A colloquio con il cardinale Wuerl, arcivescovo di Washington, in visita «ad limina»
Una Chiesa al servizio della vita
di Nicola Gori
I cattolici americani pertecipano al dibattito pubblico non per imporre, ma per proporre la verità eterna e universale della dignità umana. A cominciare dalla difesa della vita, dalla nascita fino al suo termine naturale, senza dimenticare i valori del matrimonio e della famiglia. Una risposta alle accuse rivolte negli Stati Uniti d'America contro la presenza della Chiesa nel dibattito pubblico, vista come una forzatura. Tesi cara al secolarismo sostenuto in particolare dall'industria dell'informazione e dell'intrattenimento. È quanto afferma il cardinale Donald William Wuerl, arcivescovo di Washington, in questa intervista rilasciata al nostro giornale, in occasione della visita ad limina Apostolorum, nella quale esamina diversi aspetti della situazione del grande Paese.
La crisi economica interpella non solo la comunità civile, ma anche i credenti. Pensa che il modello economico finora applicato negli Stati Uniti d'America corrisponda ai bisogni dell'uomo?
La risposta della Chiesa a tutte le implicazioni della crisi finanziaria è radicata nella sua proclamazione della dignità e del valore di ogni individuo e la destinazione dei beni della terra a beneficio di tutti. La sua Dottrina sociale sulla quale il beato Giovanni Paolo II ha riflettuto nella enciclica Sollicitudo rei socialis che ha segnato il ventesimo anniversario della Populorum progressio del 1967 di Paolo VI è una visione articolata dell'ordine sociale mondiale radicata nella giustizia e portatrice del frutto della pace. Benedetto XVI nella Deus caritas est applica il Vangelo d'amore alle questioni sociali di giustizia e carità. Da un certo punto di vista, l'enciclica del 1991 Centesimus annus del beato Giovanni Paolo II è sia una celebrazione della Dottrina sociale cattolica avviata con la Rerum novarum sia una istruzione su come applicarla ai nostri giorni.
Dove andare a cercare dunque i motivi della crisi?
La crisi finanziaria ed economica dal punto di vista cristiano mostra il conflitto nato tra la razza umana e il suo Creatore. Egoismo, peccato e rifiuto di Dio hanno dato vita a un mondo pieno di ingiustizia. Tuttavia, in mezzo alla confusione di obiettivi contrastanti e rifiuto di valori che sono parte del mondo moderno, la visione cristiana ha una risposta. Cristo offre una nuova creazione, un nuovo mondo, un nuovo stile di vita, un nuovo modo di amare. Ciò che accentua il problema nella nostra cultura oggi è il rifiuto netto dei principi morali e umani che offrono una cornice a una soluzione alle cause sottese della crisi economica. La Dottrina sociale cattolica ha cercato di equilibrare le necessità legittime del sistema della libera impresa e le giuste esigenze dello Stato con le necessità fondamentali umane di individui che vivono e muoiono non in astratto, ma veramente. Nella Dottrina sociale della Chiesa, nello sforzo di bilanciare i numerosi diritti e bisogni, è emersa una chiara articolazione di principi e valori permanenti. Di questi valori bisognerebbe appropriarsi prima che qualsiasi sistema economico o di governo possa sostenere di agire in un modo autenticamente giusto e umano. Dobbiamo fare nostri quei principi se vogliamo trovare una soluzione ai problemi attuali che sia più di un mero espediente temporaneo.
L'arcidiocesi di Washington è impegnata nella difesa della vita in ogni sua fase. Come è articolata questa azione?
L'arcidiocesi di Washington ha sempre levato la propria voce in difesa della vita umana, dal concepimento fino alla morte naturale. L'annuncio del Vangelo della vita più impegnativo e rilevante ha luogo ogni anno a gennaio quando la Chiesa negli Stati Uniti si riunisce a Washington per la manifestazione e la messa e la marcia per la vita. Tutto ciò ha luogo nell'anniversario della sentenza della Corte suprema nel contenzioso «Roe contro Wade» che ha spazzato via il consenso politico nei cinquanta Stati sulla limitazione dell'aborto e ha creato una cultura di aborto su richiesta. La sera prima della manifestazione viene celebrata una messa per la vita presso la basilica nazionale dell'Immacolata Concezione. Il giorno dopo, l'arcidiocesi di Washington ospita e organizza messe e manifestazioni per la vita che riuniscono circa 40.000 giovani. Nel Verizon center che contiene 20.000 persone e l'edificio Armory che ne contiene altre 10.000 l'arcidiocesi promuove e coordina una manifestazione per i giovani seguita da una messa. Riscontriamo che ogni anno aumenta il numero di giovani che partecipano. Ogni anno, il Papa invia un messaggio di incoraggiamento ai fedeli. Questo è solo uno dei numerosissimi esempi degli sforzi costanti e quotidiani per proclamare la civiltà dell'amore di fronte alla cultura della morte.
La libertà religiosa è uno dei caposaldi della Costituzione americana. Quali limiti comporta oggi a questo principio l'invocazione della sicurezza nazionale?
La sfida alla libertà religiosa negli Stati Uniti d'America è un fenomeno in crescita. Deriva da un'agenda secolare e dalla visione secondo cui non c'è posto per istituzioni religiose come parte della risposta pubblica a questioni di interesse nazionale. Per i secolaristi più aggressivi la religione è una questione meramente privata che dovrebbe restare nelle chiese, nelle sinagoghe o in altri luoghi di culto. Storicamente negli Stati Uniti le istituzioni religiose, incluse scuole primarie e secondarie nonché collegi e atenei, istituzioni sanitarie e programmi di servizio sociale, sono stati riconosciuti come parti integranti del tessuto della nostra nazione. Oltretutto, sono esentati dalle tasse perché apportano enormi benefici alla nazione. La Chiesa cattolica continua a essere la più grande erogatrice di educazione, assistenza sanitaria e servizi sociali del Paese. Tuttavia, oggi la mentalità secolarista, sostenuta soprattutto dall'industria dell'informazione e dell'intrattenimento, contrasta le strutture religiose e in particolare la Chiesa cattolica, la quale promuove valori come la dignità e la preziosità della vita umana dal concepimento alla morte naturale, l'integrità del matrimonio e della famiglia. Da tempo la Chiesa sostiene che una democrazia sana può funzionare solo se i suoi cittadini possono impegnarsi liberamente nel dibattito pubblico, anche sostenendo la visione della fede e dei valori morali. In quanto cattolici abbiamo la responsabilità, come afferma il Catechismo della Chiesa cattolica, di «contribuire… al bene della società in spirito di verità, giustizia, solidarietà e libertà». I cattolici partecipano al dibattito pubblico non per imporre le proprie convinzioni, ma per proporre la verità universale ed eterna della dignità della persona umana. Purtroppo alcuni considerano la presenza stessa della Chiesa nel dibattitto pubblico come un'imposizione.
Il prossimo Sinodo sulla nuova evangelizzazione sarà un'occasione di riflessione anche per i cattolici americani su come annunciare il Vangelo?
L'esortazione alla nuova evangelizzazione, tanto chiaramente espressa da Benedetto XVI, è un segno distintivo del suo ministero, e viene recepita negli Stati Uniti d'America con sempre maggiore entusiasmo. È importante osservare che nel nostro Paese, come nelle altre nazioni del primo mondo, il danno fatto alla Chiesa da una catechesi povera e inadeguata è sfociato in almeno due generazioni di cattolici gravemente non catechizzati a sufficienza e disaffezionati, molti dei quali pensano a se stessi come a ex cattolici o a non praticanti. La sfida di oggi consiste nel risvegliare la fede. Alcuni non conoscono nemmeno le preghiere fondamentali, né capiscono le più basilari forme di devozione cattolica. E altri non capiscono il valore della partecipazione alla messa, del sacramento della penitenza e hanno spesso smarrito il senso del mistero e della trascendenza. Per loro la fede ha perso il potere di attrarre e impegnare. Il consumismo suggerisce che il nostro valore si trova nelle cose che accumuliamo. L'individualismo esige di dipendere solo da noi stessi e di mettere al primo posto sempre i nostri bisogni. Lo scetticismo ci spinge a confidare soltanto in ciò che possiamo vedere e misurare e sembra distruggere il rapporto classico e provato nel tempo fra fede e ragione. La tendenza è quella di rifiutare il diritto fondamentale alla libertà religiosa e a quella di coscienza. Nello stesso tempo c'è un'altra generazione di giovani che nel ministero e nell'insegnamento del beato Giovanni Paolo II e di Benedetto XVI trova motivo per approfondire la propria conoscenza della fede e rafforzare la sua alleanza con la Chiesa. Nell'arcidiocesi di Washington abbiamo avviato un po' di tempo fa delle iniziative per rivitalizzare la nostra Chiesa locale. A ogni parrocchia viene chiesto di valutare come sta portando avanti la sua missione. Personalmente considero il prossimo Sinodo sulla nuova evangelizzazione un' occasione per porre rinnovata enfasi sulla fede e sull'impegno fiducioso nella cultura da parte di una nuova generazione di credenti.
Quale ruolo hanno i laici nella vostra Chiesa locale?
Hanno un ruolo significativo nella vita dell'arcidiocesi. In ogni parrocchia i laici sono presenti nei consigli pastorale e finanziario, nel gruppo per le opere apostoliche, in molti casi, anche nel consiglio scolastico. Il loro servizio trova anche espressione in alcune organizzazioni, quali la società di san Vincenzo de' Paoli, i cavalieri di Colombo e altre. A livello diocesano, i laici sono impegnati in una serie di associazioni e sono responsabili di numerose corporazioni che monitorano la vita di alcune nostre strutture anche esterne. La John Carroll society, che quest'anno ha celebrato il sessantesimo anniversario, è un esempio in questo senso. È formata da professionisti, soprattutto avvocati, medici e imprenditori, che collaborano con l'arcivescovo per una serie di progetti locali. Ogni anno, promuovono e organizzano la red mass che riunisce membri dei rami giudiziario (lo scorso anno sei giudici della Corte Suprema), legislativo ed esecutivo del Governo per la celebrazione della messa all'apertura dell'anno giudiziario. C'è poi la Catholic health care network, che impegna centinaia di medici e infermieri cattolici in una risposta alle necessità dei poveri, a quanti non hanno un'assicurazione o che sono sotto-assicurati. La Catholic legal network offre servizi legali a molti indigenti attraverso il servizio gratuito di centinaia di avvocati cattolici.
(©L'Osservatore Romano 18 gennaio 2012)
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento