I nuovi cardinali parlano curiale. A Julien Ries una berretta significativa
Paolo Rodari
7 gennaio 2012
Sono due gli esclusi di lusso dal prossimo concistoro, indetto da Papa Benedetto XVI per il 18 febbraio e annunciato ieri, il giorno dell’Epifania. Si tratta del patriarca maronita del Libano Béchara Rai, la cui posizione troppo “mansueta” verso il regime del presidente siriano Bashar el Assad aveva provocato lo scorso settembre qualche malumore anche in Vaticano, e monsignor Rino Fisichella, presidente del Pontificio consiglio per la nuova evangelizzazione il quale, con ogni probabilità, riceverà la porpora cardinalizia al prossimo giro.
Per il resto il nuovo concistoro parla molto italiano e conferma la volontà del Pontefice di valorizzare innanzitutto i suoi collaboratori all’interno della curia romana, lì dove egli delega gran parte della propria attività di governo.
In totale i nuovi cardinali resi noti ieri dal Pontefice sono 22 – di loro, 18 sono sotto gli 80 anni di età, e quindi potenzialmente elettori nel caso di un conclave. Lavorano nella curia romana Fernando Filoni (prefetto di Propaganda Fide), João Braz de Aviz (Religiosi), Manuel Monteiro de Castro (Penitenziere maggiore), Giuseppe Bertello (Governatorato), Domenico Calcagno (Amministrazione del patrimonio della sede apostolica), Giuseppe Versaldi (Prefettura degli affari economici), Santos Abril y Castelló (Arciprete della Basilica di Santa Maria Maggiore), Edwin Frederick O’Brien (Ordine del Santo Sepolcro di Gerusalemme), Antonio Maria Vegliò (pontificio consiglio per i Migranti e gli Itineranti), Francesco Coccopalmerio (Testi Legislativi).
Con le nuove nomine, più della metà degli elettori di un eventuale conclave sarebbero europei (67 su 125) e un quarto di loro sarebbe rappresentato da italiani (30). Ma cresce anche la pattuglia nordamericana (che sale a 15 elettori) e quella asiatica (che sale a 9), mentre resta in pratica ferma la componente latino-americana (22 da ieri, erano 21) e addirittura cala quella africana: oggi i cardinali sono solo 11.
Il tetto dei 120 cardinali con diritto di entrare in conclave è stato superato di 4 unità, anche se nel corso di quest’anno una dozzina di porporati compiranno 80 anni. Rispetto ai concistori indetti in precedenza, Benedetto XVI ha poi fatto uno strappo alla regola, non scritta, che prevede di non creare un nuovo cardinale in una diocesi nella quale il predecessore, anch’esso cardinale, non abbia superato gli 80 anni.
Il Papa ha infatti dato la porpora non solo agli arcivescovi di New York (Timothy Dolan) e di Praga (Dominik Duka), dove i cardinali emeriti compiranno 80 anni tra pochi mesi, ma anche all’arcivescovo di Firenze Giuseppe Betori, il cui predecessore, il cardinale Ennio Antonelli, ha 75 anni. Gli altri vescovi diocesani chiamati a entrare nel collegio dei principi della chiesa sono George Alencherry (arcivescovo Maggiore dei Siro Malabaresi), Thomas Christopher Collins (Toronto), Willem Jocobus Eijk (Utrecht), John Tong Hon (Hong Kong) e Rainer Maria Woelki (Berlino).
A questi si aggiungono i quattro cardinali ultraottantenni, per i quali la berretta cardinalizia significa il riconoscimento, da parte del Papa, della particolare qualità del servizio svolto per la chiesa, spesso nell’ambito della cultura o della teologia: si tratta di padre Prosper Grech, consultore presso la Congregazione per la Dottrina della fede, di padre Karl Josef Becker, docente emerito della Pontificia Università Gregoriana, di Lucian Muresan, arcivescovo maggiore della chiesa greco-cattolica rumena.
Infine una menzione particolare merita la porpora concessa a Julien Ries, gesuita e docente dell’Università Cattolica di Lovanio, fondatore di quella “antropologia religiosa” che negli ultimi decenni ha contribuito grandemente a modificare la percezione del fenomeno religioso anche negli ambiti della cultura accademica e laica. Un lavoro che evidentemente Papa Ratzinger, come prima di lui Karol Wojtyla, giudica particolarmente prezioso. Proprio ieri, nell’Angelus del giorno dell’Epifania, Benedetto XVI ha ricordato che “la civiltà occidentale sembra avere smarrito l’orientamento, naviga a vista”.
Pubblicato sul Foglio sabato 7 gennaio 2012
© Copyright Il Foglio, 7 gennaio 2012 consultabile online anche qui, sul blog di Rodari.
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