venerdì 20 gennaio 2012

Benedetto XVI al cammino neocatecumenale. L’Eucaristia aperta a tutti vero luogo dell’unità. Non bisogna mai separarsi dalla comunità parrocchiale (O.R.)

Benedetto XVI al cammino neocatecumenale

L’Eucaristia aperta a tutti vero luogo dell’unità

Non bisogna mai separarsi dalla comunità parrocchiale

Il valore unico della celebrazione dell’Eucaristia aperta a tutta la comunità parrocchiale, è stato ribadito da Benedetto XVI la mattina del 20 gennaio, nell’incontro con le comunità del cammino neocatecumenale.
È importante, ha detto in particolare il Papa, non separarsi dalla comunità parrocchiale proprio nella celebrazione della messa «che è il vero luogo dell’unità di tutti».
Il Papa ha spiegato che, nella liturgia della Chiesa, nella messa «aperta a tutti» la grande comunità ecclesiale trova «la sua forma ordinaria». Ogni celebrazione eucaristica, ha sottolineato ancora il Pontefice, «è un’azione dell’unico Cristo insieme con la sua unica Chiesa e perciò essenzialmente aperta a tutti coloro che appartengono a questa sua Chiesa».
La celebrazione nelle piccole comunità, regolata dai libri liturgici, «che vanno seguiti fedelmente» pur con tutte le «particolarità approvate negli statuti del cammino», ha il compito di aiutare «quanti percorrono il cammino neocatecumenale a percepire la grazia dell’essere inseriti nel mistero salvifico di Cristo», che rende possibile una testimonianza cristiana «capace di assumere anche i tratti della radicalità».
Benedetto XVI ha poi sottolineato che «la progressiva maturazione nella fede del singolo e della piccola comunità» deve comunque favorire «il loro inserimento nella vita della grande comunità ecclesiale», in particolare nella parrocchia, «nella quale e per la quale si attua il Neocatecumenato».
Per questo motivo il Papa ha ripetuto che è importante, durante il cammino, «non separarsi mai dalla comunità parrocchiale» proprio nel momento centrale della sua vita, cioè l’Eucaristia, nella quale «il Signore ci abbraccia nei diversi stati della nostra maturità spirituale e ci unisce nell’unico pane che ci rende un unico corpo».

(©L'Osservatore Romano 21 gennaio 2012)

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