venerdì 21 settembre 2012

Vatileaks, entra nel vivo il processo a Gabriele (TMNews)


Papa/ Entra nel vivo processo al maggiordomo del caso Vatileaks

A agosto scorso rinvio a giudizio per furto, omissis su testimoni

Città del Vaticano, 21 set. (TMNews) 

Entra nel vivo il processo al maggiordomo del Papa, protagonista quasi solitario, sinora, del caso Vatileaks, la fuga di documenti riservati di Benedetto XVI sui giornali italiani. La prima udienza inizierà sabato prossimo, 29 settembre, alle 9.30 di mattina.
"Il presidente del tribunale vaticano, Giuseppe Dalla Torre, non può stabilire adesso il calendario delle udienze perché esso dipenderà dallo svolgimento del procedimento", ha detto oggi il portavoce vaticano Federico Lombardi nel corso di un briefing. "Può esserci una scansione delle udienze abbastanza rapida e una conclusione del processo abbastanza rapida, ma se emergono nuove prove o vengono sollevate eccezioni o chieste perizie, allora può esserci una sospensione o un rinvio". Rispondendo alle domande dei cronisti, ad ogni modo, Lombardi - che ha definito "immensamente improbabile" che il processo si concluda in un giorno solo - ha precisato di non poter "prevedere se il processo si sovrapporrà o meno agli eventi di ottobre" previsti in Vaticano, ossia apertura del sinodo sulla nuova evangelizzazione (7 ottobre) e apertura dell'anno della fede (11 ottobre).
Paolo Gabriele, l'assistente di camera del Pontefice, cittadino vaticano, è stato arrestato il 23 maggio scorso (ma la requisitoria che lo ha rinviato a giudizio parla del 24 maggio). La gendarmeria vaticana ha trovato abbondanti documenti riservati della Santa Sede a casa sua (così come, in un secondo momento, nella camera che usava nel palazzo apostolico di Castel Gandolfo). Il 25 maggio per una notte, sempre a maggio, è stato arrestato in Vaticano anche Claudio Sciarpelletti, cittadino italiano che lavorava in segreteria di Stato come tecnico informatico. Interrogato per tre lunghe audizioni, messo sotto osservazione da due esperti per una perizia psichiatrica, Paolo Gabriele ha ottenuto gli arresti domiciliari il 21 luglio. Il 13 agosto, infine, con la pubblicazione della requisitoria del 'promotore di giustizia' (pm) Nicola Picardi e della sentenza del giudice istruttore Piero Antonio Bonnet, Gabriele è stato rinviato a giudizio per furto aggravato e Sciarpelletti per favoreggiamento. I magistrati vaticani hanno rivelato solo in quell'occasione di aver rinvenuto a casa del maggiordomo papale anche un assegno intestato al Papa relativo a una somma di 100mila euro, una pepita d'oro e un'edizione antica della traduzione dell'Eneide di Annibal Caro.
"Preciso che vedendo male e corruzione dappertutto nella Chiesa, sono arrivato negli ultimi tempi, quelli... della degenerazione, ad un punto di non ritorno, essendomi venuti meno i freni inibitori", ha detto Gabriele a quanto riferito dai magistrati. "Ero sicuro che uno shock, anche mediatico, avrebbe potuto essere salutare per riportare la Chiesa nel suo giusto binario. Inoltre nei miei interessi c'è sempre stato quello per l'intelligence, in qualche modo pensavo che nella Chiesa questo ruolo fosse proprio dello Spirito Santo, di cui mi sentivo in certa maniera un infiltrato". Oltre alle indagini di magistrati e gendarmi vaticani, il Papa ha affidato una parallela, ampia indagine ad una commissione composta dagli anziani cardinali Julian Herranz, Salvatore de Giorgi e Josef Tomko, che hanno consegnato le loro conclusioni riservate - in copia unica - al Papa in estate. Lo scorso 17 settembre, infine, la sala stampa vaticana ha reso nota la pubblicazione del decreto di avvio del processo.
Il collegio giudicante che inizierà a riunirsi da sabato prossimo sarà composto da Dalla Torre (presidente), Paolo Papanti Pelletier e Venerando Marano (giudici). Promotore di giustizia (pm) rimane Nicola Picardi. Non è prevista una giuria. Il maggiordomo del Papa, Paolo Gabriele, sarà assistito dall'avvocato Cristiana Arru, unica rimasta in carica dopo il ritiro dell'avvocato Carlo Fusco, mentre l'altro indagato, Claudio Sciarpelletti, sarà assistito dall'avvocato Gianluca Benedetti. Gli avvocati hanno ancora tempo fino a mercoledì 26 per produrre prove di difesa e fino al giorno di inizio processo per riscontrare gli atti. Il processo sarà "pubblico", ma il Vaticano non ha ancora chiarito da chi sarà composto il pubblico ammesso nella piccola sala del tribunale vaticano. Sarà inoltre ammesso un 'pool' di otto giornalisti - ma nessun fotografo, cameraman o registratore audio - in rappresentanza dei cronisti accreditati presso la sala stampa vaticana.
La requisitoria e il decreto di rinvio a giudizio coprivano con omissis (lettere alfabetiche A, B... M, O... X, Y) le persone sentite dai magistrati, testimoni, persone informate dei fatti o possibili sospettati. Un'accortezza motivata dal rispetto della privacy, che potrebbe però cadere durante il processo qualora queste persone fossero chiamate come testi. Ad ogni modo, nella sentenza di rinvio a giudizio la magistratura vaticana ha spiegato di voler "chiudere l'istruttoria formale, limitatamente al solo reato di furto aggravato", lasciando "aperta l'istruttoria per i restanti fatti costituenti reato nei confronti dei predetti imputati e/o di altri". Va dunque ancora approfondita, a livello investigativo e giudiziario, l'accertamento di delitti contro i poteri dello Stato, vilipendio delle istituzioni dello Stato, calunnia, diffamazione, violazione dei segreti. E - sebbene l'ex avvocato Carlo Fusco sosteneva che non avesse complici - resta 'stralciata' la questione della diffusione delle carte trafugate e, quella connessa, di eventuali complici del maggiordomo del Papa. Il maggiordomo del Papa, peraltro, ha sostenuto di aver contattato via internet il giornalista Gianluigi Nuzzi, dopo averne apprezzato il precedente bestseller, 'Vaticano spa', e di essere l'anonimo 'corvo' intervistato da Nuzzi nella trasmissione 'Gli intoccabili' (una testimonianza resa a 'La7' nella quale affermava di aver agito con una "ventina" di complici).

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