lunedì 2 gennaio 2012

A Rieti hanno abolito il Presepe (Tornielli). La replica del settimanale diocesano di Rieti a Socci e Tornielli mette una toppa peggiore del buco!

Clicca qui per leggere il commento e qui la precisazione di Andrea Tornielli.
La replica del settimanale diocesano di Rieti a Socci e Tornielli mette una toppa peggiore del buco!
Povera Chiesa...

13 commenti:

riflessivo ha detto...

vedi,raffa,il 2010 è stato un anno terribile per il nostro papa perché tutti hanno fatto a gara a caricare sulle sue spalle che sembravano fragili (illusi!) ogni colpa o ombra dei precedenti papati.
il risultato è stato solo quello di rafforzare la stima di molti per il papa o l'acredine di molti per il papa.
in entrambi i casi però è solo b-xvi l'interlocutore.
i vescovi sono stati lasciati ai margini.
il papa è l'unico da colpire o da stimare.
secondo me certe decisioni vescovili hanno il solo scopo di mettere in evidenza un episcopato di cui altrimenti nessuno si accorgerebbe.
fino a stamattina non avevo la più pallida idea di chi fosse il vescovo di rieti.
il dramma della chiesa di oggi è che nessuno è all'altezza di b-xvi.
problema che il precedente papato non aveva perché c'era ratzinger.
saluti

Raffaella ha detto...

:-))))
R.

Anonimo ha detto...

Ma chi dobbiamo ringraziare per averci "donato" vescovi dalla testimonianza per il Vangelo così forte?

Jacu

Andrea ha detto...

Caro Riflessivo, è peggio di come lei dice. Non stiamo parlando di Vascovi in cerca di notorietà (nello specifico, credo che non siano stati "chiamati i giornalisti", ma che la segnalazione addolorata de "La Bussola Quotidiana" abbia fatto parlare di Rieti), ma di Vescovi che "gettano la maschera", cioè mostrano di essere semi-protestanti nell'intimo, prima di andare in pensione.

Caro Jacu, la risposta alla sua domanda non è "Giovanni Paolo II", bensì "lo spirito del Concilio", come lo intendono i sessantottini del Clero (oggi invecchiati).

Anonimo ha detto...

Sicuramente la tua è un domanda retorica, Jacu :-)
La home page della diocesi di Rieti riporta l'immagina del papa a cui si deve il "dono" che, come se non bastasse, è pure vice presidente della conferenza episcopale del Lazio.
Verissimo, riflessivo, nessuno è all'altezza di Ratzinger Papa come nessuno lo è stato di Ratzinger cardinale.
Alessia
Alessia

Anonimo ha detto...

Non è stato lo "spirito del concilio" a nominarlo bensì chi se ne è fatto interprete.
Alessia

Andrea ha detto...

È molto grave voler contrapporre Papi "buoni" a Papi "cattivi" o "incapaci", cara Alessia. La cosa iniziò con Giovanni XXIII, nel momento critico del pre-Concilio.

La Chiesa è in forte stato di sbandamento, specie nelle sfere gerarchiche? verissimo.

Ma il Papa (fosse anche un peccatore destinato all'ira divina, e non un Beato come Giovanni Paolo II) è Capo visibile e pricipio di unità; infallibile nelle definizioni decisive, insostituibile e preziosissimo nella guida ordinaria. Ubi Petrus, ibi Ecclesia.

Lo "spirito del Concilio" si è diffuso come "fumo" (di Satana, ahinoi) e ha inquinato molti. Ha inquinato, purtroppo, anche coloro che vogliono giudicare i Papi.

Anonimo ha detto...

Prima di Natale tutte le Gerarchie insistevano per un Natale sobrio, che tendesse add eliminare il consumismo, compreso quello alimentare (come farina del diavolo).
Ma la coerenza spesso contraddice le buone parole. A S. Egidio hanno fatto una megamangiata in 700, con ogni ben di Dio. Altro che parsimonia e anticonsumismo. Si obietterà che erano "poveracci" che meritavano, evangelicamente, di essere sfamati, almeno una volta all'anno. Ci può stare! Purché, tutti gli anni, la Chiesa non continui a tuonare e ad intonare il solito ritornello (che personalmente mi potrebbe anche andre bene, ma sul piano personale, senza pretesa di estendere la mia convinzione a tutti gli altri fede), contro il consumismo alimentare natalizio.
Ciò talvolta inculca esagerati sensi di colpa nelle famiglie che pranzano abbondantemente, data la circostanza, nelle riunioni conviviali nelle feste natalizie.
Insomma, abbuffarsi presso il S. Egidio, va bene; farlo a casa propria è poco cristiano e poco sobrio. Boh! vacci a capire qualche cosa!

Anonimo ha detto...

Poverà me, sono preda dello Spirito del Concilio :-)))
Non ho accusato, caro Andrea. Certamente papa Wojtyla si è fidato di un'indicazione parrebbe non molto felice e, di conseguenza, "donato" cotanto pastore alla diocesi. E' comunque stato il cosiddetto "spirito" ad avere la meglio nella lunghezza. La santità personale evidentemente non rende immuni da scelte che si riveleranno in seguito opinabili.
Parlando di Papi buoni, cattivi o incapaci, caro Andrea, mi conforta il fatto che la beatificazione di uno di loro non presuppone il ricorso all'infallibilità da parte dei successori, a differenza della canonizzazione passo successivo e definitivo. Anche un grande e santo Papa può procedere, magari sull'onda dell'emotività e dell'affetto, con scarsa ponderazione e troppa precipitazione. A dire il vero, caro Andrea, le beatificazioni e le canonizzazioni dei Papi andrebbero assolutamente evitate.
E' mia ferma convinzione che Ubi Petrus, ibi Ecclesia, in caso contrario sarei già uscita dalla Chiesa cattolica.
Alessia

Anonimo ha detto...

cmq vorrei segnalare che qui in una ridente(?)città romagnola,tanto per non fare nomi Rimini,è già da tre anni che degli ignoti ed intelligentissimi buontemponi? rubano il bambino Gesù che è al centro del presepe che ogni anno viene allestito sotto l'arco d'Augusto.lo so c'è da vergognarsi,ma succede.....

Andrea ha detto...

No, cara Alessia: non parlo per puntiglio personale, ma per chiarire cos'è la vita della Chiesa (Corpo Mistico).
Se uno è proclamato Beato, è perché c'è stato un procesoo, con molti passaggi, e soprattutto perché c'è stato un miracolo, con cui Dio ha detto "È mia gioia concedere una grazia speciale per intercessione del mio servo tal dei tali".

Questo non significa assolutamente, che stiamo parlando o meno di un Papa, impeccabilità e perfezione (che appartengono solo a Maria SS.).
Per il Papa, chiunque sia, è fondamentale sentirci SOTTO di Lui: sudditi.
Nell'Ottocento si baciava al Papa il piede (pantofola), non la mano o l'anello: ciò corrispondeva esattamente alla Sua condizione di Vicario di Cristo.

Se venisse Cristo a una nostra tavolata (vedi Sant'Egidio), cosa gli diremmo? "Piacere di vederti, vecchio amico, mettiti là in fondo!" o "A che dobbiamo che il nostro Signore venga a noi?".

Tiziano ha detto...

mi dispiace Andrea,ma il vicario di Cristo in terra NON può considerare chichessia suo suddito,altrimenti che vicario di Cristo sarebbe?Chi vuol rappresentare Cristo-a qualsiasi livello-può farsi solo servo di tutti perchè questo ha fatto il Signore e ciò ha raccomandato di fare ai suoi.

Andrea ha detto...

Caro Tiziano: Cristo è Re - il Papa è Re (come Suo Vicario, e anche di una porzione di mondo che costituisce l'appoggio territoriale del Papato: lo Stato Pontificio).
Fortunati noi di avere un Re Pacifico!!

Nel corso dei "commenti" di ieri di don Sciortino su RaiUno (in realtà una predicazione alternativa per il 1° gennaio, dove è stato detto anche che ad Assisi "le religioni hanno pregato insieme per la pace") è stata usata l'espressione "Regnare è servire". L'esatto rovesciamento dell'espressione corretta, "Servire (Domino) regnare est".

Siamo nel cuore del pauperismo/democratismo/modernismo...


Is 9, 6:

"Grande sarà il suo potere
e la pace non avrà fine
sul trono di Davide e sul suo regno,
che egli viene a consolidare e rafforzare
con il diritto e la giustizia, ora e per sempre.
Questo farà lo zelo del Signore degli eserciti."