Chiesa, cresce peso Italia e Curia in elezione di prossimo Papa
Ratzinger annuncia Concistoro per 18 febbraio, 22 nuovi cardinali
Città del Vaticano, 6 gen. (TMNews)
E' il momento in cui un Pontefice disegna con maggiore precisione l'identikit del suo successore. E, sebbene il Pontefice 84enne sia in salute, il Concistoro annunciato oggi da Benedetto XVI per il prossimo 18 febbraio indica che, qualora il Pontefice morisse, nel Conclave convocato per scegliere il futuro Pontefice avranno più peso i cardinali italiani e la Curia romana.
Al prossimo Concistoro - il quarto di Ratzinger dopo quelli del 2006, del 2007 e del 2010 - il Papa imporrà infatti la berretta cardinalizia a sette italiani (i 'romani' Filoni, Bertello, Versaldi, Calcagno, Coccopalmerio, Vegliò e l'arcivescovo di Firenze Betori, nonostante il suo predecessore Antonelli abbia meno di 80 anni) e dieci membri della Santa Sede (oltre ai sei italiani, il brasiliano Braz de Aviz, lo statunitense O'Brien e gli spagnoli Monteiro de Castro e Abril y Castello). Cresce, dunque, il peso del 'partito romano' nell'elezione del prossimo Papa, e, in particolare, l'influenza che eserciterà il cardinale Tarcisio Bertone, Segretario di Stato vaticano, al quale molti curiali sono legati da rapporto di stima.
In tutto saranno 22 i nuovi cardinali del prossimo Concistoro. Quanto ai nuovi porporati residenti all'estero, si tratta del presidente dei vescovi statunitensi, l'arcivescovo di New York Dolan (nonostante al suo predecessore Egan manchi ancora qualche mese per gli 80 anni), dell'arcivescovo di Toronto (Collins), di Hong Kong (Tong Hon), dei Siro malabaresi in India (Alencherry), di Utrecht in Olanda (Eijk), di Praga in Repubblica ceca (Duka) e di Berlino in Germania (Woelki, che, con 'soli' 55 anni è il pèiù giovane del collegio cardinalizio). Diventano poi cardinali anche quattro ultratottantenni (e dunque non 'elettori' in Conclave), ai quali Ratzinger concede la berretta cardinalizia per stima personale: due suoi ex collaboratori alla congregazione per la Dottrina della fede (l'agostiniano maltese Prosper Grech e il gesuita tedesco Karl Josef Becker, 'nemico' storico di un altro gesuita, Jacques Dupuis), e poi Lucian Muresan, arcivescovo maggiore di Fagaras si Alba Iulia (Romania) e mons. Julien Ries, professore emerito di storia delle religioni presso l'università cattolica di Lovanio in Belgio.
Il 'sacro collegio elettorale' è così composto da 67 cardinali europei, 37 americani (15 da Usa e Canada, 22 dall'America latina), 11 africani, 9 asiatici, un porporato dall'Oceania, per un totale di 125 cardinali 'elettori'.
Viene così superata temporaneamente la soglia di 120 fissata da Paolo VI, che verrà nuovamente raggiunta a giugno quando, dopo i cardinali Zen ze-kiun (gennaio), Quezada (marzo), Egan (aprile), Vlk (maggio), il cardinale Schwery compirà 80 anni. Più nel dettaglio, nel Conclave, dopo il Concistoro del 18 febbraio, l'Italia avrebbe la maggioranza relativa dei voti con 30 cardinali elettori. Seguirebbero Stati Uniti (12), Germania e Brasile (6), Spagna (5), Francia, Polonia, Messico e India (4), Canada (3), Svizzera, Gran Bretagna, Portogallo, Repubblica ceca, Argentina e Nigeria (2), seguiti da numerosi paesi con un solo cardinale. Col Concistoro di febbraio i cardinali elettori nominati da Benedetto XVI salgono a 63 e superano di un'unità i porporati nominati nel corso del lungo pontificato del suo predecessore Giovanni Paolo II (62). Sono ormai tutti ultraottantenni, invece, i quattro cardinali nominati da Paolo VI. Sommando gli 89 porporati ultraottantenni che non entrano in Conclave, sono 214 i 'principi della Chiesa'.
A questo Concistoro non ricevono la berretta cardinalizia, nonostante le indiscrezioni dei giorni scorsi, esponenti di Curia come mons. Rino Fisichella, presidente del Pontificio consiglio per la Nuova evangelizzazione, che avrà comunque un ruolo centrale nell'anno della fede annunciato dal Papa, o gli arcivescovi di Torino (Nosiglia), di Ratisbona in Germania (Mueller), di Dublino (Martin), di Londra (Nichols), di Cebu nelle Filippine (Palma), di Manila (Tagle), il patriarca maronita del Libano (Rai), o gli arcivescovi africani di Lusaka (Mpundu) o Kampala (Lwanga).
Quanto alla scelta del prossimo Pontefice, prevedibilmente ancora lontana nel tempo, emergono le prime ipotesi. Il settimanale cattolico britannico 'The Tablet' è stato il primo, nei giorni scorsi, ad immaginare una prima lista di 'papabili': i cardinali Angelo Scola (Milano), Gianfranco Ravasi (presidente del pontificio consiglio della Cultura), Peter Turkson (ghanese e presidente del pontificio consiglio Giustizia e pace), Oscar Rodriguez Maradiaga (salesiano di Tegucigalpa), Christoph Schoenborn (Vienna), Leonardo Sandri (argentino e presidente della congregazione per le Chiese orientali), Marc Ouellet (canadese e prefetto della congregazione dei vescovi), Odilo Pedro Scherer (San Paolo in Brasile), e Joao Braz de Aviz (brasiliano, prefetto della congregazione dei religiosi e cardinale al Concistoro di febbraio).
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