venerdì 20 gennaio 2012

Siete un dono dello Spirito Santo al nostro tempo: così il Papa al Cammino Neocatecumenale (R.V.)

Siete un dono dello Spirito Santo al nostro tempo: così il Papa al Cammino Neocatecumenale

“La Chiesa ha riconosciuto nel Cammino un particolare dono che lo Spirito Santo ha dato ai nostri tempi”. Così Benedetto XVI nel discorso rivolto questa mattina a 7mila aderenti al Cammino Neocatecumenale. Nel corso dell’udienza è stato anche consegnato e letto il Decreto con cui si concede “l’approvazione di quelle celebrazioni contenute nel direttorio Catechetico del Cammino Neocatecumenale che non risultano già normate dai Libri liturgici della Chiesa”. Il Santo Padre ha anche inviato 17 nuove missio ad gentes in tutto il mondo. Il servizio di Debora Donnini.

Il Cammino Neocatecumenale è “un particolare dono che lo Spirito Santo ha dato ai nostri tempi”. Sono le parole che il Papa ha rivolto alle 7mila persone che hanno affollato l’Aula Paolo VI e accolto il Pontefice con canti ed applausi. Benedetto XVI ha messo in evidenza l’importanza dell’annuncio del Vangelo che il Cammino porta avanti in zone scristianizzate del mondo, dove “il secolarismo ha eclissato il senso di Dio”, o dove il Vangelo non è stato mai annunciato. “Qui il vostro impegno e la vostra testimonianza siano come il lievito che, con pazienza, rispettando i tempi, con sensus Ecclesiae, fa crescere tutta la massa”. Il Papa ha anche ringraziato le tante famiglie presenti con i loro figli che partono abbandonano sicurezze materiali per annunciare Cristo risorto:“La Chiesa – ha detto – ha bisogno di voi per la nuova evangelizzazione”. E le ha inviate a non avere timore: “Chi porta il Vangelo non è mai solo”. Oggi, infatti, il Papa ha inviato 17 nuove missio ad gentes, ciascuna composta da tre o quattro famiglie numerose accompagnate da un sacerdote:

“In questi decenni di vita del Cammino un vostro fermo impegno è stato di proclamare il Cristo Risorto, rispondere alle sue parole con generosità, abbandonando spesso sicurezze personali e materiali, lasciando anche i propri Paesi, affrontando situazioni nuove e non sempre facili. Portare Cristo agli uomini e portare gli uomini a Cristo: questo è ciò che anima ogni opera evangelizzatrice. Voi lo realizzate in un cammino che aiuta a far riscoprire a chi ha già ricevuto il Battesimo la bellezza della vita di fede, la gioia di essere cristiani”.

Durante l’udienza risuonano le parole del Vangelo proclamato: “Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo”. Seguire Cristo comporta anche “spezzare l’individualismo che spesso caratterizza la società del nostro tempo - ricorda ancora il Papa - per sostituire l’egoismo con la comunità dell’uomo nuovo in Gesù Cristo”. Questo avviene in un rapporto personale con Lui ma anche inseparabilmente nel credere con la sua Chiesa:

“La Chiesa ha riconosciuto nel Cammino un particolare dono che lo Spirito Santo ha dato ai nostri tempi e l’approvazione degli Statuti e del “Direttorio Catechetico” ne sono un segno. Vi incoraggio ad offrire il vostro originale contributo alla causa del Vangelo. Nella vostra preziosa opera ricercate sempre una profonda comunione con la Sede Apostolica e con i Pastori delle Chiese particolari, nelle quali siete inseriti: l’unità e l’armonia del Corpo ecclesiale sono un’importante testimonianza a Cristo e al suo Vangelo nel mondo in cui viviamo”.

Il discorso di Benedetto XVI si sofferma sulla Liturgia. “Nell’azione liturgica della Chiesa c’è la presenza attiva di Cristo Risorto che rende presente ed efficace per noi oggi lo stesso Mistero pasquale”, sottolinea, ricordando che “questa opera del Signore Gesù, che è il vero contenuto della Liturgia, l’entrare nella presenza del Mistero pasquale, è anche opera della Chiesa, che, essendo suo corpo, è un unico soggetto con Cristo”. Oggi è stato anche consegnato il Decreto con cui il Pontificio Consiglio per i Laici approva “le celebrazioni contenute nel Direttorio Catechetico del Cammino Neocatecumenale, che non sono strettamente liturgiche ma fanno parte dell’itinerario di crescita della fede”. “E’ un altro elemento – ha detto - che vi mostra come la Chiesa vi accompagni con attenzione in un paziente discernimento, che comprende la vostra ricchezza, ma guarda anche alla comunione e all’armonia dell’intero Corpus Ecclesiae”.
Quindi il Papa ha citato gli Statuti: “l’Eucaristia è essenziale al Neocatecumenato, in quanto catecumenato post-battesimale, vissuto in piccole comunità”.

“Proprio al fine di favorire il riavvicinamento alla ricchezza della vita sacramentale da parte di persone che si sono allontanate dalla Chiesa, o non hanno ricevuto una formazione adeguata, i neocatecumenali possono celebrare l’Eucaristia domenicale nella piccola comunità, dopo i primi Vespri della domenica, secondo le disposizioni del Vescovo diocesano”.

Benedetto XVI ricorda che l’Eucaristia è aperta a tutti coloro che appartengono alla sua Chiesa e che la celebrazione in piccole comunità “regolata dai Libri liturgici, che vanno seguiti fedelmente, e con le particolarità approvate negli Statuti del Cammino, ha il compito di aiutare quanti percorrono l’itinerario neocatecumenale a percepire la grazia dell’essere inseriti nel mistero salvifico di Cristo, che rende possibile una testimonianza cristiana capace di assumere anche i tratti della radicalità".

“Al tempo stesso, la progressiva maturazione nella fede del singolo e della piccola comunità deve favorire il loro inserimento nella vita della grande comunità ecclesiale, che trova nella celebrazione liturgica della parrocchia, nella quale e per la quale si attua il Neocatecumenato (cfr Statuti, art. 6), la sua forma ordinaria. Ma anche durante il cammino è importante non separarsi dalla comunità parrocchiale, proprio nella celebrazione dell’Eucaristia che è il vero luogo dell’unità di tutti, dove il Signore ci abbraccia nei diversi stati della nostra maturità spirituale e ci unisce nell’unico pane che ci rende un unico corpo”.

Accolto con grande gioia, il testo stesso di approvazione è stato letto da mons. Josef Clemens, segretario del Pontifico Consiglio per i Laici:

“Il Pontificio Consiglio per i Laici, avuto il parere favorevole della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, concede l'approvazione a quelle celebrazioni contenute nel Direttorio Catechetico del Cammino Neocatecumenale che non risultano per loro natura già normate dai Libri liturgici della Chiesa”.

“Con decreto dell'11 maggio 2008 - recita ancora il Decreto - il Pontificio Consiglio per i Laici ebbe ad approvare in modo definitivo lo Statuto del Cammino Neocatecumenale e, successivamente, dopo aver debitamente consultato la Congregazione per la Dottrina della Fede, con decreto del 26 dicembre 2010, diede la sua approvazione alla pubblicazione del Direttorio catechetico come sussidio valido e vincolante per le catechesi del Cammino Neocatecumenale” .

Durante l’udienza è stata anche eseguito dall’orchestra il brano del Resurrexit della Sinfonia sulla Sofferenza degli Innocenti. E Kiko Arguello, uno degli iniziatori del Cammino, ha raccontato la missione che tante famiglie inviate nel mondo compiono:

“Abbiamo sentito queste famiglie, che sono ad Amsterdam, a Brooklyn e in tanti posti, e ci siamo commossi. Dopo sei anni i pagani hanno cominciato ad avvicinarsi e hanno creato una comunità: piccole comunità di persone che non conoscevano Cristo – divorziati, gente ferita, alcolizzata – e che hanno trovato in noi un’accoglienza, un amore enorme. Molti hanno detto: 'Vi ringrazio, perché mai sarei entrato in una chiesa'”.

E’ forte, infatti, l’impegno del Cammino sul fronte della nuova evangelizzazione. Le 17 nuove missio ad gentes andranno in tutto il mondo: 12 in Europa – ad Albi, Nizza, Bayonne, Tolone, Strasburgo, Lione, Anversa, Lubiana; Sarajevo, Tallin in Estonia; Vienna e Manchester; 4 in America - tre a Boston e una in Venezuela - ed una in Africa a Libreville, in Gabon. Sono state mandate anche altre famiglie per alcune missio ad gentes già formate tra gli aborigeni australiani, nella Papua New Guinea e in Ucraina. Queste missio si vanno ad aggiungere alle altre 40 già inviate da Benedetto XVI negli anni precedenti. E, dunque, la missione continua.

Al termine dell’udienza con il Papa al Cammino neocatecumenale, Roberto Piermarini ha raccolto la testimonianza di una famiglia spagnola in missione ad gentes a Stoccolma, in Svezia, Estanislao e Maricarmen, e di don Manuel, il sacerdote cileno che li accompagna:

D. - Estanislao, qual è stata la vostra esperienza?

R. – In 15 anni di missione, abbiamo visto il Signore in tutto. Siamo arrivati in Svezia in condizioni precarie ma il Signore ci ha sempre preceduto.

D. – Quanti figli avete?

R. – Nove.

D. – Come madre, Maricarmen, come stai vivendo questa esperienza, con questi nove figli a Stoccolma?

R. – Io vedo che Dio ci protegge da tutto. Ecco, con questa fiducia andiamo avanti, perché ogni tanto avvertiamo la paura, l’angoscia, ma sento che Dio provvede a tutto e i nostri figli sono con noi in comunità. Hanno questo spirito, questa gioia, quindi siamo molto contenti.

D. - Ci sono dei frutti dopo 15 anni di missione?

R. - Si, i frutti ci sono, specialmente per tanti fratelli che avevano una vita distrutta… il Signore ha dato loro una nuova vita.

D. – Don Manuel, come presbitero, come stai vivendo l'esperienza della missione a Stoccolma?

R. – Prima di tutto, è una nuova realtà dell’evangelizzazione. Vedo che si dedicano al cento per cento al servizio della nuova evangelizzazione, un nuovo modo di portare Cristo attraverso la Chiesa vivente, non partendo dalle strutture, ma partendo dalle persone che testimoniano Cristo che ha vinto la morte. Anche per me, come sacerdote, è un grande aiuto perché non sono da solo in quest’opera. Non sono io – Don Manuel – che faccio la missione, ma tutta una comunità, un insieme di fratelli con diversi carismi, che portano Cristo alle persone che sono sole.

D. – Le maggiori difficoltà in Scandinavia, dal punto di vista pastorale?

R. – La solitudine: persone che vivono da sole, incapaci di relazionarsi. Noi veniamo da una cultura meridionale. Io vengo dal Cile, un Paese dove la gente comunica, si relaziona, chiede aiuto, si associa… In Svezia, le persone vivono da sole. Hanno difficoltà a trovare amicizie, a trovare veramente quel calore umano che possa accogliere l’altra persona. Ed è una benedizione del Signore vedere, in questa missione, le persone che si amano, che vivono in umiltà, in un Paese dove l’unità e l’allegria si vedono molto poco.

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