Benedetto XVI riceverà sabato il presidente del Consiglio
Giovanna Chirri
ROMA
Dal Papa un «pensiero particolare» all'Italia.
E l'auspicio che «continui a promuovere un rapporto equilibrato fra la Chiesa e lo Stato, costituendo così un esempio al quale altre Nazioni possano riferirsi con rispetto e interesse».
Benedetto XVI lo ha formulato nell'udienza al Corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede, e poco dopo il Vaticano ha confermato che il 14 gennaio il Papa riceverà in udienza il presidente del Consiglio Mario Monti.
Il Pontefice si è rivolto all'Italia nel suo discorso agli ambasciatori dei 179 paesi con cui la Santa Sede intrattiene relazioni diplomatiche, subito dopo aver apprezzato la sentenza della Corte europea dei diritti dell'uomo «in favore della presenza del Crocifisso nella aule scolastiche italiane».
«Proprio all'Italia – ha aggiunto – desidero rivolgere un particolare pensiero al termine del 150. anniversario della sua unificazione politica. Le relazioni tra la Santa Sede e lo Stato italiano hanno attraversato momenti difficili dopo l'unificazione, nel tempo, però hanno prevalso la concordia e la reciproca volontà di cooperare, ciascuno nel proprio ambito, per favorire il bene comune».
Monti e Benedetto XVI si sono incontrati brevemente il 18 novembre, quando l'allora neopremier era andato all'aeroporto di Fiumicino espressamente per salutare papa Ratzinger che partiva per il suo viaggio apostolico in Benin. In quella occasione fu toccato anche il tema della crisi economica e il Papa fece gli auguri a Monti per il suo nuovo incarico.
Visto il legame particolare tra Italia e Santa Sede è prassi che per un nuovo premier italiano venga ricevuto in udienza dal Papa.
Già nei giorni scorsi, durante l'Angelus di Capodanno, il Papa aveva rivolto un pensiero all'Italia, e ringraziato il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano per gli auguri. L'attenzione di Benedetto XVI all'Italia passa anche attraverso una cordialità di rapporti con Napolitano, cordialità che su alcuni temi diventa sintonia di vedute. In particolare il Presidente, nel messaggio alla Nazione per la fine dell'anno, ha citato l'invito di Benedetto XVI a trovare una «forza motivante» per singoli e comunità, nell'affrontare la crisi. La necessità di non scoraggiarsi davanti alla crisi è stata riaffermata dal Papa nel discorso ai diplomatici del mondo: «La crisi può e deve essere uno sprone a riflettere sull'esistenza umana e sull'importanza della sua dimensione etica, prima ancora che sui meccanismi che governano la vita economica: non soltanto per cercare di arginare le perdite individuali o delle economie nazionali, ma per darci nuove regole che assicurino a tutti la possibilità di vivere dignitosamente e di sviluppare le proprie capacità a beneficio dell'intera comunità».
Attenzione di Benedetto XVI su rischi e opportunità della primavera araba, – che dopo «l'ottimismo iniziale» ha lasciato il passo «alle difficoltà», – e «grande preoccupazione» per il susseguirsi di «tensioni e violenze». Il Papa chiede per la Siria «una rapida fine degli spargimenti di sangue e l'inizio di un dialogo fruttuoso».
Il Pontefice denuncia inoltre le violenze di cui sono vittima i cristiani in Asia e Africa, in particolare in Pakistan e Nigeria, condannando il «terrorismo religioso».
Infine, chiede alla comunità internazionale di non scoraggiarsi davanti alla crisi, ma ripensare il cammino della umanità verso la pace.
© Copyright Gazzetta del sud, 10 gennaio 2012
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento