CRISI: PAPA, RIFORMARE LE SOCIETA' RISCOPRENDO I VALORI
(AGI) - CdV, 9 gen.
(di Salvatore Izzo)
La crisi "non solo economica ma anche sociale e politica" che stiamo vivendo, pur con graduazioni diverse, in tutto il mondo, rappresenta "la drammatica espressione di un profondo malessere" che affligge le societa' odierne.
Per questo Benedetto XVI invita "a riflettere sull'esistenza umana e sull'importanza della sua dimensione etica, prima ancora che sui meccanismi che governano la vita economica".
E cio', spiega in occasione dell'incontro d'inizio anno con il Corpo Diplomatico, "non soltanto per cercare di arginare le perdite individuali o delle economie nazionali, ma per darci nuove regole che assicurino a tutti la possibilita' di vivere dignitosamente e di sviluppare le proprie capacita’ a beneficio dell’intera comunita’".
Non dobbiamo scoraggiarci, esorta il Papa teologo, ma "riprogettare risolutamente il cammino, con nuove forme di impegno".
Il prezzo piu' alto lo stanno pagando "particolarmente i giovani" e cio' soprattutto nelle aree meno sviluppate , spiega agli ambasciatori dei 180 paesi che hanno rapporti diplomatici con la Santa Sede.
Dai loro fermenti e' scaturita la "Primavera Araba", e per questo nel suo discorso Papa Ratzinger lancia un appello per "un dialogo fruttuoso" con i promotori di questi moti a partire dal "riconoscimento della dignita’ inalienabile di ogni persona umana e dei suoi diritti fondamentali".
"Il rispetto della persona dev'essere - ricorda Ratzinger citando in particolare la Siria - al centro delle istituzioni e delle leggi, deve condurre alla fine di ogni violenza e prevenire il rischio che la doverosa attenzione alle richieste dei cittadini e la necessaria solidarieta’ sociale si trasformino in semplici strumenti per conservare o conquistare il potere".
Nello scacchiere mediorientale, il Pontefice cita poi anche "le tensioni tra palestinesi e israeliani" e chiede che "i responsabili di questi due popoli adottino decisioni coraggiose e lungimiranti in favore della pace".
E deplorando gli attentati che in Iraq "hanno causato ancora recentemente la perdita di numerose vite umane", incoraggia le autorita' di quel martoriato paese (dove la piu' ferita e' forse la comunita' cristiana) "a proseguire con fermezza sulla via di una piena riconciliazione nazionale".
Per Benedetto XVI, del resto, la liberta' religiosa e' "il primo tra i diritti umani", e per questo esalta la memoria del ministro pachistano Shahbaz Bhatti, la cui "infaticabile lotta per i diritti delle minoranze si e’ conclusa con una morte tragica".
"Non si tratta, purtroppo, di un caso isolato", sottolinea elencando "alcune situazioni nelle quali tale "diritto e’ ancora limitato o schernito: i cristiani sono privati dei diritti fondamentali e messi ai margini della vita pubblica; in altri subiscono attacchi violenti contro le loro chiese e le loro abitazioni.
Talvolta, sono costretti ad abbandonare Paesi che essi hanno contribuito a edificare, a causa delle continue tensioni e di politiche che non di rado li relegano a spettatori secondari della vita nazionale. In altre parti del mondo, si riscontrano politiche volte ad emarginare il ruolo della religione nella vita sociale, come se essa fosse causa di intolleranza, piuttosto che contributo apprezzabile nell'educazione al rispetto della dignita' umana, alla giustizia e alla pace".
La stessa condanna riguarda anche "il terrorismo motivato religiosamente che ha mietuto anche l'anno scorso numerose vittime, soprattutto in Asia e in Africa".
E citando l'incontro del 27 ottobre ad Assisi, il Papa riafferma ancora una volta che "i leaders religiosi debbono ripetere con forza e fermezza che questa non e' la vera natura della religione ma il suo travisamento e contribuisce alla sua distruzione".
Il ragionamento di Benedetto XVI prende poi in considerazione, come cause del degrado etico, "le misure legislative che non solo permettono, ma talvolta addirittura favoriscono l'aborto, per motivi di convenienza o per ragioni mediche discutibili".
E sullo stesso piano colloca anche "le politiche lesive della famiglia" che "minacciano la dignita' umana e il futuro stesso dell'umanita'".
"Nel mondo occidentale - denuncia - ci sono leggi che si oppongono all’educazione dei giovani e di conseguenza al futuro dell'umanita'".
Il Papa esorta invece a difendere "la famiglia, fondata sul matrimonio di un uomo con una donna".
"Questa - spiega ai 180 ambasciatori riuniti nella Sala Regia - non e’ una semplice convenzione sociale, bensi’ la cellula fondamentale di ogni societa’". Secondo Ratzinger, dunque, "occorrono politiche che lo valorizzino e aiutino cosi’ la coesione sociale e il dialogo".
"E’ nella famiglia - infatti - che ci si apre al mondo e alla vita, che e’ segno di apertura al futuro".
In questo contesto, Benedetto XVI ricorda "con soddisfazione" come una espressione di "apertura alla vita", la recente sentenza della Corte di Giustizia dell'Unione Europea sulle staminali, come pure quella sul Crocifisso, che vedeva l'Italia opporsi alla sua cancellazione.
"Le relazioni tra la Santa Sede e lo Stato italiano - osserva - hanno attraversato momenti difficili dopo l’unificazione. Nel tempo, pero', hanno prevalso la concordia e la reciproca volonta' di cooperare, ciascuno nel proprio ambito, per favorire il bene comune".
"Auspico - confida il Pontefice che sabato prossimo ricevera' in Vaticano il premier Mario Monti - che l'Italia continui a promuovere un rapporto equilibrato fra la Chiesa e lo Stato, costituendo cosi' un esempio, al quale le altre Nazioni possano riferirsi con rispetto e interesse".
Il Papa tedesco, inoltre, si dice "fiero di ricordare che per i Padri costituenti della Germania la visione cristiana dell’uomo e’ stata la vera forza ispiratrice, come, del resto, lo e' stata per i Padri fondatori dell’Europa unita".
Ricordando infine che "la Chiesa Cattolica e' sempre stata particolarmente attiva nel campo delle istituzioni scolastiche ed accademiche, con un’opera apprezzata che si colloca accanto a quella delle istituzioni statali", Papa Benedetto auspica che "tale contributo sia riconosciuto e valorizzato anche dalle legislazioni nazionali".
"Occorre attuare politiche formative - conclude - affinche’ l'educazione scolastica sia accessibile a tutti e che, oltre a promuovere lo sviluppo cognitivo della persona, curi la crescita armonica della personalita’, compresa la sua apertura al Trascendente".
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