione in tedesco dei testi latini che occupano ben 728 pagine; questo fa comprendere, in parte almeno, perché un tale tesoro di fonte non sia stato finora sfruttato a dovere. Tromp conferma il ruolo fondamentale della Commissione di coordinamento, i cui documenti sono stati pubblicati per ultimi da monsignor Vincenzo Carbone (cfr. Agostino Marchetto, Contrappunto, del 2005, p. 339-346, che peraltro presentano gli Acta ufficiali della Segreteria generale del Concilio).
Nel riprodurre i documenti di Tromp la von Teuffenbach rivela l'obiettività dell'autore; più che un diario, è quasi una cronaca ufficiale, fino alla segnalazione di ore e minuti, e testimonia la crescente importanza del ruolo dei periti sinodali.
Vi si trovano comunque, nei limiti di tempo della prima sessione conciliare, tutti i documenti aventi un qualche legame con la commissione teologica (anche per le commissioni miste, dunque). La von Teuffenbach aggiunge poi altri documenti utili per la conoscenza del lavoro della commissione teologica.
Il volume inizia con il quaderno protocollo che elenca tutte le sessioni, di qualsiasi genere, nel caso fosse implicata la commissione in parola, e delle relative sottocommissioni, con notizie storiche. Sono 10 pagine di opera certosina sia per l'autore che per la curatrice, seguite da altre riguardanti le sottocommissioni: 41 pagine impressionanti, a cui seguono 207 di relazioni varie sulle riunioni già citate e molto altro.
Di particolare interesse risultano, con "il senno di poi", le discussioni sul de Ecclesia, circa la sua "qualifica teologica" e l'apparizione di nuovi schemi prima ancora della discussione di quello preparato d'inizio, per il quale si riportano le critiche generali sui vari capitoli, sulla riformulazione del de Fontibus, specialmente circa la relazione Scrittura-Tradizione, sul dialogo per la emendazione del de Ecclesia e molto chiarificatore sul modo di procedere in commissione - e che rivela l'acume della discussione teologica e il suo ottimo livello - sul procedere del lavoro della nuova redazione su quello che sarà il testo della Gaudium et spes, sui "consigli evangelici" sui laici, sull'ecumenismo, sulla situazione generale degli schemi, su quello de Beata Virgine Maria. Dopo le Relazioni sono pubblicati documenti di interesse di vario genere, tra cui scritti di Tromp sul de Revelatione, su diritto e coscienza (un articolo duro, che "L'Osservatore Romano" dell'epoca rifiuta) e sulla Lumen gentium.
Segue una lista delle presenze a varie riunioni, una relazione sul procedere della questione Scrittura-Tradizione, con protesta di Ottaviani per una importante decisione presa in sua assenza, e le lagnanze di Tromp circa il "nuovo" testo de divina Revelatione, nonché le sue preoccupazioni per l'indifferentismo religioso che si sta propagando "orribilmente".
In seguito sono pubblicate alcune carte di Tromp con liste di periti e presenze alle riunioni sull'ecumenismo e un memorandum circa l'elaborazione degli schemi, "fotografati" il 25 giugno 1963, con significativo rimprovero finale a chi ha "semplicemente" ignorato, prima della distribuzione, nel mese di maggio, dello schema de Oecumenismo, la Commissione dottrinale, i cui membri pur facevano parte della relativa Commissione mista (sarebbe mancato, cioè, il controllo dottrinale del tema). Il secondo volume, in cui si pubblica una serie di missive utile a una maggior comprensione delle cose, con la prima in data 18 ottobre 1962 e l'ultima del 16 settembre 1963, si chiude con l'indice dei nomi, brevi biografie dei personaggi citati, i rimandi al primo volume e l'indice generale.

(©L'Osservatore Romano 2-3 gennaio 2012)

1 commento:

Anonimo ha detto...

e testimonia la crescente importanza del ruolo dei periti sinodali...

ecco dove lo Spirito Santo trovò le porte chiuse!